sabato 7 dicembre 2019

Matteo 3, 1-12 - Che venga il Signore e ci liberi e ci purifichi da ciò che in noi non dà buon frutto - Commento di don Fabio Rosini


Il testo risulta dalla trascrizione del file audio di Radiovaticana reperibile al link: audio del commento al Vangelo. Si resta a disposizione degli aventi diritto per l'immediata rimozione del testo. I neretti e i titoli dei paragrafi in grigio sono stati aggiunti al testo solamente con lo scopo di paragrafare il testo e non fanno parte del discorso originale.

In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaìa quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!». E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all'ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: "Abbiamo Abramo per padre!". Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell'acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».  
Matteo 3,1-12


Giovanni Battista predica in maniera non convenzionale e richiama tante cose della storia di Israele:
Nella seconda domenica di Avvento di questo anno A, noi ascoltiamo la predicazione di Giovanni Battista nei primi 12 versetti del capitolo 3 del Vangelo di Matteo. Giovanni Battista ha una predicazione sorprendente, strana, non convenzionale, eppure quel che lui fa richiama tante cose della storia di Israele. Va nel deserto. Si mette nel deserto a gridare. Nel luogo in cui il profeta Isaia aveva detto tanto tempo prima di preparare la via del Signore. E' nel deserto che si prepara. 

Nel deserto Israele si ritrova per quaranta anni dopo il luogo della schiavitù e della distruzione per imparare che la vita è precarietà e per imparare a vivere
Certo. E' nel deserto che il popolo di Israele ha vissuto il suo training fino alla terra promessa. Ha vissuto che cosa? Nel deserto lì dove Giovanni Battista va e si veste con una veste di peli di cammello e con una cintura ai fianchi e il vestito di un penitente, con il vestito di un pellegrino, con il vestito di un disinstallato. Era lì che Israele viveva la sua fase nomadica, dopo quattrocento anni di installazione in una terra prospera, ma vorace. Prospera, ma tragica. Dove loro erano diventati schiavi, il miraggio del benessere era diventato per Israele il luogo della tortura, della distruzione. Da lì erano usciti e per quarant'anni dovevano camminare imparando che la vita è precarietà, per arrivare a vivere in un altra maniera nella terra promessa. Tutto questo è un tentativo pedagogico costantemente in atto da parte della Provvidenza nei confronti dell'uomo.

Giovanni Battista chiama tutti a cambiare mentalità: andare nel deserto per arrivare al regno dei cieli:
E Giovanni Battista chiama tutti quanti alla conversione, al cambiamento di mentalità, perché il regno dei cieli è vicino. E' una nuova pellegrinazione quella che bisogna fare. Andare di nuovo nel deserto per arrivare non alla terra di Canaan dove già si sta, ma al regno dei cieli, che è a portata di mano, si sta avvicinando, non bisogna farselo scappare. 

Parole durissime per i farisei e per i sadducei
E allora si parla in certi termini. Lui accoglie le persone e avrà delle parole durissime per i farisei e per i sadducei. Accomunando per altro così due partiti religiosi molto differenti fra di loro. In un certo senso la linea progressista farisaica e la linea conservatrice più dedita al potere dei sadducei. E' curioso che li insulterà. 

La metafora della scure. Bisogna tagliare:
Ma userà un'espressione: " Io vi dico che già la scure è posta alla radice degli alberi, perché ogni albero che non dà buon frutto venga tagliato e gettato nel fuoco". Ecco deve arrivare l'annunzio di questa scure, fra le varie altre cose che dice Giovanni Battista. Si appoggia la scure alla radice dell'albero prima di colpirla. E' tradizione che chi colpisce prima avvicina l'attrezzo al colpo per allontanarlo e colpire nel punto preciso. Dove arriva la lama della scure, dove si avvicina, dove viene appoggiata la scure sarà dove bisognerà tagliare. Bisogna tagliare. 

