lunedì 2 dicembre 2019

Matteo 24, 37-44 - Atteggiamento di chi attende nelle cose il Signore e in quelle lo incontra - Commento al vangelo di Don Fabio Rosini


Il testo risulta dalla trascrizione del file audio di Radiovaticana reperibile al link: audio del commento al Vangelo. Si resta a disposizione degli aventi diritto per l'immediata rimozione del testo. I neretti e i titoli dei paragrafi in grigio sono stati aggiunti al testo solamente con lo scopo di paragrafare il testo e non fanno parte del discorso originale.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata. Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Matteo 24, 37-44


Siamo invitati a guardare alle ultime cose
Entriamo in un nuovo anno liturgico con la prima domenica di Avvento, dove la tematica, come sempre nella prima parte dell'Avvento, è una tematica escatologica. Escaton in greco vuol dire ultimo, cioè noi siamo invitati a guardare alle ultime cose, come già più volte abbiamo sottolineato, si comincia sempre dalla fine, ovverosia si comincia dal fine delle cose. Per capire ogni passo della nostra vita dobbiamo capire dove ci sta portando la vita. Per capire ogni realtà bisogna capirne lo scopo. 

La realtà ha come meta Gesù
Allora tutto parte da un momento sapienziale per cui se noi dobbiamo iniziare un nuovo anno liturgico, la prima cosa che fissiamo è l'Avvento finale del Signore. Tutta la storia orienta ad un ritorno di Gesù. Gesù che abbiamo celebrato nella domenica precedente come re dell'universo, è veramente ciò verso cui va tutto. L'uni-verso è veramente colui che è la meta della realtà. 

L'atteggiamento da avere a riguardo della storia e il momento di Noé
Allora in questo senso noi ci troviamo di fronte ad un testo che è il capitolo 24 del vangelo di Matteo, che da questo momento in poi mediteremo in questo anno A, che mette in parallelo l'atteggiamento da avere a riguardo della storia e a riguardo di tutto quello che è il fine della storia con il momento di Noé, il momento del diluvio. E guarda, questo testo, a come vivevano le persone che vennero spazzate via dal diluvio. Il diluvio rappresenta la corruzione. Ciò che in questo mondo è destinato a sparire, è destinato ad essere spazzato via dalla storia.

Il diluvio avviene molte volte nella storia e nella vita delle persone
Il diluvio avviene molte volte nella storia, molte volte la storia passa con un tergicristallo e di colpo tutto quanto sembra resettato, messo a capo, e tante cose che sembravano imprescindibili, assolute, importantissime, vengono portate via. La storia volta pagina molte volte ed è una cosa molto seria e molto spesso quando si è attaccati, abbarbicati a qualche cosa che deve essere portato via, si finisce nel nulla, si finisce in una vita senza consistenza. Questo è frequente. 
Allora come furono i giorni di Non così sarà la venuta del figlio dell'uomo. Di quale venuta parliamo? Certamente parliamo dell'esito finale della storia, ma anche attraverso quel che abbiamo detto fino ad adesso, noi ci ricordiamo che il Figlio dell'Uomo, viene più di una volta, visita la storia più di una volta, la resetta, come abbiamo già detto, più di una volta. 

Gli azzeramenti nella vita accadono
Così, avviene nel momento in cui tutto viene azzerato e gli azzeramenti nella vita accadono quando uno meno se li aspetta.
Mentre uno sta, come dice qui, mangiando e bevendo, prendendo moglie e prendendo marito, ma poi Noé entra nell'arca, questo mezzo pazzo che non si capisce perché abbia costruito una nave in montagna, ma cosa sta facendo, questo che vive per cose che non son successe, che assolutizza cose che non hanno nessuna importanza, che è un fissato con la religione, ascolta Dio, ascolta queste cose qua, ascolta delle voci, sarà mezzo pazzo appunto, ma pensiamo a mangiare e bere, prendere moglie e prendere marito. 

