giovedì 4 febbraio 2010

Stanislao Dziwisz - Una vita con Karol - 04 febbraio 2010

Libro interessante che aiuta a capire alcuni aspetti della vita di Giovanni Paolo II, osservati da un punto di vista privilegiato. Ho trovato questa foto che poi è stata utilizzata per la copertina del libro. Il libro è bello. Particolarmente interessante è la possibilità che si offre al di vedere come si sono sviluppate le scelte di Giovanni Paolo II sul piano personale, di esperienza di fede, e come poi queste hanno comportato un'inevitabile ricaduta nelle decisioni di pontefice.
Mi è piaciuto molto guardare "dal di dentro" come Giovanni Paolo II ha vissuto i fatti della caduta del comunismo e come vi ha partecipato. L'impegno profuso. La lettura evangelica della storia.
Aggiungo due parole su questa foto e la copertina del libro.
Io ho avuto la fortuna di essere giovane quando Giovanni Paolo II ha compiuto molte delle sue azioni, pronunciato molti dei suoi discorsi. Ero presente. Si potrebbe dire che in diverse occasioni sono stato presente quando venivano scattate le foto a quest'uomo. L'ho visto compiere la sua missione. Sicuramente in quegli anni provavo una profonda simpatia e ammirazione. Godevo della presenza di questo Papa che intuivo essere una grande figura. Godevo della sua presenza. Vivevo inconsapevolmente la gioia della sua presenza, un pò come certe volte i nipotini vivono la presenza dei loro amati nonni. Certamente non comprendevo la portata della sua azione evangelizzatrice.
Solo ora, dopo quanche anno dalla sua morte, piano piano mi sto interrogando su chi veramente fosse questa persona, quali pensieri lo hanno animato, quali scelte ha compiuto. Questo libro in parte mi ha offerto la possibilità di conoscerne degli aspetti ancora a me non noti.
La foto allora diventa copertina del libro.



E in me e in tanti nasce la voglia di fermarci un momento e capire e apprendere le lezioni che un maestro come Karol ci può offrire.
Per esempio chiedersi come lui ha affrontato i problemi che la vita gli ha posto. Su come si è relazionato con i diversi interlocutori che i fatti storici gli hanno presentato davanti. Come ha intessuto relazioni con i suoi sostenitori e con i suoi denigratori. E' interessante decifrare e apprendere lo stile di questo uomo....

"In certi momenti sembrava che fosse rimasto soltanto il Papa a difendere i princìpi morali. Ma lui sapeva bene che una cosa era il giudizio dei media, un'altra il giudizio della gente, anche non necessariamente cattolica. E in questa stava il genio di Karol Wojtyla, nel non farsi condizionare dalla stampa. Né di lasciare spazio al pessimismo. Diceva sempre: " Nella Chiesa c'è Cristo". Cioè, dopo la bufera, sarebbe venuta la quiete. Dopo l'inverno, sarebbe venuta la primavera". Pag. 176

IL CAMMINO DELL'UOMO

IL CAMMINO DELL'UOMO
Marcia francescana 25 luglio - 4 agosto 2003