mercoledì 22 giugno 2022

Davide e Giònata amici - Samuele 19, 8-10; 20, 1-7

 Dal primo libro di Samuele

19, 8-10; 20, 1-17
Amicizia tra Davide e Giònata
 
   In quei giorni la guerra si riaccese e Davide uscì a combattere i Filistei e inflisse loro una grande sconfitta, sicché si dettero alla fuga davanti a lui. Ma un sovrumano spirito cattivo si impadronì di Saul. Egli stava in casa e teneva in mano la lancia, mentre Davide suonava la cetra. Saul tentò di colpire Davide con la lancia contro il muro. Ma Davide si scansò da Saul, che infisse la lancia nel muro. Davide fuggì e quella notte fu salvo.
   Davide lasciò di nascosto Naiot di Rama, si recò da Giònata e gli disse: «Che ho fatto, che delitto ho commesso, che colpa ho avuto nei riguardi di tuo padre, perché attenti così alla mia vita?». Rispose: «Non sia mai. Non morirai. Vedi, mio padre non fa nulla di grande o di piccolo senza confidarmelo. Perché mi avrebbe nascosto questa cosa? Non è possibile!». Ma Davide giurò ancora: «Tuo padre sa benissimo che ho trovato grazia ai tuoi occhi e dice: Giònata non deve sapere questa cosa, perché si angustierebbe. Ma, per la vita del Signore e per la tua vita, c’è un sol passo tra me e la morte». Giònata disse: «Che cosa desideri che io faccia per te?». Rispose Davide: «Domani è la luna nuova e io dovrei sedere a tavola con il re. Ma tu mi lascerai partire e io resterò nascosto nella campagna fino alla terza sera. Se tuo padre mi cercherà, dirai: Davide mi ha chiesto di lasciarlo andare in fretta a Betlemme sua città perché vi si celebra il sacrificio annuale per tutta la famiglia. Se dirà: Va bene, allora il tuo servo può stare in pace. Se invece andrà in collera, sii certo che è stato deciso il peggio da parte sua. Mostra la tua bontà verso il tuo servo, perché hai voluto legare a te il tuo servo con un patto del Signore: se ho qualche colpa, uccidimi tu; ma per qual motivo dovresti condurmi da tuo padre?». Giònata rispose: «Lungi da te! Se certo io sapessi che da parte di mio padre è stata decisa una cattiva sorte per te, non te lo farei forse sapere?». Davide disse a Giònata: «Chi mi avvertirà se tuo padre ti risponde duramente?». Giònata rispose a Davide: «Vieni, andiamo in campagna».
   Uscirono tutti e due nei campi. Allora Giònata disse a Davide: «Per il Signore, Dio d’Israele, domani o il terzo giorno a quest’ora indagherò le intenzioni di mio padre. Se saranno favorevoli a Davide e io non manderò subito a riferirlo al tuo
orecchio, tanto faccia il Signore a Giònata e ancora di peggio. Se invece sembrerà bene a mio padre decidere il peggio a tuo riguardo, io te lo confiderò e ti farò partire. Tu andrai tranquillo e il Signore sarà con te come è stato con mio padre. Fin quando sarò in vita, usa verso di me la benevolenza del Signore. Se sarò morto, non ritirare mai la tua benevolenza dalla mia casa; quando il Signore avrà sterminato dalla terra ogni uomo nemico di Davide, non sia eliminato il nome di Giònata dalla casa di Davide: il Signore ne chiederà conto ai nemici di Davide». Giònata volle ancora giurare a Davide, perché gli voleva bene e lo amava come se stesso.

Commento povero:

Davide può contare su Giònata. Può aprirgli il cuore senza paura di un tradimento, di un'invidia, di un tradimento da parte di Giònata.
Giònata lavora per il bene di Davide.
Giònata è libero da ogni forma di legame nel male con Saul che pure è suo padre e in definitiva suo re.
Giònata inoltre nei suoi ragionamenti chiama sempre in causa il Signore come testimone e garante di quello che sta avvenendo. Gionata sà che il Signore c'è e che accorda le sue grazie agli uomini, a tutti gli uomini e anche a quelli che lui ha scelto e a cui ha affidato una missione e Gionata ritiene che Davide sia uno di questi.
Giònata è sembra l'unico in grado di vedere cosa sarà di Davide e della sua futura ascesa e ribadisce il desiderio che il suo nome sia sempre legato a Davide anche dopo la sua morte.
Giònata pensa anche al bene della sua casa intesa come famiglia chiedendo a Davide di non scagliarsi contro di essa. 

Saul al contrario è posseduto da un "sovrumano spirito cattivo". Tenta di uccidere Davide mentre suona la cetra, ovvero mentre meno è preparato a difendersi, quando meno se l'aspetta. Trama il male contro di lui. 

Davide mostra e mette in pratica tutta la sua prontezza di azione e velocità di pensiero. Ma sempre per il bene, mai per il male, mai per tramare contro Saul, ma al limite per proteggere la propria vita senza però recare alcun danno a Saul che pure lo vuole uccidere.
Spiega a Giònata perché Saul non avrebbe confidato a Giònata l'eventuale suo progetto di uccidere Davide. Saul sà perfettamente che Giònata è amico di Davide e che è legato a lui da un sentimento di fedeltà e benevolenza. 
Poi si organizza con Giònata perché si faccia luce in tutta questa storia molto oscura di un re che cerca di uccidere uno dei suoi uomini di fiducia perché invidioso, timoroso, sospettoso e preoccupato del suo successo. 

Bello poter parlare così con un amico. Chi lo può fare ha una grande fortuna.

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