venerdì 23 agosto 2019

L'arte di ricominciare - Esercizio 2: Elencare le priorità

Il testo è tratto dal libro come meglio specificato a piè di pagina. Si resta a disposizione alla immediata rimozione del testo da questo blog qualora richiesto dagli aventi diritto.


Se Dio ti ha messo in un posto nella vita, ti ha intrinsecamente consegnato tutto quello che quel posto implica.
Se ti ha dato un figlio, non è che sei padre-madre da una parte, e dall'altra vai decidendo se o quanto ti occuperai di un figlio. Se ti ha dato un cucciolo, ne derivano delle priorità che sono per se stesse la mappa della tua vita. Non si può avere un bimbo e non sveglio mai cambiato un  pannolino. Non ti va? E' così la vita: non scorre secondo i tuoi gusti, ma secondo se stessa, e se ti fai portare cresci e impari ad amare.
Quando sono diventato parroco ho dovuto accettare un radicale cambiamento delle mie priorità. E tante cose, in un istante, se le avessi tenute sarebbero state nella mia vita come un porchetta a Teheran. Fuori luogo.

E tanto utile elencare le priorità che derivano dall'accogliere la realtà. Ed è spesso una delle cose più efficaci, da tanta luce. Concretamente come si fa  un primo elenco di priorità? Considerando che non si tratta di un minuto di riflessione e via, se, fidandosi del consiglio del primo giorno uno ha già messo giù le prime evidenze, che, ridordiamolo, non sono più di quattro o cinque, ora può provare a fare un elenco di priorità.

Anche in questo caso è utile scriverle. In genere sono enunciati lapidari, tipo i seguenti esempi disorganici:

- L'unica autorizzazione che ti serve è quella di Dio Padre
- Pregare prima delle cose, senno è solo per chiedere perdono...
- Dormire: il sonno non è merce di scambio.
- I miei figli e mia moglie sono l'unica cosa che conta.
- Finire l'università e al diavolo tutto il resto.
- Andare a vivere per conto mio, a 32 anni si può fare.
- Non girovagare, basta dispersioni.
- Non c'è posto nella nostra coppia per i miei genitori e le loro fisse.
- Vuotare il sacco e non rodermi.
- Non fare le cose che non mi convincono.
- Non è necessario fare contenti gli altri.

Ognuna delle cose appena scritte è legata ad almeno una storia concreta di persone che, iniziando a rispettare una di quelle frasi, hanno ricominciato a vivere. Per cui in realtà sarebbero parti sconnesse di un elenco che, se fatto da una persona sola, avrebbe la sua organicità.

Questo elenco se lo faccio, poi sarebbe saggio averlo sempre con me. Ed è work-in-progress. Fa bene da subito, ma se uno tiene accesa la luce e continua a "limare" l'elenco, in genere dopo un paio d'anni e i dovuti confronti, è molto centrato. Sorpresi?
Notare bene: questo tipo di cose non si fanno una volta. Si fanno e quindi il giorno dopo, con u altro calore interiore, si ri-verificano. E poi il giorno dopo ancora. E giorno dopo giorno si diviene lucidi.

E' un atto di apertura alla volontà di Dio. Per quanto oggi possiamo e lo Spirito Santo ci permette, e l'atto di guardare, ricordare, ritenere la nostra vita, e accogliere cosa abbiamo "in chiave", cosa Dio ha posto come il "nostro".

Questo, come tutto ciò che in questo libro viene descritto, è solo l'inizio di un cammino che per forza non può che durare anni. Ci vuole molto tempo a semplificarsi sulle proprie priorità, a lasciar parlare il nostro firmamento, ripensandoci tante volte, e tante volte aspetto gli aiuti della Provvidenza. Che suddivida. Che faccia da parametro delle nostre scelte.

Come si usano le priorità? Semplice: tenendole accese prima degli atti, in via ordinaria. Se le consideri solo dopo  unicamente, forse, per non ripetere un errore, che spesso è troppo poco. Qui non si tratta solo - e ovviamente - di smettere di sbagliare, ma di riprendere a "girare". Nell'arte di ricominciare che è il lasciarsi salvare dalla creazione del firmamento, esistono due utilizzi delle priorità, uno minore e l'altro maggiore: c'è l'uso a posteriori delle priorità, man mano che si vanno illuminando per grazia di Dio, guardare le cantonate passate e non ripeterle. Ma l'uso anteriore è quello autentico, per mettere il piedino del novo inizio nel posto giusto: si mette il firmamento sopra per estinguere il sopra e il sotto. Prima, non dopo. Sono a priori, per l'appunto.
Quante sofferenze evita l'obbedienza al secondo giorno.


Fabio Rosini, L'arte di ricominciare, Ed. San Paolo s.r.l., 2018, Cinisello Balsamo ( Milano), pp. 100-ss

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