venerdì 28 ottobre 2022

2020, 15 ottobre - Film DANTE - di Pupi Avati

DANTE, film di Pupi Avanti - Questa è la scena in cui Dante torna da Roma verso Firenze con l'angoscia di sapere che non potrà rientrare in città. 

Dante fra guelfi e ghibellini ha scelto di essere guelfo. Cioè fra Papa e Imperatore ha scelto di stare con il Papa. E fra guelfi bianchi e guelfi neri ha scelto di essere bianco, ovvero di stare con il Papa, ma fino ad un certo punto: mantenere l'indipendenza di Firenze.
Arriva per due mesi a governare la città come uno dei sei priori, solo che per il bene della città, fa esiliare i più violenti fra guelfi bianchi e neri, fra cui anche Corso Donati, il cugino della moglie Gemma, e il suo più caro amico Guido Cavalcanti. E' un errore fatale. Il suo passo falso.
Scaduto il mandato come priore viene inviato come ambasciatore a Roma dal Papa per cercare un accordo con lui. Ma il Papa si è già messo d'accordo con i guelfi neri e sta lasciando che in città entri il fratello del Re di Francia, Carlo di Volois, come pacere, in realtà per far riprendere la città ai guelfi neri i quali si vendicano dei propri avversari più in vista fra cui... Dante appunto. Dante sta tornando da Roma e riceve la notizia che è accusato di corruzione ed è stato condannato a morte: se rimette piede in città lo attende il rogo.
All'inizio del testo puoi vedere la scena in cui Dante torna da Roma verso Firenze con l'angoscia di sapere che non potrà rientrare in città. ù

Il film non è piaciuto per niente a tante persone. Scene di sesso gratuito, alcune scene inutilmente volgari. Si sarebbe potuto fare molto di più. Io ho apprezzato la fotografia. Ho apprezzato Castellitto che per me è stato bravo anche se ha ripetuto un pò il personaggio recitato in Padre Pio, del vecchio stanco. La sceneggiatura ha insistito su aspetti parziali della vita di Dante. Pupi Avanti forse non ha considerato tutto quello che il poeta ha vissuto, la fede, il cambio di vita, la stesura della Commedia. Dante ha vissuto come un uomo di fede, ma questo non è apparso nel film. E' come quando mi hanno spiegato la Commedia al liceo. Cioè non me l'hanno spiegata, mi hanno spiegato cose vere ma parziali. Lèggendo Franco Nembrini, illustrato da Gabriele Dell'Otto, durante il Covid, ho iniziato a capirci qualcosa, mi si è aperto un altro mondo e finalmente ho capito perché Dante mi aveva sempre attratto e me ne sono innamorato.

Però un merito del film secondo me è stato rendere in scene cinematografiche alcuni momenti noti della vita di Dante, che aiutano a fissare nella memoria e a ri-vivere come spettatori alcuni passaggi biografici importanti. Bella la scena dell'incontro di Dante con Beatrice avvenuto quando il poeta aveva nove anni e poi anche quella successiva nove anni dopo. Intensa la scenda della morte della mamma di Dante quando lui era un bambino e poi il ritratto del secondo matrimonio del padre con una madre arcigna. Ben resa la scena drammatica della rottura tra Dante priore e l'amico Guido Cavalcanti.
Uno spaccato fotografico della società medioevale che a tratta mi ha aiutato a situarmi in quell'epoca, nei suoi rumori, fra le sue vie, vivere in parte quel tempo e quelle atmosfere. 
Mentre scene che non hanno aiutato a mio avviso sono diverse. Prima fra tutte la scena del sogno di Dante in cui sogna Beatrice nuda che mangia il cuore del poeta. Secondo me resa malissimo e totalmente fuorviante. Così come il racconto fotografico del matrimonio di Beatrice con un uomo più grande che lei non ama scendendo in dettagli fotografici non utili al racconto.

Dante riesce, dopo nove anni di attesa, ad incrociare lo sguardo di Beatrice: sta camminando e se la vede venire incontro, scortata da due anziane dame di compagnia. Lui si confonde, si appiattisce contro il muro; ma lei lo guarda e gli fa il cenno di saluto. Uno sguardo, un cenno di saluto: a noi sembra poco, ma per Dante è tutto. (Scena del film DANTE di Pupi Avati. Testo da Cfr Franco Nembrini con illustrazioni di Gabriele Dell'Otto - Dante Alighieri, Inferno, 2018, Mondadori, Milano)

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