venerdì 3 maggio 2019

Luigi Verdi - Torniamo umani - Incontro nella parrocchia di San Frumenzio

Il testo della trascrizione dell'incontro non è stato rivisto dall'autore. Si resta a disposizione per la rimozione del testo dal blog su richiesta degli aventi diritto.






Bene partiamo da questa immagine che conoscete bene de " La vita è bella" per affrontare una tema così difficile che è "Tornare umani". Io vi assicuro che da quando è arrivata la modernità sto male e la gran parte delle persone che conosco non stanno un granché bene. Perché per un pò di aggeggi tecnologici, una poltroncina un pò più comoda a casa, una televisione un pò più grande, abbiamo distrutto i fondamenti, le poche cose che servivano per vivere. Io mi sono messo a rileggere Nietzche da un pò di tempo. Visto che la chiesa parlava male di Nietszche ho detto: " Visto che la chiesa parlava male di qualcosa, qualcosa di buono lo trovo di sicuro". Andiamo a vedere il che dice davvero. E voi sapete che muore pazzo, come tutti quelli che ragionano troppo. Quindi attenti alla mente perché la mente è morte. La mente di deve servire per avere un'idea e muovermi e fare qualcosa. Ma quando frulla ti distrugge. Ma lui prima di morire scrive una pagina geniale sulle conseguenze del nichilismo. Dice: " Dove si andrà a finire?". E vi assicuro che da quando è arrivata la modernità queste quattro cose si sono avverate tutte una per una. 

Stanchezza
La prima parla di stanchezza. Guardiamoci fra di noi, io non vedo persone più cattive di venti anni fa, vedo persone stanche, pressate, sfinite, pigiate. Questo ci ha prodotto questo tempo. Siamo tutti stanchi. E se uno si chiede: " Ma perché sei stanco?" Uno dice: " Perché ho camminato troppo". No, non siamo stanchi perché si è camminato troppo, ma perché si è smesso di camminare.
Avete notato che quando avete una bella meta davanti la fatica non la senti e quando non sai cosa fare e frulli tutto il giorno, arrivi a sera e sei sfinito. Siamo tutti più stanchi.

Solitudine
Secondo la solitudine. L'80% dei giovani ha paura della solitudine. Si sta scappando tutti dalla vita perché si ha paura di ascoltarci. Guardate il regalo più bello che io provo a donare la gente ormai da anni è aiutare le persone ad ascoltarsi, ad alzarsi e a guardare meglio. La cosa più elementare del mondo che però non si fa più.

Sentirsi a casa
Terza cosa geniale dirà Nietzsche, faremo fatica a trovare un luogo dove mi sento a casa. Mio padre diceva: " Ma cosa vuoi? Hai quattro mura, un pezzo di pane, due soldi!".
I nostri vecchi pensavano che bastavano quattro mura, un pezzo di pane, due soldi e si era a casa. No. Essere a casa significa un altra cosa. Essere in un luogo dove uno mi guarda e mi guarda davvero. Dove uno mi ascolta e mi ascolta davvero. Se sbaglio mi perdona davvero e non me lo fa pagare con il muso due mesi. Un posto dove posso avere una faccia sola. Dove si: trova oggi un posto così? Dove ti guardano profondamente, ti ascoltano profondamente. Ti perdonano davvero senza fartela pagare con i musi, i silenzi, i ricatti. Un posto dove hai una faccia. E' dura trovarla. 