Se viene il Signore bisogna tagliare
Siamo nel tempo di Avvento. Alla lunga guardiamo già anche verso il Natale, siamo in quella parte dell'Avvento in cui si parla della venuta in sé, si medita in sé la venuta del Signore. Ma che cosa è la venuta del Signore se viene nella mia vita, se viene nella nostra esistenza anche viene una scure. Anche viene un fuoco. Perché di fatto dirà proprio questo Giovanni Battista, "egli vi battezzerà in  Spirito Santo e fuoco, arriverà qualcuno che raccoglierà il frumento e brucerà la paglia". C'è una parte da perdere. E' inutile. Nella vita non si va avanti se uno non accetta dei tagli, delle perdite, delle selezioni. 

La matrice della insipienza nelle tradizione cristiana è la avarizia
La matrice della insipienza e della mancanza del discernimento viene collegata dalla tradizione spirituale cristiana alla avarizia. All'incapacità alla rinuncia. Viene collegata al fatto di non voler perdere niente. 

Se il Signore viene smaschera delle cose e devo perdere ciò che che non è buono bello e che è ambiguo per fare spazio a ciò che è buono, bello
Se viene il Signore, se entra la verità nella mia vita, verranno smascherate delle cose, dovrò perdere delle cose. Se entro in qualcosa di buono e di bello come il Signore è, come il regno dei cieli è, dovrò perdere tutto ciò che non è buono e bello. Anche quello che è ambiguo dovrò perdere. Ogni albero che non dà frutto. 

Dobbiamo desiderare che il Signore arrivi e ci liberi da quello che non porta frutto
Dobbiamo veramente desiderare che il Signore arrivi con tutta la chiarezza, con tutta la selettività, anche con la durezza che serve. Perché dobbiamo liberarsi dalle scorie, dalla paglia che non è feconda, che non porta frutto. Dobbiamo liberarci da tutti i rami stupidi e inutili della nostra vita. Questa è una liturgia per ringraziare Dio che con noi vuole fare cose vere, serie, belle, feconde, utili, che portano da qualche parte. Ma su tutto il resto il Signore appoggia la scure alla radice dell'albero per tagliarlo. Lasciamo che lo faccia. Qui si tratta di aprire il cuore veramente a liberarci da tutto ciò che non serve. Mille volte capita di dover affrontare cose tragiche nella vita, e trovarsi carichi di una zavorra inutile stolida, che non porta da nessuna parte. 

Il Signore ci libera, ci purifica e ci spoglia di ciò che è inutile e ci danneggia
Il Signore ci deve costantemente purificare. Il processo della purificazione è importantissimo. Dobbiamo supplicarlo che ci spogli di quel che è inutile, di quel che ci danneggia, di quel che ci appesantisce. Ecco arriva Giovanni Battista, annunzia l'irruzione del salvatore, ma il salvatore è secondo la salvezza. E se viene il regno dei cieli è secondo il cielo e non secondo quel che è piccolo e di passaggio. 

C'è una vita asciutta, bella, libera. E se viene il Signore ci liberi da quello che ci inganna e ci fa perdere tempo, da ciò che non è umano, non è il bene
C'è una vita asciutta e bella e libera. C'è una vita agile. La vita di chi non si perde con le stupidaggini. Non si perde con le minutaglie inconsistenti in cui tante volte ci si impiccia nella vita. Venga veramente lo Spirito Santo e venga come fuoco e bruci le nostre menzogne. E ci liberi dai nostri pesi. E liberi un pò tutti. E liberi la Chiesa dalle perdite di tempo e dalle sue trappole e dagli inganni in cui sa cadere. Liberi i cristiani da tutto ciò che non è cristiano. Liberi gli uomini da tutto ciò che non è umano. Liberi il mondo da tutto ciò che non è il bene. 

Veramente colpisca il Signore. Bisogna chiederglielo. Anche se quando colpisce fa male perché noi ci affezioniamo alle cose piccole, ci affezioniamo alle cose seconde. Viene Giovanni Battista, viene vestito come un pellegrino per portarci tutti nel pellegrinaggio. Per tirarci fuori dalle nostre installazioni, per rimetterci nel deserto che porta alla luce, che porta al regno dei cieli. 

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