domenica 12 dicembre 2010

Auguri di Buon Natale

Questo presepe è fatto a mano. E' uno dei presepi provenienti da tutto il mondo esposto nel chiostro del convento di Santa Maria degli Angeli ad Assisi.


Ogni nazione ha contribuito a costruire il presepio con gli elementi caratteristici della propria cultura. Per esempio alcuni africani sono fatti con le foglie della pianta di banane.
Quello fotografato mi sembra sia il dono della Liguria.

Intanto nelle case si consumano delle giornate particolararmente belle. Mi riferisco a quei pomeriggi in cui le donne si riuniscono in un rito mai dimenticato, pomeriggi presenti nella memoria degli adulti che lo ripropongono alle nipoti della famiglia e così lo rivivono e lo fanno conoscere alle giovani generazioni di modo che loro possano a loro volta insegnarlo a quelle che verranno.
Sono momenti magici in cui si perde la dimensione del tempo presente per entrare in un tempo eterno in cui una generazione da la mano a quella che la ha preceduta.


Il Natale ritrovato
C’è proprio bisogno di ri-diventare bambini, “bambini nel cuore”, per essere capaci di “vedere ciò che veramente è grande, bello, gioioso”: bambini come furono i pastori che, inaspettatamente, nella notte, videro sulla povertà aprirsi il cielo, e popolarsi di angeli che cantavano “Gloria”, annunziando che a pochi passi c’era una grotta e che nella mangiatoia c’era un bambino e quel Bambino era il Salvatore del mondo, era Dio”.
Chi riesce a svincolarsi dai lacci della pubblicità che invade ogni spazio e tempo che precedono il Natale, riesce faticosamente a recuperare il gusto delle tradizioni natalizie religiose dell’infanzia, in particolare la realizzazione del presepe casalingo con il muschio e i sassolini di ghiaia, e la carta stagnola per limitare il laghetto al quale si abbeverano le pecore bianche di gesso.
Una vecchia sveglia a molla, sistemata sopra la scrivania, fa muovere, con il suo trillo, una pastore di gesso che lo scorso anno, per dimenticanza, non era stato messo fra i personaggi del presepe.
Il movimento viene interpretato come l’inizio del viaggio verso Betlemme e fa nascere il desiderio di partire, con il pastore, verso quella grotta in cui la Vergine Maria teneva fra le sue braccia la “Luce del mondo”.
(Luigi Ferraresso)

Andiamo fino a Betlemme. Il viaggio è faticoso, lo so. Molto più faticoso di quanto sia stato per i pastori. I quali, in fondo, non dovettero lasciare altro che le ceneri del bivacco e le pecore ruminanti tra i dirupi dei monti. Noi, invece, dobbiamo abbandonare i recinti di cento sicurezze, i calcoli smaliziati della nostra sufficienza, le lusinghe di raffinatissimi patrimoni culturali, la superbia delle nostre conquiste… per andare a trovare che? “Un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia”…
Mettiamoci in cammino senza paura. Il Natale di quest’anno ci faccia trovare Gesù e, con lui, il bandolo della nostra esistenza redenta, la festa del vivere, il gusto dell’essenziale, il sapore delle cose semplici, la fontana della pace, la gioia del dialogo, il piacere della collaborazione, la voglia dell’impegno storico.
(Don Tonino Bello)



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