Il veleno dell'antico serpente: le parole diventano veleno, è un passo l'amore, è un passo l'odio.
E l'ultima cosa che dirà Nietzsche: " Saremo avvelenati dal veleno dell'antico serpente!". E questa è una cosa che si sta verificando negli ultimi anni. Io le buscavo sempre dal mio babbo. Lui mi picchiava. E una volta mi dette uno schiaffo che mi ha buttato in terra, perché gli ho detto un giorno: " Me ne frego!". E lui si ricordava quando i fascisti si infilarono in casa. Lui abbracciava la sorellina e loro gliela presero, gliela sbarbarono di mano e la buttarono da un'altra parte e lui piangeva: " Non gli fate niente!" e loro gli dissero: " Chi se ne frega!". E quella parola non la sopportava più da nessuno. E io l'ho sentita nelle nostre famiglie negli ultimi anni. "Chi se ne frega!", " Me ne frego!". Attenti alle parole, perché le parole diventano veleno. Ti si infilano dentro. Attenti perché basta poco per tornare a zero. Si pensava le guerre mai più. La stupidità umana mai più. Ragazzi basta poco. 
Quanto di misero quegli imbecilli a prestarsi davanti al vitello d'oro vi ricordate? Un attimo. Mosè disse: " Vado sul monte prendo le tavole della legge, arrivo subito" ed erano già prostrati in terra. O quando Gesù dice: "Ragazzi tre giorni solo e poi risorgo". Erano già scappati tutti. 
E' ad un passo l'amore, è ad un passo l'odio. Ho conosciuto tante coppiettine: " Tesoro! Coccolino amoroso!". E' bastato pochissimo per odiarsi. E' ad un passo l'amore ed è ad un passo l'odio ed è un passo breve tornare a zero.
Vedete questo veleno io lo sento da tutte le parti. Lo vedo ad un passo da me, lo sento dentro me. Dentro la mia comunità. Non si salva più nessuno. 

La sfida di don Luigi prima di morire: tanta gente, ma rimanere semplice
La mia sfida prima di morire è che tutte le comunità crollano per due motivi. O perché il fondatore vuol fare il ganzo, pensa di essere Dio e fa crollare ogni cosa. O perché le comunità nostre diventano sempre più grandi, sempre più gente, sempre più volume e a quel punto non sanno più gestirle. La mia sfida prima di morire è che quel luogo che ho conosciuto ventotto anni fa è che rimanga una pieve romanica e non diventi un'abbazia. Perché l'abbazia ci vuole l'abate. L'abbazia bisogna chiudere le porte la sera. L'abbazia ci vuole regole. Vorrei provare a mostrare che si può avere tanta gente, si può avere tanto volume, ma rimanere semplici. Allora per me il nichilismo è stato il purgatorio della fede degli ultimi anni. Ma forse è la svolta. E' l'ultimo punto che di Nietzsche. Il punto su cui si può cambiare qualcosa. 

Da sottomessi a innamorati
Vedete i giovani non gliene frega nulla, non gliene importa nulla di essere sottomessi a Dio come siamo stati noi. Vogliono essere innamorati di Dio. Io spero succeda a tutti noi, di smettere di essere sottomessi e di cominciare ad essere innamorati.





Allora mi sono chiesto: " Come si fa a tornare umani se non lo sei più?". E vi assicuro che è un bel problema tornare umano quando non lo sei più. E' come quando la tua donna ti tradisce. Puoi dire anche: " Ti perdono". Ma è dura rifidarsi. Ne ho conosciuti tanti a dire: " Ti perdono". Poi l'hanno sempre fatta pagare, con i graffi, con i musi, con i silenzi, con i ricatti. E' dura rifidarsi. Mi ricordo che la mia nonna mi dava due bottiglie d'acqua e mi diceva: " Vai nel campo e porta l'acqua agli uomini". E gli uomini erano il mio nonno, il mio babbo piccolo, gli altri contadini intorno, chi credeva, chi non credeva, della tua famiglia o di un altra famiglia, ma erano tutti uomini. Erano tutte persone.