Prendere: un atteggiamento in funzione del mio appetito. Vivere per appagarsi.
Qui non si colpevolizza il matrimonio. Qui è molto interessante l'atteggiamento. Prendere moglie. Prendere marito. Cioè l'atteggiamento per cui tutto è in funzione del mio ego. Io non mi sposo, prendo moglie. Il linguaggio è prensile, aggressivo, possessivo. Vivere per appagarsi, vivere per riempire le proprie esigenze, mangiare e darsi compagnia. Il nuovo rito del matrimonio giustamente dice: io accolgo te come mia sposa. Una sposa si accoglie come un dono. Qui siamo di fronte al prendere che è un atteggiamento molto umano ed è vivere un pochino per il proprio appetito affettivo o fisico. 

Noé vive per un'altra cosa, per cose un pò più serie e resta in piedi.
Invece Noé vive per un'altra cosa. E così è della venuta del Figlio dell'Uomo. E ci sarà una selezione. Uno vive in una maniera, uno vive in un'altra. Non dobbiamo semplicemente guardare questo come la chiave della dannazione o della salvezza, no. Dobbiamo guardare nel pratico.
Tante volte c'è questo colpo di tergicristallo che spazza via le cose. Ed è interessante: chi resta in piedi? chi viveva per cose un pò più serie, chi stava orientato su ciò che vale un pò di più.

Come si capisce che cosa vale di più?
E qui dice Gesù: come si capisce che cosa è questo che vale un pò di più? Vegliate perché non sapete. Allora si oppongono due verbi. Vegliare e sapere. Dice: ma se un ladro  viene quando un padrone lo sa, il padrone non si fa scassinare la casa. E allora? Non funziona così. Tenetevi pronti perché nell'ora che non immaginate, viene il Figlio dell'Uomo. Dovete vegliare, ma non sapere né immaginare. Non è nella immaginazione umana capire come Dio opererà. Non è nella sapienza umana, capire come Dio resetterà la storia. Bisogna avere gli occhi aperti.  Qui non si tratta di essere particolarmente intelligenti o immaginativi. Non si tratta di fare i conti in tasca a Dio e capirne le strategie, perché nessuno le può veramente inquadrare in uno schema. 

Vegliare: aprire gli occhi quando dovrebbero essere chiusi. 
Qui si tratta di avere gli occhi aperti. Cosa vuol dire vegliare? Chi veglia? Se una persona a mezzogiorno sta con gli occhi aperti non sta facendo una veglia. Si fa una veglia quando dovrebbero stare tutti a dormire, ma tu stai con gli occhi aperti. Hai vegliato. Vegliare si veglia di notte, vegliare non si veglia di giorno. Allora vegliare vuol dire aprire gli occhi quando dovrebbero essere chiusi. Non si tratta di andare secondo giorni e notti umani. Ma di andare secondo un'attesa. Veglia chi attende, veglia chi aspetta qualcosa, veglia chi cerca qualcosa, veglia chi pensa che c'è qualcosa da vedere. C'è qualcosa da vedere. 

Il sonno esistenziale in cui cadiamo tutti
Le persone campano, tirano a campare, mettono insieme il pranzo con la cena, come si dice a Roma, ma non guardano, non cercano, hanno gli occhi interiori chiusi, non si chiedono dove li sta portando la vita, non si chiedono cosa sta facendo Dio. Tutti cadiamo in questo sonno esistenziale, mangiamo, beviamo, prendiamo moglie, prendiamo marito, ci associamo, prendiamo iniziative, costruiamo cose, ma non vegliamo, non guardiamo l'oltre delle cose, non guardiamo chi sta arrivando. 

Nelle cose si sta preparando qualcosa. Avere presente che il Signore viene nelle cose e nelle cose lo incontra
Nelle cose sta arrivando qualcuno. Nelle cose si sta preparando un colpo di spugna, un volta pagina. Le cose finiscono. Bisogna guardare chi non finisce. Comincia l'Avvento. L'Avvento è un atteggiamento della Chiesa, quello per cui sa che il Signore viene nelle cose, non si sorprende del fatto che la storia vada in modo diverso da come noi immaginiamo e sappiamo. E' l'atteggiamento di chi attende nelle cose il Signore e lo incontra nelle cose. 

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