sabato 19 novembre 2022

18/11/2022 - Padre Francesco Rossi De Gasperis - Anche oggi sono stato irraggiato.

Oggi sono andato come spesso a salutare padre Francesco. L'ho trovato bene. Lucido nei ragionamenti. Come sempre saggio. Si è interessato di quello che stavo facendo, di come stava andando la mia vita. Una conversazione rapida perché il traffico di Roma mi ha impedito di arrivare puntuale all'appuntamento. Quando sono venuti a chiamarlo per il pranzo le persone arrivate ci hanno fatto la cortesia di farci questa foto insieme. Anche oggi ho ricevuto l'irraggiamento di cui parla Romano Guardini nel suo libro. Anche oggi, solo con il suo essere padre Francesco ha reso manifesto il senso delle cose. 

2022, 18 novembre - Spero di non mancare di rispetto al mio caro padre Francesco nel pubblicare questa foto. Nel caso fosse, toglierò questo post. 

In questi giorni poi mi è capito di seguire l'incontro di padre Maurizio Botta, dell'Oratorio della Chiesa Nuova di Roma, sulla vecchiaia. Ne ho tratto alcune citazioni e mi ha sollecitato alcune riflessioni:

Romano Guardini, L’età della vita.
"Ci sono due tipi di attività. Quella della dinamys immediata, che è la forza con cui si controlla e con cui si organizza. E quella del senso delle cose, della verità e del bene.
Nell’uomo adulto esse stanno in un certo equilibrio. Egli deve produrre, lottare, imporre. Beninteso produrre ciò che è autentico, lottare per ciò che è giusto, imporre il bene.
Diventando vecchio, la dinamys si affievolisce.
Tutta via nella misura in cui l’uomo consegue le sue vittorie interiori, la sua persona lascia per così dire il senso delle cose. Egli non diventa attivo. Bensì irradia. Non affronta con aggressività la realtà. Non la tiene sotto stretto controllo. Non la domina. Bensì rende manifesto il senso delle cose e con il suo atteggiamento disinteressato gli da un’efficacia particolare
".

Una altra citazione è tratta da Cicerone, nel De Senectute nel 44 a.C.
“Io conosco molti che sono invecchiati senza lagnarsi e molti non rimpiangono affatto di essersi liberati dalla tirannide dei piaceri. La vecchiezza non impedisce di avere parte attiva negli affari perché le cose importanti non si fanno né con la forza, né con la agilità o la celerità, ma col senno, col prestigio, con le idee. Doti queste di cui la vecchiezza, solitamente, non soltanto non si impoverisce, ma addirittura si arricchisce…”
“Se poi sbaglio a credere che l’anima degli uomini è immortale, è un errore questo che commetto volentieri. Né vorrei, finché vivo, mi fosse strappata un’illusione dalla quale non mi viene che gioia…”
“Questo avevo da dire sulla vecchiezza e vorrei proprio che arrivaste ad essere vecchi per sperimentare voi stessi quel che avete udito da me…”


Don Giussani nella fase finale della sua vita dice alla sua fisioterapista:
"Per stare con pazienti come noi, per sostenere la speranza degli uomini ci vuole molta forza. E questa forza non viene da te, non illuderti. O vivi in memoria di Cristo, o non riuscirai a tenere lo sguardo su di noi. All'inizio lo farai, ma poco a poco comincerai ad abbassare gli occhi. Poi ad indietreggiare. Poi inizierai a lamentarti". 

Aggiunta del 20/11/2022
Ieri ho capito che ad essere buoni vecchi ci si prepara da giovani e da adulti. Questo conviene sempre, anche se si muore prima di diventare vecchi. Perché per diventare buoni vecchi, bisogna credere da giovani e da adulti alle cose che contano a tutte le età, anche a novanta anni. Avere interessi resistono all'impatto del tempo. Credere alle cose vere. Certo i giochi del cellulare non resisteranno al tempo. Nemmeno le mode, per definizione momentanee, né le ideologie strutturalmente lontane dalla realtà. Né i vizi. Ne gli odi. Né le miserie che tutti avremmo e abbiamo e che dobbiamo contrastare. Le verità fondamentali, quelle raccontate nei vangeli, nelle storie della bibbia, nei grandi classici resisteranno. L'amore per le cose belle. Queste cose resisteranno perché parlano del senso delle cose. Della realtà per come è data, non per come la inventiamo noi. Un professore di urbanistica di Palermo ormai anziano e con inizio di demenza veniva portato ogni giorno nella cattedrale (forse) di Monreale e ogni giorno riscopriva, lui che sapeva decifrare la meraviglia di quell'architettura, lo stupore della scoperta di una cosa bella. Questo ogni giorno, seppure inizialmente demente, lo aiutava a ritrovare incredibilmente un senso della vita. Lo stesso varrebbe forse per un contadino portato da anziano ad assistere alla mietitura del grano. E così via. Coltivare quello ci fa essere persone di spessore a tutte le età, dà sapore a quello che siamo: da giovani, da adulti e se ci arriviamo anche da vecchi. Potremmo, forse, essere vecchi che illuminano i giovani semplicemente con la loro presenza. Che sanno consigliare. Indirizzare. Guidare. Sapremo forse accettare la realtà dell'ultima parte della vita terrena, spesso segnata dalla malattia, dai limiti fisici e scoprirne il lato migliore. Imparare ogni giorno cose nuove fino all'ultimo giorno e fino all'ultimo giorno irradiare con la nostra presenza le persone che ci stanno accanto.


Ecco il link dell'incontro su I cinque passi tenuto da padre Maurizio Botta:
https://www.youtube.com/watch?v=zVd4yl97hfY

Testo di Romano Guardini tratto da questo post:
https://carlomafera.wordpress.com/2019/05/28/per-invecchiare-bene-bisogna-abbracciare-leternita/

 Se vuoi e ti fa piacere, lasciami un commento sotto il post. Basta cliccare sulla scritta Posta un commento che vedi sotto. Per me è un aiuto e uno stimolo ricevere un commento di ritorno. Se poi firmi anche il commento sarò molto contento. 
Se scriverai il tuo indirizzo email ti potrò anche rispondere. Se vuoi lasciare un commento privatamente puoi scrivermi alla mia email: andreapiola@yahoo.it

Nessun commento:

IL CAMMINO DELL'UOMO

IL CAMMINO DELL'UOMO
Marcia francescana 25 luglio - 4 agosto 2003