Come si fa a perdere l'umanità. Anna Arendt, ebrea, dice: " Come è stato possibile che i nazisti abbiano ammazzato sei milioni di persone senza nessuna apparente compassione?" e lei da una risposta sconvolgente: " Pensavano che non fossero esseri umani". Questa è l'unica possibilità. Pensare che l'altro è un nemico. Che è diverso da te. Che non è un essere umano.
Ci sono ultimamente degli imbecilli che continuano a dire che bisogna mettere i muri. Io gli dico: " Metteteli i muri. Fate il che vi pare. Mettete più muri possibile. Ma attenti, se metti un muro è vero che gli altri non entrano, ma te non esci!" E avete visto quanti si ammazzano in casa. Ormai si ammazzano tutti dentro casa. perchépiù ti chiudi e più ti distruggi. Io speravo che almeno rimanesse un pò di compassione. Almeno un pò di compassione.
Vedete io faccio il prete. Ma non mi interessa più se io faccio un incontro e uno alza il dito e dice: " Io credo in Dio", e l'altro imbecille alza il dito e dice: "Io non ci credo". Non mi importa più niente perché ormai sono tutte parole buttate là. Vuoi sapere se qualcuno veramente vale qualcosa. Quello che mi interessa è che se vedi uno mezzo morto per la strada e ti fermi o vai via. Se uno cammina o smette di camminare. Cosa me ne faccio di uno con tutte le sue verità in mano, in chiesa che ha smesso di camminare. Penso che ha ragione il Papa: " Meglio un ateo di un cristiano ipocrita". Allora speravo che la compassione rimanesse. Vedete Gesù quando ama fa gesti molto umani. Gesù piange, lava i piedi agli amici. Ma il gesto che mi garba di più è quando incontra una vedova e lui passa e tocca la bara del bambino morto. Quel gesto per me è di una grande umanità. Dio quando ama fa gesti umani e noi le poche volte che si ama riusciamo a fare gesti molto divini. Io ho conosciuto una mamma che gli è morto il bambino di dieci anni di leucemia e mi ricordo gli ultimi momenti, quando gli toccava le mani all'ospedale. Erano le ultime ore. Piangeva. Gli uscivano le lacrime. E lei muoveva la bocca qua e là a raccogliere tutte le lacrime. Beveva tutte quelle lacrime. Aveva paura che cadessero, toccassero la mano del bambino e se ne accorgesse. Vedete questa roba qui non è umana. E' divina. E' molto più che umana. Allora io credo che abbiamo questa grande possibilità.

La vicinanza
E' morto da poco tempo Ermanno Olmi, grande regista. Lui diceva: " Non si può amare un bosco pensandolo solo come una fabbrica di ossigeno. Vuoi amare un bosco? Inginocchiati e guardalo da vicino". Vuoi amare tuo figlio? Inginocchiati e guardalo da vicino. Vuoi amare il tuo uomo, la tua donna, una persona? Inginocchiati e guardala da vicino. E' la vicinanza che ci rende umani. E allora io spero che ci sia qualcuno che crei una nuova alleanza fra noi e la natura, che l'abbiamo distrutta tutta, fra noi e i nostri fratelli, fra noi e i nostri nemici.
Attenti perché i nemici non sono una necessità, sono una scelta. Lo scegli te che lui sia il tuo nemico. Ed è vero che noi veniamo da Caino. Ma chi ci impedisce di tornare Abele. Chi ci impedisce di tornare Abele se non solo noi.


Simone Weil, Dietrich Bonhoeffer, Gandi
Martin Luther King.

Ho messo alcune figure che mi piacciono molto. Alcune le conoscete altre meno, ma figure che ci hanno rimesso la vita, che ce l'hanno messa tutta, che hanno lasciato in bocca alle persone un pò di sapore di pane.
Vedete. L'unica giustizia per me è che si muore tutti. Ricchi poveri, chi crede in Dio, chi non ci crede. Tranquilli basta aspettare si muore tutti, si torna tutti terra. Ma secondo me è molto diverso che tipo di terra si torna. Se terra disperata o terra innamorata. Se prima di morire hai ancora voglia di sognare, di lottare, di amare o se ti sei accomodato, perché la cosa peggio della vita è accomodarsi.


