lunedì 6 ottobre 2014

Il popolo curdo stretto nell’enclave di Kobani – Il senso del male e il limite che Dio gli impone


Immagine reperita al seguente:  http://news.nationalpost.com/2014/05/11/they-cut-hands-cut-heads-play-with-corpses-islamic-extremists-fighting-brutal-war-against-kurds-in-syria/

Immagine reperita al seguente indirizzo: http://www.bergamopost.it/cambiare-rotta/succede-kobani/
Nell'enclave di Kobani, la popolazione a maggioranza curda sta resistendo ancora per poco e oltre le sue possibilità ai guerriglieri dell'Isis che avanzano. Alle spalle la frontiera turca. Una situazione terribile. 
Come in altre circostanze di questa guerra di Siria e di tante altre guerre, nel gioco dei potenti della terra e di chi per potere, soldi, fama ed accecato dall'odio e dal male, combatte una guerra assurda, viene coinvolta la vita dei piccoli e degli umili.
La vita di uomini, donne, bambini, anziani.
La storia di tante famiglie con i loro padri e loro madri, i loro figli e le loro figlie.

Dio guarda tutto questo? Vede questa sofferenza e questo dolore? 
E se lo vede, resta indifferente?
Resta comunque il mistero di come Lui permetta tutto ciò.
E’ il mistero della libertà.
Il mistero del male.
In questo dilagare delle tenebre, ognuno fa il suo gioco. Gli uomini fanno il loro gioco. Dio fa il suo gioco. E quale è lo spazio della fede? Consiste nel credere che il gioco di Dio intercetti il gioco degli uomini, per usare parole di Padre Francesco Rossi De Gasperis, e riesca ad indirizzare il gioco degli uomini nella direzione che Lui vuole e cioè verso il bene dell'umanità che ama.

Utili per rispondere a queste domande le parole che Giovanni Paolo II fa scrivere in Memoria e identità a pagina 14 ( per Rizzoli Editore). 
Il papa spiega che c'è un limite che Dio pone al male stesso. "Si può dunque dire che la storia dell'uomo è, sin dall'inizio, segnata dal limite che Dio Creatore pone al male".
 Riporto allora il testo del terzo capitolo che reca il titolo: Il limite imposto al male nella storia dell'Europa, dove Giovanni Paolo II da una spiegazione di come Dio ha agito nella storia dell'Europa e quindi anche di quali siano le costanti del suo agire nella storia degli uomini di tutti i tempi, anche quelli delle tragiche ed attuali vicende.

"L'uomo ha a volte l'impressione che il male sia onnipotente, che domini in modo assoluto nel mondo. Esiste secondo Lei, Santità, un limite invalicabile per il male?

Mi è stato dato di fare esperienza personale delle "ideologie del male". E' qualcosa che resta incancellabile nella mia memoria. Prima ci fu il nazismo. Quello che in quegli anni si poté vedere già era una cosa terribile. Ma molti aspetti del nazismo, in quella fase, di fatto rimasero nascosti. La reale dimensione del male che imperversava in Europa non fu percepita da tutti, neppure da quelli tra noi che stavano al centro stesso di quel vortice. Vivevamo sprofondati in una grande eruzione di male e soltanto gradualmente cominciammo a renderci conto della sua reale entità. I responsabili facevano infatti molti sforzi per nascondere i propri misfatti agli occhi del mondo. Sia in nazisti durante la guerra che, più tardi, nell’Est dell’Europa i comunisti, cercavano di occultare all’opinione pubblica ciò che facevano. Per lungo tempo l’occidente non volle credere allo sterminio degli Ebrei. Solo in seguito questo venne pienamente alla luce. Neppure in Polonia si sapeva tutto su quanto i nazisti avevano fatto e facevano ai Polacchi, né su quanto i Sovietici avevano fatto agli ufficiali polacchi a Katin, e le stesse vicende tristissime delle deportazioni erano conosciute solo in parte.

