sabato 20 luglio 2019

Luca 10, 38-42 - Marta e Maria - Vangelo di Luca - Commento di don Fabio Rosini

Il testo risulta dalla trascrizione del file audio di Radiovaticana reperibile al link: audio del commento al Vangelo . Si resta a disposizione degli aventi diritto per l'immediata rimozione del testo. I neretti sono stati aggiunti al testo solamente con lo scopo di paragrafare il testo e non fanno parte del discorso originale.


In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
Luca 10, 38-42

- L'incontro di Abramo con tre inviati di Dio ci prepara alla lettura del vangelo
In questa sedicesima domenica del tempo ordinario noi siamo introdotti al vangelo  dell'accoglienza di Marta e Maria al Signore Gesù dalla visita di tre signori ad Abramo al capitolo 18 del libro della Genesi. Allora noi abbiamo in questa storia un incontro tra questi signori che Abramo vede davanti a sé e che non sa essere degli inviati di Dio e quel che questi signori faranno per lui che è molto di più. Ed ecco che questo ci prepara perfettamente al tema di questo vangelo. La fine del capitolo decimo del vangelo di Luca, ci porta a questa duplicità. Queste due sorelle.


- Marta ha accolto Gesù e si arrabbia che Maria non l'aiuti. Esprime questa rabbia a Gesù. Marta è rimasta nel suo sistema
Una è evidentemente la primogenita. Dovunque la troviamo, la troviamo con  questo carattere, operativo, logico, razionale, pronto all'azione. E nello stesso tempo operoso, servizievole se vogliamo. Ecco, Marta è fatta così. Questo fa sì che lei ospiti Gesù. E' lei che lo ospita. E che sua sorella invece non si metta a collaborare con lei, ma si metta seduta ai piedi del Signore, ascoltando la sua parola. La storia che conosciamo molto bene, ci porterà poi al momento che uscirà fuori la rabbia di Marta che rimprovera il Signore che non si interessa a questa ingiustizia domestica: che la sorella la abbia lasciata sola a servire. Allora Gesù sta parlando e Marta ha da ridire sulla predica di Gesù. Siccome a te non ti interessa che c'è un'ingiustizia in corso quel che dici è sbagliato. Perché non parli del fatto che lei mi deve aiutare. Dille dunque che mi aiuti. Le cose che stai dicendo non mi interessano.

- Gesù dà una risposta salata a Marta: le cose che per lei contano sono tutte secondarie
Allora che cosa dice Gesù a Marta. Ha accolto Gesù fisicamente, ma è restata nel suo mondo, è restata nel suo sistema. Il Signore deve entrare nelle sue categorie, perché il Signore gli darà una risposta salata, terribile. E anche profonda e profetica. Gli dirà che ci sono altre cose che contano. O meglio che le cose a cui lei bada, sono tutte secondarie, sono tutte cose che verrano tolte, sono tutte cose di questa terra.

- Il problema di Marta è che lei ha già uno schema religioso: la nostra voglia di giustizia
Ma capiamo meglio Marta. Il suo problema è il servizio? No. Il suo problema è la rabbia. Anche questo senso di giustizia per cui lei sa meglio di Gesù di cosa debba parlare Gesù.
Una forma di sclerosi mentale, che è la nostra, fa sì che noi abbiamo già uno schema del religioso. Cosa è incontrare Gesù? Che cosa succederà se Gesù ci si avvicina? Bè che mettiamo a posto tutto, premiamo i buoni, puniamo i cattivi, rendicontiamo tutto, e le cose saranno fatte per benino come vanno fatte. Ma questo non è uno schema evangelico, questa è la furia di mettere a posto la casa da massaie che è insomma sacrosanta da certi punti di vista, ma non è l'assoluto per la vita eterna.
Questa è la voglia di vedere tutto in ordine, la voglia di vedere giustizia, ma il Signore non porterà giustizia.

