venerdì 24 novembre 2023

Massimo Recalcati ospite di Giorgio Zanchini: ... anche su come contrastare il maschilismo

Davvero noi pensiamo che esista una materia specialistica che possa insegnare che cosa è il rispetto dell'altro, l'educazione affettiva e sentimentale, la tolleranza, il dialogo, il rifiuto del ricorso alla violenza e all'assoggettamento dell'altro? Ma questo non dovrebbe farlo la cultura in senso lato, la formazione, la scuola, l'impegno di ciascuno a crescere, a strappare dal proprio cuore il male ed a coltivare il bene? Una sincera ricerca spirituale e una dimensione di fede autentica (se non ipocrite), spesso contestate, contrastate, derise, ridicolizzate, negate, rientrano proprio in questo percorso di crescita e di evoluzione personale. Così come, se necessario, il ricorso a dei percorsi di cura psichiatrica e psicoterapeutica.
Mi ha aiutato a concettualizzare questo pensiero un intervista fatta ieri giovedì 24 novembre a Massimo Recalcati di cui segue il link: (clicca qui per il link) di cui riporto la trascrizione.

Massimo Recalcati presenta il suo libro, Massimo Recalcati, Jacques Lacan, Feltrinelli, 2023. Il testo fa parte della collana Eredi (clicca qui per il catalogo).

Il testo di parte dell'intervista del prof. Massimo Recalcati risulta dalla trascrizione della trasmissione "Quante storie" di Giorgio Zanchini del 24/11/2023 di cui si scrive il link. Si resta a disposizione per l'immediata rimozione del testo qualora richiesto dagli aventi diritto. 


Il prof. Massimo Recalcati risponde all'intervista del giornalista Giorgio Zanchini.

Lo studio della trasmissione "Quante storie" di Giorgio Zanchini che ospita il prof. Massimo Recalcati.

Come sapete Massimo Recalcati, oltre che uno studioso di Lacan, è uno studioso in senso lato e partecipa anche del dibattito pubblico specialmente attraverso articoli di giornale peraltro raccolti in un altro saggio di Feltrinelli. Lo dico perché volevamo farle vedere due ritagli di due articoli di questi giorni e poi aggiungere anche un’impressione di Emilia. 

Una petizione per salvaguardare il bonus psicologo che è un tema su cui la politica ha discusso molto negli ultimi mesi (Fedez: una petizione per salvaguardare il bonus psicologo). 

L'articolo sulla proposta di Fedez.

E poi, di nuovo, tema di strettissima attualità, la discussione decisione, dopo l’omicidio di Giulia Cecchettin, dell’educazione sentimentale, all’affettività, sessuale. Valditare, un paio di giorni fa, “così a scuola sfidiamo il maschilismo. Un tema complicatissimo professore. 

L'articolo sulla proposta del ministro Valditara.

Allora le due intenzioni sono buone. 
Cioè mettere il riflettore sui problemi del disagio psichico, come cerca di fare Fedez. E porre il problema di come usciamo dal problema di questa cultura maschilista che genera l'orrore che abbiamo visto in questi giorni.
Sulle risposte mi permetto di avere qualche riserva. 
Per esempio, rispetto al lavoro qui di Fedez, bé dovremmo interrogarci sulla salute mentale. Che cosa è salute mentale? Che cosa è malattia mentale? Io ci vedo per esempio, il rischio di pensare che esiste una normalità psichica e che l'obiettivo della cura del disagio psichico sia una normalizzazione di ciò che, invece, poi in realtà, i sintomi definiscono un soggetto. Tutti noi siamo un pò bizzarri, tutti noi siamo un pò storti. Tutti noi siamo un pò anormali. il trattamento della malattia mentale coincide con la normalizzazione? E allora, ecco il dubbio, ma non è forse la normalizzazione, cioè pensare una vita senza sintomi, l'espressione massima della malattia mentale?

Al ministro, seconda obiezione.
Ma davvero noi pensiamo che esiste una materia specialistica che possa insegnare come si rispetta l’altro, che possa insegnare la tolleranza, che possa insegnare insegnare la differenza tra l’amore e la predazione. Ma non è questo, ecco la mia obiezione, l’obiettivo fondamentale della cultura, cioè della scuola? Non ha senso scavare, nei programmi, una zona dove si discuterebbe, in modo specialistico questi temi: per esempio l’educazione sessuale, o, come si dice oggi, l’educazione sentimentale. Perché questo è il compito della cultura, compito della scuola. E’ la scuola in se stessa che dovrebbe, come dire, formare alla tolleranza, al dialogo, al rispetto. E’ lo stesso discorso che io facevo un pò di tempo fa sull’educazione civica. Davvero noi possiamo pensare che l’educazione del cittadino sia in quell’ora alla settimana che definisce una disciplina o non è forse la scuola che dovrebbe formare una mentalità di cittadinanza?

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