giovedì 28 marzo 2024

26/03/2024 - Omelia di Paolo Bizzeti al trigesimo di padre Francesco Rossi De Gasperis

 Il giorno 26 marzo 2024 è stato celebrato il trigesimo di padre Francesco Rossi De Gasperis nella cappella della Casa San Pietro Canisio a Roma. Riporto la trascrizione dell'omelia che è stata fatta da padre Paolo Bizzeti. Se qualcuno che legge volesse inviare un proprio ricordo di padre Francesco Rossi De Gasperis, una riflessione, una testimonianza, un saluto o altro può scrivere alla email: francescorossidegasperissj@gmail.com.

2024, 26 marzo - Roma. Cappella della Casa San Pietro Canisio dove si è svolta la messa per il Trigesimo di padre Francesco Rossi De Gasperis.

Il testo è la trascrizione della omelia tenuta da padre Paolo Bizzeti e non è stata rivista dall'autore. Si resta a disposizione per l'immediata rimozione della stessa. I titoletti in grigio sono stati messi arbitrariamente in fase di trascrittura per facilitare una sintesi del discorso.

Gv 13,21-33.36-38
In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà».
I discepoli si guardavano l'un l'altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui.
Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte.
Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire».
Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte».

Omelia di padre Paolo Bizzeti

C'è un punto che mi sembra che ci aiuti a saldare la liturgia della parola con l'evento di cui facciamo memoria. Perché l'evangelista ci dice onestamente che, sul momento, non hanno capito cosa stava succedendo. Nessuno dei commensali capì quello che stava succedendo. Le parole di Gesù, la scelta di Giuda,  la scelta di Gesù con Giuda etc. etc. E questo è normale. Dobbiamo dubitare, quando pensiamo di comprendere le persone, le situazioni in diretta, all'istante. Lì dobbiamo stare attenti. 

Normalmente si comprende dopo la morte e con il tempo la vicenda di una persona - 
Certo non stiamo parlando di cose che abbiano una grande evidenza, ma, normalmente, piuttosto si comprende solo dopo. Anche la vicenda di una persona. Chi era questo Giuda? Chi era questo Pietro? Chi era questo Gesù? E pian piano lo hanno capito. E, normalmente, si capisce dopo la morte. Noi lo sappiamo. Tutti i vangeli sono stati scritti dopo la morte e anche dopo un certo tempo. Perché? Perché è così: ci vuole del tempo per mettere insieme il mosaico. E ogni persona è un mosaico. Che ha tanti aspetti, tante vicende, tante evoluzioni anche. La cosa più triste è quando si incasella una persona con un'etichetta, con una posizione che prende in un certo momento della vita.

Rileggere l'esistenza di padre Francesco - 
Quindi, adesso, che padre Francesco è andato con il Signore, ci ha lasciato nel modo visibile corporeo di essere qui con noi, noi dobbiamo un pò cercare di rileggere la sua esistenza: chi era quest'uomo? 
Adesso, come sapete, c'è questo indirizzo email  (francescorossidegasperissj@gmail.com) dove chi desidera può mandare anche un ricordo di padre Francesco. 

Linee costanti e differenze nei ricordi che abbiamo di padre Francesco - 
Alla fine forse metteremo a posto queste cose, faremo anche un piccolo libretto, ma al di là di questo,  io ho letto in anteprima queste testimonianze, è interessate che ci sono alcune linee costanti delle persone che lo hanno incrociato e ci sono delle cose diverse. Perché poi ognuno effettivamente ha colto un aspetto. Ha vissuto accanto a Francesco in un certo momento della sua vita. 
E anche per me è così. Io ho fatto i primi esercizi con Francesco quando ancora non ero prete, ero scolastico. Poi, appunto, per cinquanta anni l'ho seguito e ho visto tante epoche. 

