giovedì 13 ottobre 2011

"Status quo" in Terra Santa

La questione della proprietà dei Luoghi Santi è sempre stata molto accesa da parte delle diverse comunità cristiane che risiedevano a Gerusalemme. La contesa si acutizzava di più quando i sultani turchi si mostravano più brutali e venali. Infatti il sultano di Constantinopoli ( Istambul) considerava i Luoghi Santi come proprietà dello stato e li assegnava semplicemente a chi offriva di più.

Circa l'anno 1633 iniziò una lotta aperta tra greci e latini per l'egemonia su tali luoghi. Alcuni santuari cambiarono spesso di padrone in relazione agli alti e bassi della politica turca ed alla somma di denaro che veniva offerta.

In questa assurda situazione di intrighi, protrattasi per secoli, quelli che ne fecero le spese maggiori furono soprattutto i francescani, che in Terra Santa rappresentavano allora i cattolici.

Nel secolo scorso furono fatti deversi tentativo per reintegrarli nei loro diritti. Nel 1850, su interessamento del ministro di Francia a Costantinopoli, fu nominata una commissione di francesi e turchi per definire la questione.

L'opposizione violenta del governo russo, spise il sultano Abdul Magid, nel febbraio del 1852 ad emanare il famoso firmano che stabiliva in linea di massima il mantenimento delle condizioni di fatto ( status quo) in cui si trovavano le diverse comunità cristiane alla data del decreto.
 In altre parole, il firmano congelò i reclami dei francescani sui santuari da cui erano stati espropriati lungo i secoli.

Lo status quo è tuttora in vigore e praticamente riguarda la coesistenza nei tre santuari: Santo Sepolcro, Basilica e Grotta della Natività a Betlemme, la Tomba della Madonna ( o chiesa dell'Assunzione) nella quale però, per protesta, i francescani non hanno mai voluto esercitare il diritto di ufficiarvi.


Da Guida bibblica e turistica della Terra Santa - IPL

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