lunedì 20 giugno 2022

Davide contro Golia - Samuele 17,1-10.32.38-51 - Dio vince con quattro sassi e una fionda

 PRIMA LETTURA


Dal primo libro di Samuele                
17, 1-10.32. 38-51
                           
 
 

 
Davide combatte contro il gigante Golia
 
   In quei giorni i Filistei radunarono di nuovo l’esercito per la guerra e si ammassarono a Soco di Giuda e si accamparono tra Soco e Azeka, a Efes-Dammim. Anche Saul e gli Israeliti si radunarono e si accamparono nella valle del Terebinto e si schierarono a battaglia di fronte ai Filistei. I Filistei stavano sul monte da una parte e Israele sul monte dall’altra parte e in mezzo c’era la valle.
   Dall’accampamento dei Filistei uscì un campione, chiamato Golia, di Gat; era alto sei cubiti e un palmo. Aveva in testa un elmo di bronzo ed era rivestito di una corazza a piastre, il cui peso era di cinquemila sicli di bronzo. Portava alle gambe schinieri di bronzo e un giavellotto di bronzo tra le spalle. L’asta della sua lancia era come un subbio di tessitori e la lama dell’asta pesava seicento sicli di ferro; davanti a lui avanzava il suo scudiero. Egli si fermò davanti alle schiere d’Israele e gridò loro: «Perché siete usciti e vi siete schierati a battaglia? Non sono io Filisteo e voi servi di Saul? Scegliete un uomo tra di voi che scenda contro di me. Se sarà capace di combattere con me e mi abbatterà, noi saremo vostri schiavi. Se invece prevarrò io su di lui e lo abbatterò, sarete voi nostri schiavi e sarete soggetti a noi». Il Filisteo aggiungeva: «Io ho lanciato oggi una sfida alle schiere d’Israele. Datemi un uomo e combatteremo insieme». Davide disse a Saul: «Nessuno si perda d’animo a causa di costui. Il tuo servo andrà a combattere con questo Filisteo».
   Saul rivestì Davide della sua armatura, gli mise in capo un elmo di bronzo e gli fece indossare la corazza. Poi Davide cinse la spada di lui sopra l’armatura, ma cercò invano di camminare, perché non aveva mai provato. Allora Davide disse a Saul: «Non posso camminare con tutto questo, perché non sono abituato». E Davide se ne liberò. Poi prese in mano il suo bastone, si scelse cinque ciottoli lisci dal torrente e li pose nel suo sacco da pastore che gli serviva da bisaccia; prese ancora in mano la fionda e mosse verso il Filisteo.
   Il Filisteo avanzava passo passo, avvicinandosi a Davide, mentre il suo scudiero lo precedeva. Il Filisteo scrutava Davide e, quando lo vide bene, ne ebbe disprezzo, perché era un ragazzo fulvo di capelli e di bell’aspetto. Il Filisteo gridò verso Davide: «Sono io forse un cane, perché tu venga a me con un bastone?». E quel Filisteo maledisse Davide in nome dei suoi dèi. Poi il Filisteo gridò a Davide: «Fatti avanti e darò le tue carni agli uccelli del cielo e alle bestie selvatiche». Davide rispose al Filisteo: «Tu vieni a me con la spada, con la lancia e con l’asta. Io vengo a te nel nome del Signore degli eserciti, Dio delle schiere d’Israele, che tu hai insultato. In questo stesso giorno, il Signore ti farà cadere nelle mie mani. Io ti abbatterò e staccherò la testa dal tuo corpo e getterò i cadaveri dell’esercito filisteo agli uccelli del cielo e alle bestie selvatiche; tutta la terra saprà che vi è un Dio in Israele. Tutta questa moltitudine saprà che il Signore non salva per mezzo della spada o della lancia, perché il Signore è arbitro della lotta e vi metterà certo nelle nostre mani». Appena il Filisteo si mosse avvicinandosi incontro a Davide, questi corse prontamente al luogo del combattimento incontro al Filisteo. Davide cacciò la mano nella bisaccia, ne trasse una pietra, la lanciò con la fionda e colpì il Filisteo in fronte. La pietra s’infisse nella fronte di lui che cadde con la faccia a terra. Così Davide ebbe il sopravvento sul Filisteo con la fionda e con la pietra e lo colpì e uccise, benché Davide non avesse spada. Davide fece un salto e fu sopra il Filisteo, prese la sua spada, la sguainò e lo uccise, poi con quella gli tagliò la testa.

Commento:

In questi giorni il calendario liturgico, ovvero il calendario che regola quale letture leggere durante l'Ufficio delle Letture e durante le messe, ha fatto spesso capitare letture in cui persone della Bibbia debbono affrontare situazioni avverse, nemici, oppure risoluzioni di problemi. Gli esempi sono Gedeone che deve affrontare i nemici ( nell'Ufficio di questa settimana in Giudici 6,33. Clicca qui per leggere). Gesù che con cinque pani e due pesci deve sfamare cinquemila persone ( Vangelo di Domenica). Golia che sfida l'esercito di Israele e Davide (nell'Ufficio di oggi) poco più che ragazzo che scende in campo contro di lui da volontario con una fionda e quattro sassi.
Io umanamente non avrei affrontato queste situazioni con lo spirito di queste persone.
Avrei fatto altri tipi di calcoli per entrare in quelle situazioni con un migliore equipaggiamento, con più guerrieri, con più cibo.
Ma Dio è così. Dio ragiona in un altro modo e a lui basta poco per vincere, per risollevare situazioni date per perse.
C'è una cosa che gli serve però. La nostra fiducia in lui.
E tutte queste letture non fanno che confermare questo concetto. Di fronte a questo concetto io mi sento sempre impreparato. Mi accorgo che mi dico cristiano, ma ragiono da ateo convinto.
Il Signore c'è e opera nelle storia degli uomini, di Gedeone, di Davide, dei discepoli e delle povere persone come me e come noi.
Sono certo che Dio operi e mi manca però questa forza interiore di Davide, questa forza di fare sberleffi a Golia in nome del Signore. E spero che il Signore me la conceda. Lo spirito con cui Davide affronta Golia mi fa venire in mente la parresia spesso citata da Papa Francesco (clicca qui per leggere Papa Francesco su Parresia). Una certa franchezza di linguaggio, affidamento a Dio, convinzione, che il Papa spiega viene dallo Spirito Santo. 

Padre Emidio Alessandrini, scriveva nel trentennale della sua ordinazione sacerdotale, raccolta nel secondo capitolo di Con grande Potenza a cura di Valerio Grimaldi (Clicca qui per leggere un post su questo argomento) che la Bibbia non fa altro che cristallizzare in tante storie, in tante immagini, la presenza benevola che opera nella storia degli uomini e che è Dio. 

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