Gli elementi di continuità della sua vita - 
Certo con una continuità. Con degli elementi ricorrenti, come dicevo, in questo mosaico ci sono tante pietre che sono una costante. E' facile trovarle: la sua dedizione al Signore, al sua dedizione alla Parola di Dio, la sua dedizione alla gente, l'accompagnamento spirituale. Il suo insegnamento. Ha insegnato per decine di anni. 
E possiamo tutti dire, quelli che l'abbiamo conosciuto, sicuramente è stato un uomo con una continuità impressionante. Non si è lasciato abbagliare da incarichi, dal prestigio, dal successo, da nuovi ambienti. E' rimasto un uomo semplice da questo punto di vista.

I momenti di "non linearità" della sua vicenda - 
Però è vero che ognuna delle fasi della sua vita, forse un pò come per tanti di noi, è diversa. Non ha vissuto una vita lineare. Ha vissuto anche momenti drammatici. Avrebbe voluto restare in Giappone. Non è stato possibile. Era stato incaricato di essere rettore al Gesù, un luogo importante, allo Scolasticato Internazionale di quel tempo, la cosa non ha funzionato e tante altre svolte della sua vita. E però appunto, e questo lo ha anche plasmato e ha anche plasmato la relazione delle persone con lui. 

Il cambiamento nella relazione tra padre Paolo e padre Francesco -
Io ricordo benissimo che per moltissimi anni ho avuto una grande soggezione di Francesco. Qualcuno di voi lo ha scritto anche. Incuteva soggezione anche. Io ero impacciato. Molto impacciato, non osavo. 
Poi dopo abbiamo lavorato insieme, quasi alla pari diciamo.
Poi, negli ultimi tempi, era commuovente, mi chiedeva cosa ne pensavo. Ancora forse tre quattro anni fa, voleva scrivere una lunga lettera a Papa Francesco. Non so se poi l'abbia mandata. Comunque una lunga lettera però mi diceva: "Dimmi cosa ne pensi". In qualche modo si erano anche un pò rovesciate le posizioni. Era lui che mi chiedeva che cosa ne pensavo. 

Altre costanti -
Anche se questo, poi, è stato, in realtà, una costante. Mi ricordo che tante volte sembrava un uomo tanto sicuro, poi era un uomo che si interrogava e che si domandava. Mi ricordo, più di una volta mi diceva: "E' importante perché certe cose non vorrei dirle da solo, è importante che ci sia qualche altro compagno della Compagnia che mi dice sì, anche io  sono insieme su queste idee, su queste prospettive". Quindi tanti aspetti. Tanti aspetti e tante costanti: l'importanza dell'amicizia. E' stato un uomo fedele. E' stato un uomo fedele alle persone che incontrava. Si ricordava di tutti. Poi, magari, a volte, per sei mesi non ti rispondeva ad una email. Ma questo è un altro discorso, però, portava nel cuore le persone.

Non era un uomo facile - 
Per uscire da una certa visione, perché dopo morti prevale sempre un pò l'aspetto elogiativo, non era un uomo facile. Per certi anni era un uomo con cui non era semplice collaborare, non era semplice per lui la vita nella Compagnia e anche dei fratelli con lui. Era un fatto. Non era semplice. 
Era un uomo timido, questo alle volte si esprimeva con una certa forza nell'esprimersi che non lasciava troppi spazi ad opinioni diverse. 

Comprendere meglio il patrimonio che ci ha lasciato e quanto sia stato profetico - 
Ma, a distanza di tempo, mi sembra che, con il passare dei mesi e, speriamo, anche degli anni, possiamo comprendere meglio il grande patrimonio che ci ha lasciato e anche quanto lui sia stato profetico. Ecco io ricordo veramente, all'indomani per esempio della Cogregazione Generale XXXII, o anche negli anni precedenti, la sua capacità di leggere il presente con le trappole del presente e le sfide che attendevano la Chiesa. Oggi, molte delle cose che lui ha detto negli anni ottanta sono diventate un discorso comune, ma sono passati quarantacinque, cinquanta anni. 

