giovedì 13 febbraio 2014

Bergoglio Jorge - Quale il modo di portare a termine il nostro lavoro?


Era la sua materia preferita e la sapeva benissimo. Eppure lo rimandarono perché non aveva fatto un compito e, in quel momento, intuì che farsi promuovere non sarebbe stato semplice. Che non glielo avrebbero reso facile. Una premonizione che si rivelò azzeccata non appena si trovò davanti ai professori che dovevano esaminarlo.” Allora ragazzo, vediamo… che argomento scegli?” gli chiese uno dei suoi insegnanti. “ Nessuno!” rispose al posto suo il professore, e aggiunse, tra lo sconcerto dei presenti: ”Parlerà di tutto il programma svolto”. Un terzo docente, per cercare di alleggerire la situazione, disse ironicamente:” La cosa buona è che nulla sarà stato studiato inutilmente”.
            Dal fondo dell’aula si levò un mormorio e uno dei compagni, laconicamente, pronosticò:” Lo crocefiggeranno”. Tuttavia gli insegnanti non interruppero l’esposizione  del ragazzo, né fecero domande. Alla fine il suo professore disse:” Ti meriteresti un dieci,  ma dobbiamo darti nove, non per punirti, ma perché tu impari che la cosa importante è compiere il proprio dovere in maniera sistematica, senza permettere che diventi routine; costruire mattone dopo mattone, invece che seguire l’impulso d’improvvisare che tanto ti piace”.
            Il professore era Jorge Bergoglio e l’alunno Jorge Milia, che racconta questo episodio nel suo libro di memorie, De la etad feliz, scritto quant’anni più tardi. “ Non ho mai dimenticato quella lezione, che ho ancora ben presente, né ho mai pensato che mi avessero trattato ingiustamente”

( Tratto dal libro Jorge Bergoglio. PAPA FRANCESCO. Conversazioni con Sergio Rubin e Francesca Ambrogetti- Salani Editore .  Pag. 51)

Si rimane a disposizione dell'immediata rimozione del testo qualora qualcuno degli aventi diritto ne faccia richiesta.

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IL CAMMINO DELL'UOMO

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Marcia francescana 25 luglio - 4 agosto 2003