venerdì 10 maggio 2019

Francesco Rossi De Gasperi - "Cristo" è un nome comune che indica il messia, "Gesù" è il nome del nostro messia

E' importante imparare a chiamare di nuovo il Signore con il nome di " Gesù". Anche Giovanni Paolo II, in un'omelia della notte di Natale, sottolineava che "Cristo" sia, di per sé, un nome comune che indica il messia ( chiunque potrebbe pretendere di esserlo, bisogna poi vedere che cosa farà), mentre il nome del nostro vero Messia è "Gesù". Cominciamo da Gesù per arrivare al Messia e al Signore. Tutto ciò ci porta necessariamente a Gerusalemme, ai quattro vangeli canonici, al Gesù evangelico, alla seconda e terza settimana ignaziana.
Soltanto così la fede cristiana sfugge all'ideologia, allagassi, alternativo di farne una dottrina più o meno filosofica. Essa è una storia del tutto contingente. Il Gesù che andiamo Afar conoscere in tutte le parti del mondo e in tutte le culture non è qualcuno che si presenti in tutte le culture; deve essere il Gesù di Nazareth, da accogliere come un uomo designato da Dio come il Messia d'Israele e di tutta la faccia della terra, e confermato con la sua resurrezione dai morti ( Atti 17, 30-31).
L'inculturazione della fede non procede da astratte tesi dottrinali che si calino nella storia concreta, ma procede da storia a storia. Il cristianesimo non è un enunciato di principi generali e necessari, che poi si deve vestire delle varie cultura particola, bensì è un concretissimo vento contingente, che Dio ha provocato in una cultura particolare, e che può e deve essere annunciato agli uomini e alle donne di tutte le altre cultura.

Poiché infatti, nel disegno sapiente di Dio, il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio salvare i cederesti con la stoltezza della predicazione (...). Infatti ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini. ( 1 Corinzi, 21. 25)

Andare a Gerusalemme era dunque per Ignazio comunicare dalla stori e dalla geografia di Dio. Gerusalemme! Anche dopo che i francescani gli impediranno di rimanervi, non scompare in lui questa convinzione, e riesce a trascinare i suoi primi compagni a cominciare da lì la loro missione

Da Un pellegrino che comincia da Gerusalemme
Francesco Rossi De Gasperis
Figlie di San Paolo, 2015
Pagina 176

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