domenica 23 ottobre 2011

Numeri 19 - 20 - 21

Le ceneri della giovenca rossa
Nota. L'acqua lustrale, preparata con le ceneri di una giovenca rossa immolata e bruciata fuori dall'accampamento serve a cancellare l'impurità contratta per il contatto con un morto. La giovenca doveva essere rossa perché questo colore evoca il sangue, principio della vita.

Casi di impurità
Esempi. Nel caso di aver toccato un uomo morto. Nel caso in cui qualcuno sia entrato nella tenda dove vi sia un uomo morto.

Rituale delle acque lustrali

VII. DA CADES A MOAB

Capitolo 20
Le acque di Meriba
Il popolo ebbe una lite con Mosè e Aronne. Essi ricevono un'apparizione del Signore che gli dice di parlare alla roccia da dove lui farà sgorgare acqua. Mosé, invece di parlare alla roccia, la percuote. Da essa fuoriesce acqua per il popolo e il bestiame.

Castigo di Mosé e di Aronne
Dio dice a Mosé e Aronne: "Non avete fiducia in me quindi non introdurrete il popolo nella terra promessa"

Edom rifiuta il passaggio
Mosè manda a chiedere di passare per la Via dei Re nel tratto che attraversa Edom, ma Edom rifiuta di farli passare e muove contro Israele. Israele allora si allontana.

Morte di Aronne
Dio ordina a Mosé di salire sul monte Cor con Aronne e suo figlio Eleazaro. Lì Aronne muore.

Capitolo 21
Presa di Corma
Israele vota allo sterminio il popolo cananeo della città di Arad da cui aveva subito un attacco. Se Dio glielo avesse fatto vincere, le città sarebbero state votate allo sterminio. Così avvenne e quel luogo fu chiamato Corma.

Il serpente di bronzo
Il popolo parte verso il Mar Rosso. Si lamenta per la fame. Dio manda serpenti che mordono molti del popolo che muoiono. Il popolo và da Mose. Mosé prega il Signore che dice a Mosé di preparare un serpente e di issarlo. Chiunque avrebbe guardato il serpente sarebbe sopravvissuto. Mosé esegue.

Tappe verso la Transgiordania

Conquista della Transgiordania
Mosé chiede il permesso agli amorrei di seguire con il popolo la via Regia nel tratto che attraversava la loro terra. Sicon, il loro re, non dà il permesso, anzi li attacca. Israele lo vince conquistando il paese dal torrente Arnon allo Iabbok. Conquista la città di Chesbon.
Conquista anche i possedimenti di Og, re di Basan.
Poi Israle si accampa nelle steppe di Moab, oltre il Giordano, verso Gerico.

giovedì 13 ottobre 2011

"Status quo" in Terra Santa

La questione della proprietà dei Luoghi Santi è sempre stata molto accesa da parte delle diverse comunità cristiane che risiedevano a Gerusalemme. La contesa si acutizzava di più quando i sultani turchi si mostravano più brutali e venali. Infatti il sultano di Constantinopoli ( Istambul) considerava i Luoghi Santi come proprietà dello stato e li assegnava semplicemente a chi offriva di più.

Circa l'anno 1633 iniziò una lotta aperta tra greci e latini per l'egemonia su tali luoghi. Alcuni santuari cambiarono spesso di padrone in relazione agli alti e bassi della politica turca ed alla somma di denaro che veniva offerta.

In questa assurda situazione di intrighi, protrattasi per secoli, quelli che ne fecero le spese maggiori furono soprattutto i francescani, che in Terra Santa rappresentavano allora i cattolici.

Nel secolo scorso furono fatti deversi tentativo per reintegrarli nei loro diritti. Nel 1850, su interessamento del ministro di Francia a Costantinopoli, fu nominata una commissione di francesi e turchi per definire la questione.

L'opposizione violenta del governo russo, spise il sultano Abdul Magid, nel febbraio del 1852 ad emanare il famoso firmano che stabiliva in linea di massima il mantenimento delle condizioni di fatto ( status quo) in cui si trovavano le diverse comunità cristiane alla data del decreto.
 In altre parole, il firmano congelò i reclami dei francescani sui santuari da cui erano stati espropriati lungo i secoli.

Lo status quo è tuttora in vigore e praticamente riguarda la coesistenza nei tre santuari: Santo Sepolcro, Basilica e Grotta della Natività a Betlemme, la Tomba della Madonna ( o chiesa dell'Assunzione) nella quale però, per protesta, i francescani non hanno mai voluto esercitare il diritto di ufficiarvi.