Ho messo queste immagini, con questa canzone a bischero di Vasco Rossi " Il mondo che vorrei", avete sentito, belline le parole, ma fa schifo il titolo. Perché il mondo che vorrei non vuol dire nulla. E' un utopia. Meglio sarebbe dire il mondo che voglio. O meglio ancora il mondo che faccio. Come campo. Quello sarebbe interessante.
E vedete. Il gioco oggi è tutto qui. Ci hanno fregato il desiderio. La volontà. Ci sta una volontà debolissima. Oggi quasi tutti dicono: " Tanto non cambia nulla". Attenti a dire questa parola idiota perché se dite: " Tanto non cambia nulla", non cambierà nulla. Parti perdente. Hai già perso.
E stasera vi permetterei se il vostro uomo vi dice: " Sono fatto così", prendetelo e appiccicatelo al muro. Così fate con la vostra donna, con i vostri figlioli, che sono dei vigliacchi perché vuol dire che gli fa comodo così, che non hanno voglia di cambiare niente. E non è vero che sei fatto così. Sei molto di più, sei molto meglio. 


E ormai ci rifugiamo tutti dietro queste parole: "Tanto non cambia nulla, sono fatto così". Vedete il potere sul desiderio ha investito tutto. Finché sognate vi lasciano in pace. Andate in questi tabacchini a bischero a grattare. Grattate quanto vi pare, non vincete nulla. Finché sognate ti lasciano in pace. Il problema è quando un piccolo sogno lo vivi.
Io mi ricordo il vescovo finché sognavo Romena: " Vai tranquillo", ma quando si comincia a vedere i muri, la gente, e un modo un pò diverso di fare chiesa cominciano i problemi. 

Lo diceva Pasolini: " L'astrazione è il male di questa epoca". Una generazione più astratta della nostra non c'è mai stata. Prima i contadini facevano, si muovevano e poi se si poteva si dicevano due parole a veglia. Ma non era come noi tutta una chiacchiera. Senza fare. Astratti da morire. 

Io vi direi: " Se oggi la tua donna ti dice ti amo. Non vi fidate più! Se il vostro uomo ti dice ti amo, non vi fidate più", ormai le parole sono tutte ingannevoli, sono troppe. Vuoi sapere se uno ti ama. Ci vogliono altre due cosine. I gesti e la sincerità. Che te ne fai di uno che ti vuol solo possedere. E lo senti che ti vuole solo possedere. E non ti da mai una carezza. O uno che trama bugie.

Va di moda ultimamente due cose: gli attacchi di panico e la noia.
Non era mai successo un manicomio così: gli attacchi di panico e noia. Che cosa sono gli attacchi di panico? L'attacco di panico vuol dire che ti manca l'aria. Ti fanno soffiare un sacchettino, ti sembra di morire, ti manca l'aria.
E cosa è la noia? Dei ragazzi hanno ammazzato un barbone. Gli hanno chiesto: " Perché?" Per noia. Hanno distrutto una scuola perché? Per noia. Cosa è la noia. Vuol dire che il tempo si ferma, non vedi più futuro e ti annoi. Questo vuol dire che è una generazione malata.
La parola malato in ebraico è MALA che vuol dire girare intorno. Ormai siamo tutti chiusi qui, ci manca l'aria, siamo ingabbiati qui dentro. Attenti perché buona parte delle malattie mentali e fisiche avvengono se freni la vita. Se voi odiate una persona per un anno vi ammalate. Se stai in una famiglia e ti manca l'aria, ti ammali. Se stai in una storia d'amore che non si rinnova, ti ammali. La vita deve scorrere. E allora io credo che ci hanno rimbambito quanto hanno voluto, ma io spero tanto e so bene che c'è un desiderio dentro di noi che non lo può fermare nessuno. E verranno fuori dei giovani che prenderanno un pezzo di terra in un bosco e pianteranno qualcosa di buono. Verrà fuori qualcuno che si rimetterà insieme e creerà qualcosa di buono. Verrà finalmente la crisi della scuola. Perché non si può tenere cinque ore dei ragazzi fermi. Vanno fuori e spaccano ogni cosa. Non si può più continuare a dare nozioni perché ne sanno più di te. Quello che manca è che non c'è più adulti che rischiano con i ragazzi. I ragazzi in una patria, gli adulti in un'altra. Adulti che faticano con loro, che sognano con loro, che camminano con loro, ma soprattutto adulti che aiutano questi ragazzi a scoprire i loro talenti.