Non era un uomo che seguiva le mode - 
Non era un uomo che si lasciava facilmente incantare dalle mode. Sicuro. 

Uno studioso, però, molto pratico - 
Voleva sempre guardare in profondità. Fino in fondo. Era uno studioso. Quante volte mi ha detto: "Ma la mia vera vocazione sarebbe stato stare chiuso in qualche biblioteca per studiare!". E poi, invece, ricordo i pellegrinaggi con la sua Renault 4 con cui era passato la mattina a fare la spesa per il gruppo. E questo per esempio è un aspetto che non vorrei che venisse sottovalutato. Cioè che era un uomo importante, che ha avuto anche un successo crescente, ma è rimasto sempre un uomo servizievole, semplice, con una dimensione laicale della vita, se possiamo dire. Feriale forse è l'espressione più adeguata. Dalla capacità di studiare con grande profondità, una delle persone più straordinarie per riflessione teologica, biblica, che abbiamo avuto, però dall'altra parte ti diceva: "Vai in quel supermercato lì perché lì si risparmia". Faceva la spesa per i gruppi risparmiando, perché era molto pratico. Come quando caricava la sua Renault 4 e faceva questo lungo viaggio da Roma fino a Israele sulla nave, portando di tutto, senza mai dimenticarsi un paio di bottiglie di amaro che la comunità dei padri di Gerusalemme gli chiedeva di portare dall'Italia.

Tante tessere dello stesso mosaico - 
Quindi tanti aspetti, tante tessere di mosaico.
Come, appunto quelle che ci vengono presentate oggi in queste letture. Lo stesso servo del Signore. Lo stesso Signore Gesù è una persona che ha tanti aspetti. E' un uomo deciso, è un uomo sicuro, eppure ci viene detto che ci sono dei momenti in cui si domanda se ha faticato inutilmente. 
E sicuramente quella serva, vedendo quel risultato di tre anni di insegnamento, di miracoli, di vita insieme, vedere ancora i suoi che non capivano, che si erano fatti i loro viaggi su come si doveva fare il salvatore, sicuramente, lo ha espresso anche citando quei salmi, si è sentito anche: "Ma cosa ho fatto? Ma cosa sono riuscito a combinare della mia vita?".
Quindi così tutti noi. 

E' un tempo in cui dopo la morte di una persona sembra che tutto ciò che lo riguarda viene dimenticato rapidamente - 
Noi viviamo in un'epoca in cui immediatamente chiudiamo e passiamo oltre. Non c'è più tempo. Si fanno i funerali e non dico dopo una settimana, dopo un'ora si è già dimenticato tutto. Dopo un mese, sembra che sia passato un'eternità. In questo il medio oriente, in Turchia dove vivo, c'è ancora, invece, una grande cultura di ricordo, di memoria, dei morti. Si fanno le ricorrenze. Veramente, la gente ci tiene tanto a coltivare, a tenere viva la memoria. Siamo diventati consumistici anche in questo. Consumiamo le vite, consumiamo le persone. 

Il dopo morte è un momento prezioso per meglio capire il mistero di una persona - 
Consumiamo quello che hanno fatto, mentre, invece, finisco riallacciandomi a quanto detto all'inizio, il dopo morte sarebbe il momento più prezioso per rileggere una vita, per rileggere un libro, per cercare di comprendere il mistero di una persona, perché alla fine ognuno di noi è un mistero profondo.
Padre Francesco non sfugge a questo. Quindi custodiamo dentro di noi la memoria. Dedichiamo ancora del tempo a ritornare su quello che ci ha lasciato. Un patrimonio notevolissimo. Una miniera da cui ancora possiamo estrarre molte dritte preziose. 

2024, 26 marzo - Roma. Cappella della Casa San Pietro Canisio dove si è svolta la messa per il Trigesimo di padre Francesco Rossi De Gasperis. Un momento della comunione.

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