Da Guida bibblica e turistica della Terra Santa - IPL

Me'a She'arim

Me'a She'arim ( in ebraico: Cento misure, cioè il centuplo, con riferimento a Genesi 26,12: " La seminagione di Isacco fruttò il centuplo"


Questo è il quartiere roccaforte degli ebrei di stretta osservanza che si comportano seguendo scrupolosamente il dettato della Legge e del costume ebraico. Le stradine sono brulicanti di ogni genere di attività; gli uomini vestono il caratteristico abito nero con larghi soprabiti anche d'estate e con un ampio cappello ( Shretraimel) segno di rispetto per la coscienza di essere continuamente alla presenza di Dio; fanno sfoggio di barbe fluenti e lunvhi capelli i cui riccioli ( pe'ot), dalle tempie, scendono fin sulle spalle. La bita sisvolge intessuta della preghiera e dello studio della Legge e dei suoi Commentari. Per questo si trovano nel quartiere molte sinagoche, accanto alle quali ivi sono le rispetttive scuoe accademiche takmudiche ( yeshivà) perché si è voluto conservare la vita dei vecchi ghetti d'Europa. Soprattutto al venerdì pomeriggio la vita si fa più intensa per la preparazione del Sabato che inizia all'apparire delle prime stelle.
Il sabato la vita si ferma, perché  l'osservanza del riposo è totale; per cui si vorrebbe consigliare di evitare la visita del quartiere in tale giorno e anche di telefonare.
La polizia israeliana è incaricata  di impedire l'accesso in tali giorni di festa o riposo ai mezzi mogili e di trasport, anche cittadini, per tutte le strade del quartiere.

Per diversi anni era stato cinto da mura munite di varie porte e porticine d'ingresso cosicché il nome storico e biblico di Me'a She'arim, fu letto dal popolo " cento porte" ( sha'ar in ebraico vuol dire porta).
Cartelli e scritte murali ( in ebraico, yiddish ed in inglese) raccomandano la modestia del vestito.

Da Guida bibblica e turistica della Terra Santa - IPL

Sukkot - Festa delle capanne o Tabernacoli

( 13-20 Ottobre 2011)

La festa di Sukkot, a differenza di Pesach e Shavuot che richiamano eventi specifici, non richiama nessun evento particolare, ma i quarant'anni che il popolo d'Israele ha trascorso camminando nel deserto, prima di arrivare alla terra promessa.
Il nome Sukkot deriva da Sukkah, la capanna o dimora temporanea che gli Ebrei costruiscono per la settimana in cui ricordano tale ricorrenza. La Sukkah richiama le fragili tende nelle quali gli Ebrei vivevano durante il cammino nel deserto. Diversamente dalle tende, oggi la Sukkah è sprovvista  di tetto. La parte alta della Sukkah è coperta da foglie e rami, distesi in modo diradato per permettere alle persone  di vedere il cielo.
Durante la settimana di Sukkot gli Ebrei lasciano la comodità delle loro case ed esprimono la loro fiducia a Dio, vivendo alcuni momenti della giornata sotto la Sukkah.
Per molti ebrei questo significa consumare lì i pasti, mentre altri, più tradizionalisti o semplicemente più disponibili all'avventura, si trasferiscono totalmente nella Sukkah e vi dormono per tutta la durata della festa.
Costruire una capanna  può rappresentare una simpatica esperienza per le famiglie; i bambini si divertono decorandola con immagini  e frutti pendenti dal soffitto.
Anche Sukkot ha un significato legato al mondo  della natura: è infatti la festività del raccolto. Per richiamare quest'aspetto, quattro specie di vegetali ( Arba minim) vengono raccolte e legate insieme, mentre si marcia in processione intorno alla sinogoga, ripetendo l'antico rito di Sukkot che si svolgeva nel tempio. I quattro vegetali sono: un ramo di palma, le foglie di salice, le foglie di mirto ed infine un raro agrume chiamato Etrog. I rabbini offrono diverse spiegazioni riguardo al significato simbilico di queste piante: esse vengono viste  come il simbolo di quattro tipolodie diverse di Ebrei, o di quattro parti del corpo umano. Sempre i rabbini sottolineano l'importanza dell'unità e la ricchezza della diversità, applicandole sia alla comunità sia alla singola personalità.

Come per Pesach, solo nel primo e nell'ultimo giorno di Sukkot non può essere svolto nessun tipo di lavoro. L'ultimo giorno è noto come Shmini Atseret ( 20 ottobre 2011) e coincide con l'inizio della stagione piovosa in Israele; si celebra infatti la speciale preghiera per la pioggia.

Subito dopo la festa ( o durante lo stesso giorno in Israele) viene celebrato uno dei giorni santi più importanti del calendario ebraico: il giorno di Simchat torah (quest'anno cade il 21 ottobre 2011). Questa festa celebra il giorno in cui giunge a termine il ciclo annuale delle letture settimanali della Torah e si avvia il nuovo ciclo.
In sinagoga viene letta l'ultima  sezione del libro del Deuteronomio, seguita dalla lettura dei primi versetti del libro della Genesi, per mostrare come l'apprendimento della Torah sia senza fine. Questo evento è celebrato con molta gioia: vengono presi i rotoli della Torah e portati intorno alla sinogoga  in una solenne processione e nessun bambino torna a casa dalla sinogoga senza aver le tasche piene di dolci e caramelle.

Da Daniel Taub - ABC per conoscere l'Ebraismo - San Paolo

IL CAMMINO DELL'UOMO

IL CAMMINO DELL'UOMO
Marcia francescana 25 luglio - 4 agosto 2003