sabato 31 agosto 2019

Luca 14,1.7-14 - Lasciarsi dare il posto da Dio buon antidoto alla rivalità - Commento di don Fabio Rosini


Il testo risulta dalla trascrizione del file audio di Radiovaticana reperibile al link: audio del commento al Vangelo . Si resta a disposizione degli aventi diritto per l'immediata rimozione del testo. I neretti sono stati aggiunti al testo solamente con lo scopo di paragrafare il testo e non fanno parte del discorso originale.

Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cèdigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato». Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».
Luca 14,1.7-14

Sembrerebbe che Gesù parli di strategie per fare bella figura, non è così -
Nella 22° domenica del tempo ordinario noi ascolteremo delle bellissime frasi dal libro del Siracide. "Compi le tue opere con mitezza e sarai amato più di un uomo generoso". "Quanto più sei grande, tanto più fatti umile e troverai grazia davanti al Signore", " Molti sono gli uomini orgogliosi e superbi, ma ai miti Dio rivela i suoi segreti". Ecco. Queste frasi bellissime preparano l'ascolto del vangelo dove c'è questa storia in cui Gesù è invitato a casa dei farisei e di un capo dei farisei e sta guardando come gli invitati scelgono i primi posti. Devono arrivare al posto più notevole e parla di questa cosa. Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, non ti capiti che un altro debba prendere quel posto e tu vieni buttato via, spostato scansato per tua vergogna. Ma quando sei invitato mettiti all'ultimo posto e fatti dare da colui che ti ha invitato il posto. Che ti tiri più avanti e questo ti darà onore. Sembrerebbero tecniche per fare buona figura. Sembrerebbero cose fatte per avere una strategia migliore del bon ton comune. No.

L'ansia del primo posto che abbiamo tutti quanti. Il problema della rivalità e delle classifiche - 
Gesù sta pensando ben altro. Gesù sta pensando a questa ansia del primo posto che abbiamo tutti quanti. Questa ansia di sottolineatura del proprio ego. Perché non so, mi sembra di vedere intorno nel mondo una certa problematica con le carriere, con i posti di lavoro, con chi è più importante, chi è meno importante, chi è ricordato, di chi si sono scordati. Non credo che questo sia un problema solamente di alcuni posti. Io credo che in tutti i posti di lavoro, anche dentro le famiglie, c'è un problema di rivalità. Di classifiche. Chi sta al primo posto, chi sta all'ultimo posto. Chi sono, chi non sono. Tutta la vita a cercare di dimostrare di essere qualcosa. 
Una fatica angosciante.  Quando è che termina questa fatica che è cominciata con il peccato di Adamo ed Eva. Essere come Dio, cambiare posto. Avere il primo posto, essere all'altezza degli altri. Essere più importanti. Questa è una elettricità che scorre nel nostro animo e che ci fa fare tante cose stupide e pusillanimi e mediocri e brutte e cattive. Ecco.

La fatica angosciante di essere qualcuno  si scontra con la forza della storia che rovescia i programmi degli uomini - 
Quando finisce questa tensione, quando si è liberi da questa fatica impresentabile, inguardabile. Ecco questa fatica finisce quando noi sappiamo che c'è chi ci da il posto. Quando sappiamo che c'è il padrone di casa. Quando sappiamo che alla fine, se ti metti a combattere contro Dio, se ti metti a combattere contro la Provvidenza vedrai che la Provvidenza ti detronizzerà. Dove sono finiti tutti i potenti della terra? Quanta gente portata in palmo di mano dalla storia è poi caduta in disgrazia e la gloria di questo mondo in un minuto la si perde. Arriva il padrone e ti dice: tu tornatene indietro.  E si torna all'ultimo posto. E la vita sa passare il conto in una maniera molto seria. 

Vivere secondo un altra logica: il posto ce lo dà Lui. Vivere lasciandosi condurre da Dio - 
Dio è molto paziente. Dio è tanto generoso, ma certamente si campa tanto meglio quando iniziamo a vivere secondo un altra logica: che il posto ce lo dà Lui. Il posto lo assegna Lui. Vivere secondo la sua santa volontà vuol dire incominciare a lasciarsi condurre da Dio alle cose buone e belle.


