venerdì 25 novembre 2022

Diario - 26/11/2022 - Il rapporto con mio padre oggi

2017, 12 febbraio - Mio padre, nella sala di casa sua, ripara un ombrello.

Mio padre, evidentemente, quella sera a casa sua aggiustava un ombrello.

Sinceramente a più di sei mesi dalla sua morte, mi manca non assistere a tutte le cose più strane che mio padre intraprendeva davanti a me. Mi manca è vero.
Però la soluzione di un grande amore per un padre che è morto, come in vari casi di lutto, come forse credo per esempio quello di un padre per un figlio, di una moglie per un marito, o di un caro amico che scompare all'improvviso non è da trovarsi nelle cose che mancano.
E' da trovarsi nelle cose che uniscono.
Una prima esperienza che ho fatto è questa: ho visto che nei momenti di mio dolore profondo, dopo la sua morte, sempre "provvidenzialmente" papà compariva in un sogno, con una frase detta da qualcuno, con un colpo di scena a darmi una mano, a tirarmi fuori d'impaccio o dal baratro.
Da poco tempo invece, lo inizio a sentire con me quando compio qualcosa che è animato dallo stesso spirito che animava le sue azioni più nobili.
Papà era innamorato della Vangelo, del Signore e mi ha trasmesso questa sensibilità, questo approccio alla vita.
Quando compio qualcosa che è animato dallo stesso spirito che lo animava, ecco che sento papà vivo accanto a me.
Non sono cose necessariamente uguali a quelle che compiva lui, come se fosse una imitazione.
No. Nelle cose che compio, che pur essendo diverse da quelle concrete che lui compiva, sono animate dallo stesso spirito di quelle che lui compiva.
Se lo dovessi spiegare in altri termini direi così.
Invece che sentirlo vivo quando ricordo che riparava ombrelli, cosa che mi lascerebbe solo nella malinconia e nella tristezza, ( "Cercando tra i morti colui che è vivo" cfr. Lc 24,5), lo sento vivo quando mi metto a riparare qualcosa. Un ombrello. Un cassetto. Un rapporto. Offrendo una consulenza medica e guarendo o comunque prendendomi cura di una persona. Offrendo una consulenza di counseling ad una coppia in crisi e aiutandoli. O aiutando una figlia di un paziente in ospedale a portare una bombola di ossigeno fino all'entrata dell'ospedale, cosa che nell'opinione comune non dovrebbe fare un medico (Perché poi? Un medico non è forse lì per servire i pazienti?). Forse semplicemente prendendomi cura di me.

Forse è solo venerdì sera e i pensieri sono più vivaci.
Elaborazione del lutto o qualcosa di più?
Buona notte

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Ciao Andrea sono Carlo Chieruzzi, come ricorderai anch'io ho perso papà13 mesi fa e mi ritrovo molto nella tua riflessione.
Io sento molto presenti entrambi i miei genitori (anche mia madre è morta 31 anni fa ) ho trovato molta pace nella preghiera soprattutto nell'Eucaristia dove anche loro sono presenti.

IL CAMMINO DELL'UOMO

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