sabato 18 settembre 2010

Wanda Poltawska - Diario di un'amicizia

Frammenti del libro

..."Non è forse così, che veramente siamo capaci di certi impulsi buoni, perfino eroici, ma al di là di questo, così deboli, da essere incapaci di una " vita buonaa", trascinati di qua e di là dai nostri impulsi, senza poterli dominare pienamente, incapaci di una " piena libertà"?
Il campo di concentramento, il contatto continuo conla prospettiva della morte aveva cambiato la sua visione del mondo, le aveva rivelato la nullità di ciò per cui di solito ci preoccupiamo di più nella nostra vita quotidiana, " normale" e borghese. Quindi come molti ex prigionieri, non riusciva a trovare per sé un posto tranquillo nel mondo al di fuori del campo; la vita familiare e professionale non le bastava; non riusciva a placare la sua inquietudine e il suo senso di estraneità. Cercava qualcuno che la capisse e la aiutasse, e si imbatte in un confessore, don Karol Wojtyla."...
Pag.12

...Nel mondo di oggi, dominato dai mezzi di comunicazione imbevuti di sesso - un mondo nel quale baciare un bambino sulla fronte fa pensare alla pedofilia, e un bacio fraterno fra amici può essere facilmente interpretato come un indizio di omosessualità- l'amicizia tra un uomo e una donna suscita automaticamente l'idea dell'aspetto sessuale della relazione. soprattutto in questo campo, l'Autrice non poteva non aver incontrato, nella sua storia del tempo di guerra e nel lavoro successivo al consultorio, dei fatti che deponevano a favore dellla conferma della risposta negativa alla domanda che si era posta: l'uomo era capace di una "buona vita" e non solo di impulsi scordinati? Poteva essere davvero interiormente "libero e puro"?...
Pag. 13

...La direzione spirituale e la vicinanza personale delgrande sacerdote hanno permesso a mia moglie, Wanda Poltawska, di raggiungere l'armonia e la pace, le hanno reso possibile conciliare il lavoro per gli altri con la vita familiare e, col passare degli anni - ne sono trascorsi appunto sessanta - hanno reso possibile il continuo approfondimento e aumento della nostra vicinanza e armonia coniugale...
Pag. 13

Una persona non può pienamente capire e possedere se stessa, senza l'aiuto di Dio. Questo è il messaggio di Giovanni Paolo II. Lo svolgimento dell'amicizia - si può dire addirittura: dell'esperimento - presentato nel libro, e i suoi frutti sono una testimonianza che donferma la risposta positiva alla domanda sull'uomo, alla domanda che oggi sipone in modo così drammatico davanti all'umanità. Questa testimonianza deve essere vista, io penso, come un " dono": un dono di un grande papa all'umanità che domanda. La pubblicazione del libro è in un certo modo, la consegna di quel dono. Sono felice e orgoglioso di aver potuto contribuire alla sua preparazione.
Mi viene in mente qui una citazione da Aristotele, spesso richiamata dal filoso che forse ha mostrato nel modopiù preciso e profondo gli errori e le illusioni del pensiero moderno e della nostra civiltà, Robert Spaemann :" Quello che possiamo fare grazie agli amici è, in un certo senso, anche quello che possiamo compiere da soli" (*). Il più grande e il più potente amico dell'uomo è invece Dio, il sostegno ultimo di tutte le persone di buona volontà - di tutti i nostri amici - e il Padre amorevole di tutti, senza eccezione

(*) Aristotele, Etica Nicomachea, III, 1112b25
Andrzej Poltawski
Cracovia, 8 marzo 2008
Pag. 14

Nessun commento:

IL CAMMINO DELL'UOMO

IL CAMMINO DELL'UOMO
Marcia francescana 25 luglio - 4 agosto 2003