martedì 19 febbraio 2019

L'arte di ricominciare - Differenza fra Isacco ed Ismaele nella nostra vita

" Le cose grandi a cui Dio ci chiama hanno una loro naturalità, non scassinano la realtà, non sono tirate per la collottola, vanno avanti per logica interna, basta assecondarle, vengono fuori con i loro ritmi, la fatica che implicano è lineare, ben finalizzata.
Invece Ismaele è un compromesso, creerà tensioni, renderà schiavi del possesso, perché le due donne staranno contendersi il ruolo.
Ismaele produrrà angoscia riguardo al futuro: " Che ne sarà di questo bimbo? Dovrà essere cacciato?". Ismaele è figlio di un desiderio partito dall'uomo. Una cosa di cui si sono convinti ma era la volontà di Dio comprata da Leroy Merlin.
Quando al capitolo 21 nascerà Isacco, figlio della promessa, un dono, una verità, non un compromesso, egli non sarà parzialmente buono ma buono a tutto tondo. Figlio di Abramo e Sara, Isacco fa sorridere, questo è il significato del suo nome, dà pace, rende liberi, è un regalo, è fedeltà alla memoria, è frutto della relazione con Dio.
Quindi bisogna stare attenti a queste opere di auto narrazione in cui partendo dall'ansia prendiamo le cose di Dio, come Sara fa con Abramo, e le shakeriamo con le cose estranee, per raccontarci che abbiamo fatto la volontà di Dio, semplicemente perché gli ingredienti erano biologici...
Domanda da farsi inciso in cui mi trovo in mezzo alla confusione: niente niente mi sto bevendo il famoso cocktail "Ismael"?
E questo è il primo aspetto del secondo livello."


Fabio Rosini, L'arte di ricominciare, Ed. San Paolo, Cinisello Balsamo ( Milano) 2018, pp. 191-192

L'arte di ricominciare - Le cose di Dio si fanno da sé

" Le cose i Dio si fanno da sé e la vera sapienza consiste nel seguire passo dopo passo la Provvidenza.
Spesso le opere buone si guastano perché si agisce secondo le proprie inclinazioni, le quali trascinano spirito e ragione, fanno vedere il bene desiderabile come fattibile e necessario ciò che in realtà non è; e lo si riconosce in seguito negli insuccessi inevitabili. Il bene che Dio vuole si fa quasi da se stesso, senza che vi si pensi. E' così che è nata la nostra Congregazione; che son incominciati gli esercizi delle missioni e degli ordinandi; che si formò la Compagnia delle Figlie della Carità; che si istituì quella della Dame per l'assistenza dei poveri dell'Hotel-Dieu di Parigi e dei malati della parrocchie; che ci si prese cura dei Trovatelli; e che insomma vennero fuori tutte le opere, di cui ora ci troviamo investiti. Nulla di tutto questo fu intrapreso su disegno da parte nostra. Ma Dio, che voleva essere servito con quelle opere, le ha suscitate lui stesso senza quasi che noi ce ne accorgessimo; e se si è servito di noi, non per questo noi sapevamo dove ci avrebbe portato; ed è per questa ragione che noi lo lasciammo fare, ben lontani dal preoccuparci dello sviluppo, e tanto meno dell'inizio di queste opere. Mio Dio! come desidero, signore, che voi moderiate il vostro ardore e che prima di intraprendere qualsiasi cosa la ponderiate bene ai piedi del tabernacolo! Siate piuttosto passivo che attivo; così Iddio farà per mezzo di voi solo, ciò che tutti gli uomini insieme senza di lui non riuscirebbero mai a fare.
Vi sono cose in cui non dobbiamo agire se non passivamente.
Le opere di Dio  non si fanno quanto lo desideriamo noi, bensì quando piace a lui"


BIBLIOGRAFIA:
San Vincenzo de' Paoli, Perfezione evangelica, Ed. Vincenziane, Roma 1990, pp. 134-135

Citato in:
Fabio Rosini, L'arte di ricominciare, Ed. San Paolo s.r.l., 2018, Cinisello Balsamo ( Milano), pp. 190-191

IL CAMMINO DELL'UOMO

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Marcia francescana 25 luglio - 4 agosto 2003