Più tardi, ormai a guerra finita, pensavo tra me: Il Signore Dio ha concesso al nazismo dodici anni di esistenza e dopo dodici anni quel sistema è crollato. Si vede che quello era il limite imposto dalla Divina Provvidenza ad una simile follia. In verità, non era stata soltanto una follia – era stata una “ bestialità”, come scrisse Konstanty Michalski ( Tra l’eroismo e la bestialità – Czestochowa 1984).
Ma di fatto la Divina Provvidenza concesse solo quei dodici anni allo scatenarsi di quel furore bestiale. Se il comunismo è sopravvissuto più a lungo e se ha ancora dinanzi a sé, pensavo allora tra me,  una prospettiva di ulteriore sviluppo, deve esserci un senso in tutto questo.
Nel 1945, al termine della guerra, il comunismo appariva solido e molto pericoloso – decisamente più che nel 1920. Già allora si era avuta la netta sensazione che i comunisti avrebbero conquistato la Polonia e si sarebbero spinti oltre, nell’Europa occidentale, proiettandosi alla conquista del mondo. In realtà non si giunse a tanto. “ Il miracolo della Vistola”, cioè il trionfo di Pilsudski nella battagli contro L’Armata Rossa, ridimensionò le pretese sovietiche. Ma dopo la vittoria sul Nazismo nella seconda guerra mondiale i comunisti si sentirono rinfrancati e si accinsero con sfrontatezza ad impadronirsi del mondo o almeno dell’Europa. All’inizio ciò porto alla ripartizione del continente in sfere di influenza, secondo l’accordo raggiunto nella conferenza di Jalta del febbraio 1945. Tale accordo fu solo apparentemente rispettato dai comunisti, che  di fatto lo violarono in vari modi, innanzitutto con l’invasione ideologica e la propaganda politica non soltanto in Europa, ma anche nelle altre parti del mondo. Per me, allora, fu subito chiaro, che il loro dominio sarebbe durato per un tempo molto più lungo di quello nazista. Quanto lungo? Era difficile prevederlo. Ciò che veniva fatto di pensare era che quel male fosse in qualche modo necessario al mondo e all’uomo. Succede, infatti, che in certe concrete situazioni dell’esistenza umana il male si riveli in qualche misura utile, in quanto crea occasioni per il bene. Non ha forse Johann Wolfganf von Goethe qualificato il diavolo come “ ein  Teil von jener Kraft, / die stets das Bose will und stets das Gute schafft – una parte di quella forza,/ che vuole sempre il male e opera sempre il bene”? San Paolo, per parte sua, ammonisce a questo proposito: “ Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male” ( Rm 12,21). In definitiva si arriva così, sotto lo stimolo del male, a porre in essere un bene più grande.
Se qui mi sono soffermato a rilevare il limite imposto al male nella storia dell’Europa, devo ora concludere che tale limite è costituito dal bene – il bene divino e quello umanao che si sono manifestati  nella storia, nell’arco del secolo scorso e di interi millenni. Comunque, non si dimentica facilmente il male di cui si è fatta diretta esperienza. Si può soltanto perdonarlo. E che cosa significa perdonare, se non appellarsi al bene che è più grande di qualunque male? Tale bene, ha il suo fondamento soltanto in Dio. Solo Dio è questo bene. Questo limite posto al male dal Bene divino è entrato a far parte della storia dell’uomo, in particolare della storia dell’Europa, per opera di Cristo. Non è dunque possibile separare Cristo dalla storia dell’uomo. Proprio questo dissi in occasione  della mia prima visita in Polonia, a Varsavia, in Piazza della Vittoria. Affermai allora che non era possible separare Cristo dalla storia della mia nazione. E’ possibile separarlo dalla storia di una qualsiasi altra nazione? E’ possibile separarlo dalla storia dell’Europa? Solo in Lui, di fatto, tutte le nazioni e tutt al’umanità possono “ varcare la soglia della speranza”!"

Si rimane a disposizione per l'immediata rimozione del testo qualora venga richiesto da chiunque degli aventi diritto.

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Marcia francescana 25 luglio - 4 agosto 2003