- Marta accoglie il Signore, ma non lo ascolta, non si lascia toccare il cuore
Il Signore porterà un'altra cosa. Il Signore non farà tornare i conti delle nostre micro ingiustizie quotidiane, ci porterà la parte migliore. Ma il problema è che Marta, fondamentalmente, non accoglie il Signore, lo alloggia, ma non lo accoglie, non lo ascolta. Continua a parlare lei, cioè non lo ascolta, ed è questo un aspetto tragico. Noi possiamo dare spazio, anche molto spazio al Signore nella nostra vita, ma non ascoltarlo, ma non lasciarci toccare il cuore, stare sempre sull'operativo. Essere sempre e comunque quella serie di servizi che uno ha pensato di dover essere in questa vita.

- E se il Signore nella mia vita mi stesse chiedendo altro: stare con un bambino, stare attenti alla relazione con un povero non dargli semplicemente dei soldi
E se il Signore mi chiede altro?  Ci sono delle cose che sono inutili e che sono molto più importanti di tante cose che facciamo.  Fermarsi con un bambino a raccontargli una storia è inutile, non è così incisiva quanto scrivere meglio una relazione per fare una figura migliore con il capo il giorno dopo e forse avere un avanzamento di carriera. Ma questa cosa inutile è molto più importante  dell'avanzamento di carriera o del benessere economico che questo può portare. Perché? Perché nel cuore di un bambino sarà importante quel tempo speso a stare lì con lui.  A parlare con il suo linguaggio bimbesco, infantile, a stare lì a perdere il tempo con un bambino. E così tante volte, le cose più importanti sono apparentemente inutili. Sono i dettagli, sono le forme con cui noi veramente accogliamo e rifiutiamo la persona dell'altro. Molto spesso, molto più importante che risolvere un problema di un povero è ascoltarlo, lasciarlo parlare,  anche dei suoi fatti, della sua storia. Tante volte la cosa più importante è sulla base della relazione, quella relazione che si stabilisce fra le persone. Potrebbe essere che ospitiamo il Signore Gesù e che non entriamo in relazione con lui. Potremmo essere che stiamo in parrocchia a fare mille servizi perfetti e tutto è messo al posto giusto e le candele tutte uguali perfettamente funzionanti e tutte le cose devono stare al posto loro, ma non ascoltiamo né il Signore né le persone, siamo incastrati dentro al nostro sistema operativo.

- Accogliere qualcuno che è più grande. Nelle persone che dobbiamo accogliere c'è sempre qualcosa di più grande
Il problema non è il servizio. E' l'ascolto. Il servizio di Marta è santo e benedetto, ma lei non ascolta Gesù. E soprattutto lei ha delle priorità che sono secondo il suo sistema di giustizia. Certamente  il servizio va condiviso, certamente bisogna aiutarsi, ma il problema è che c'è una cosa più importante in ballo. Oggi c'è la parola del Signore che è arrivata. Il punto è che si tratta di accogliere qualcuno che è più grande. Nelle persone che dobbiamo accogliere c'è sempre qualcosa di più grande.

- Di tutto quello che facciamo potrebbe restare niente o molto poco o tanta stanchezza o amarezza o delusione perché hai fatto solo cose
Se il nostro tempo è il tempo della efficacia e dell'efficienza, diventa un tempo molto piccolo. Un tempo che passa. Passano gli anni e tutto ci viene tolto. Uno potrebbe guardare indietro certi anni della propria vita, anche all'interno della chiesa, o a fortiori nel mondo, dove uno ha fatto cose, ha fatto cose, ha fatto cose, ha fatto cose, e poi cosa resta? Niente. O molto poco, o tanta stanchezza. O amarezza e delusione. Perché hai solo fatto cose. Non hai incontrato il Signore nelle cose. Il problema quel giorno era prepara il pranzo  del secolo, non era fare una bella figura con questo ospite e con tutti coloro che erano con lui, ma accoglierlo, ascoltarlo.

- Lasciarsi interrogare ed interpellare dai problemi. Vivere le cose prendendoci la parte migliore, quella che nessuno ci toglierà
Molto spesso nella vita i problemi vengono per parlare con il nostro cuore. Noi ci fissiamo con la soluzione dei problemi, quella va bene, quella è importante, ma la cosa più importante è quella di lasciarci cambiare dai problemi, lasciare che i problemi interpellino l'uomo interiore, vivere nello Spirito le cose, facendole tutte, meglio che possiamo, ma nello Spirito, prendendoci la parte migliore, quella che nessuno ci può togliere, l'eternità. 

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