C'era un imbecille di babbo che faceva il geometra che gli fa al figliolo: " Senti fai il geometra anche te, tutto tranquillo, ho trovato il lavoro, tutto per te". E' venuto fuori un ragazzo rimbambito triste depresso perché non si può seguire il sogno di un altro. Io non posso seguire il sogno di mio padre, di mia madre, se non scopro per cosa sono fatto. Impazzisco.
E attenti perché per i ragazzi non conta quello che dite, non conta quello che fate, conta come li fate sentire. Come lo fai sentire tuo figlio? A casa o fuori casa. Unico o un numero.
Mio babbo mi diceva: " Ciò che ti rimane negli occhi e nel cuore ti aiuterà a crescere!". Chiedetevelo: cosa gli rimarrà negli occhi e nel cuore a tuo figlio di te? Perché attenti che i ragazzi ascoltano con gli occhi non con gli orecchi.





E' un passo bellissimo de " I cento passi" che mi piace tanto in cui Peppino Impastato recita L'infinito di Leopardi
davanti allo zio mafioso. Niente di più geniale leggere L'infinito di Leopardi davanti allo zio mafioso. E avete sentito che cosa dice L'infinito. Interminati spazi, sovrumani silenzi, profondissima quiete. E di fronte a questa roba Leopardi si spaura, prende paura. Io mi ricordo che quando ero bambino e stavo in campagna e non c'era la luce uscivo fuori a guardare le stelle e correvo subito dalla mia mamma e abbracciarla e volevo dormire quella notte con babbo e mamma perché quell'infinito mi faceva paura. Era troppa roba. E quando senti un silenzio troppo profondo ti fa paura. E allora cosa succede a Leopardi? Sente il vento tra le foglie e gli sovvien l'eterno. Sente fremere il vento fra le foglie e pensa all'infinito. E allora vuol dire che l'infinito diventa esperienza. L'infinito lo senti dentro la vita. Io ho un contadino lì vicino alla Pieve. Lui non crede in Dio non gliene frega nulla, dice: " Gigi falla finita con questo paradiso, tanto non c'è nulla, basta!". Ha ottantatré anni, in questi giorni stava male e mi fa: " Gigi non c'è nulla però, però come dopo l'inverno c'è la primavera, qualcosa succederà". Lui non fa tanta teologia. Gli sembra normale che la vita non può finire nel nulla così. Gli sembra normale che come dopo l'inverno c'è la primavera qualcosa succederà e lui sente l'infinito nelle stagioni che cambiano. Io faccio il prete, ma non ci capisco nulla di Dio. Vi assicuro, non ci capisco nulla. Ma una cosa la so. Quando faccio questi incontri io voglio meno luce possibile perché mi interessa guardare i vostri volti, i vostri occhi. Io quando sono davanti ad un focolare, sto bene. Quando sto davanti ad un tramonto o ad un alba sto bene. E se devo dire qualcosa di Dio, per me è una luce calda. Non so niente di più. C'era Mallarmé, uno scrittore francese che dice: " Incontrare Dio non sarà come inginocchiarsi davanti ad un imperatore, ma sarà come il bacio vergine dell'universo". Geniale. Incontrare Dio non sarà come inginocchiarsi davanti ad un capo, un re, un imperatore, ma sarà come il vostro primo bacio. Vi ricordate il vostro primo bacio? Quando chiudevi gli occhi e ti avvicinavi alla bocca di lui o di lei e non ti sembrava di baciare lui o lei. Ti sembrava di baciare il mare, le montagne, l'oceano, fiori... Questo è Dio. E' un orizzonte che si allarga. Qualcosa che ti fa prendere aria. Allora io credo che si senta l'infinito dentro la vita e che oltre l'infinito non ci può essere che la vita.