Assecondare e valorizzare il reale, vedendone il segreto con creatività e propositività personale. Non cercare di modificare la realtà -
Noi abbiamo da esercitare una inventiva, una propositività, una creatività che sono fondamentali nella nostra vita, ma sono ben vissute, queste dimensioni essenziali della nostra sfida umana e cristiana, se noi assecondiamo il reale, valorizziamo il reale anziché stare tutto  il tempo a cercare di cambiare la realtà cerchiamo di valorizzarla, di vederne il segreto. Di entrare nelle cose, nei posti dove Dio ci mette, allora quel posto si trasformerà nel posto più bello del mondo. 

Tante storie di cristiani che hanno fatto del posto spesso brutto in cui venivano messi il luogo dell'incontro con Dio -
Abbiamo il racconto  di tanti perseguitati nel secolo scorso, cristiani, nell'Oriente, in tanti altri posti, che hanno fatto della prigione in cui venivano messi, carcerati e oppressi, il luogo dell'incontro con Dio. Ne hanno fatto il primo posto e il Signore li ha mostrati anche a chi li torturava secondo la loro luce.
Si può raccontare del cardinal  Van Thuan (François Xavier Nguyên Van Thuân) e di molti altri casi, meravigliosi, in cui le persone proprio nel posto a loro assegnato dalla storia vivevano questo essere portati al primo posto.

Lasciarsi condurre da Dio è diverso dal cercare di essere importanti secondo il mondo - 
Qui non si tratta di essere importanti secondo il mondo, qui si tratta di vivere secondo il rapporto con Dio e lasciarsi condurre ad una creatività interna alle cose. 

Trasformare la vita in un luogo in cui tutto diventa regalo, dono. Un amore che non cerca il contraccambio - 
E così appare l'ultima parte del vangelo. Di trasformare il pranzo, la cena, la condivisione non nel luogo degli amiconi, o delle persone che possono darci il contraccambio, ma in un luogo dove tutto questo diventa regalo. Dono. E allora poveri, storpi, ciechi, seduti alla nostra mensa. Cosa vuol dire? Tante cose vuol dire.
Vivere in funzione di un amore vero che non cerca il contraccambio. 

Questo apre mille orizzonti, spazi, percorsi mentali e pratici per fare delle cose belle della nostra vita qualcosa che dà vita e non commercio o mediocrità - 
Ci aprirà mille spazi, mille prospettive, percorsi mentali, percorsi pratici, in cui poter trasformare tutto quel che abbiamo in un luogo di amore, in un luogo di condivisione e fare delle cose belle della nostra vita qualcosa che dà vita e non commercia vita in scambi che non sono altro che mediocrità.

Lavorare, vivere, esistere per la ricompensa del Signore, vivere in questa dimensione - 
Alla fin fine bisogna lavorare, vivere, esistere per la ricompensa del Signore. Il libro della Sapienza al capitolo II dice che gli empi sono coloro che non sperano salario dalla santità. Chi crede che fidarsi di Dio è fare atti di amore non paghi, non sia una realtà vantaggiosa. Ecco qui è il punto.
Se io conosco il salario della santità io conosco la ricompensa del Signore. Se io conosco quanto il Signore mi sa dare pace per un atto di amore la vita diventa molto molto divertente e interessante e la condivisione diventa una occasione cercata, non più qualcosa che mi casca addosso e magari obtorto collo, malvolentieri accetto. 

Invitare alla propria abbondanza chi non ha, sà di Dio. Uno stile di vita per una vita bella - 
Invitare alla propria abbondanza chi non ha diventa memoria di qualcun altro che ci ha invitato alla sua abbondanza. Il Padre celeste che ci ha dato il suo figlio a noi che non avevamo niente da dargli in cambio.
Il Signore ci tratta così, senza chiederci niente in cambio.
Ecco e allora questo diventa uno stile di vita ed è una vita bella questa.

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