L'idea dell'albero
Simone Cristicchi a San Remo ha cantato " Abbi cura di me", ma prima aveva cantato questa canzone e scritto questa canzone. Gli alberi e l'allodola. Ed è molto bella l'idea dell'albero. Perché vedete un albero più passano gli alberi, più diventa umile, avete visto si appoggia, il frutto diventa dolce. Volete una verifica sulle vostre storied'amore. Se passano gli anni e l'amore tra te e la tua donna è più acido, più duro, più prepotente non ha funzionato. Se passano gli anni e l'amore tra te e la tua donna è più umile e più dolce come un albero, allora ha funzionato.

E' necessario un cristianesimo autentico: le caratteristiche
Ma per concludere mi sono chiesto. Di fronte a questa disumanità cosa si può fare? E mi vengono in mente le parole di Jean Guitton, un filosofo che dice: " La sfida vera di oggi è fra un umanesimo degradato e un cristianesimo autentico". Ragazzi questo cristianesimo alla buona, alla acqua di rose, tirato via accomodato, borghese, non serve più a nulla. Ci fa accomodare a noi, ma non cambierà il mondo. La sfida vera è un cristianesimo autentico altrimenti si è perso.
Allora vorrei dirvi quello che io penso del Vangelo sia il Cristianesimo vero, autentico.
Ha due tre caratteristiche.

La responsabilità
La prima. Vorrei in cristianesimo più responsabile. Qui siamo tutti dietro alle strutture verticistiche. I capi, poi quelli sotto, poi quelli in fondo. E' come se nessuno di noi sente la responsabilità, tanto ci pensano gli altri. Guarda che noi non siamo così banali.Noi possiamo spostare l'ago della bilancia da una parte e dall'altra. Qualunque parola, qualunque gesto può cambiare qualcosa della vita. Il problema è la responsabilità.
Madre Teresa un giorno era a pulire un lebbroso. Arriva un giornalista e gli fa: " Madre, cosa c'è che non funziona in questo mondo?" Lei poverina si gira e gli fa: " Signore quello che non funziona sono io e lei!". Capite? Non esiste la società. Non vuol dire niente la società. Io e te. Se una famiglia non va siamo noi tre o quattro. Se una storia d'amore non funziona siamo io e te. Responsabile vuol dire rispondere. Vedete io quando morirò dovrò rendere conto a Dio come tutti voi. E quello che mi giustificherà non saranno i dieci libri ho scritto. Non saranno i quattromila metri che ho costruito ma sarà una domanda: " Ci sarà più vita o più morte dopo che sono passato io?" E' più quello che ho sciupato, distrutto, pestato? O qualcosa di buono che ho portato avanti. E allora io vorrei un cristianesimo più responsabile e meno vigliacco.

La seconda cosa. Ve lo dico attraverso queste immagini.




Bene ve le spiego. L'anno scorso ho compiuto sessanta anni e siccome sono sempre in giro a chiacchierare ho detto almeno quel giorno me lo regalo per me e sono stato al museo degli Uffizi a Firenze, mi sono infilato nella sala del Botticelli e vi assicuro da svenire dalla bellezza. Ti avvicini lì a mezzo metro e vedi quei tessuti e quelle sfumature da impazzire. Hanno riconosciuto in quel quadro 142 specie di fiori di campo diversi, per farvi capire la complessità, quella leggerezza, quella danza bellissima, poi la Venere, poi mi infilo nella seconda sala del Botticelli che erano le ultime opere prima di morire, vi assicuro, brutte da morire. Opere tristi, colori smorti.



( Purtroppo qui si è bloccato il mio registratore. Se qualcuno era presente quella sera e ha registrato, e vuole fornirmi le registrazioni così che possa finire la trascrizione può contattarmi all'indirizzo email del blog o lasciare un commento a questo post in modo tale che possa ricontattarlo ed eventualmente metterci d'accordo. Lo può fare anche tramite il parroco, don Daniele Selera che mi conosce )

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IL CAMMINO DELL'UOMO

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Marcia francescana 25 luglio - 4 agosto 2003