venerdì 17 giugno 2022

Matteo 6, 19-23 - 17/06/2022 - Come accumulare tesori che durano

Mt 6,19-23
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore.
La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!».

Si rimane a disposizione per l'immediata rimozione delle pagine scritte qualora richiesto dagli aventi diritto. 

Ricerche e riflessioni (non mie)

I nostri rapporti con le cose devono essere da figli di Dio: lui è il nostro tesoro, e le cose non sono feticci da adorare, ma doni del suo amore.
L'uomo è sempre di qualcuno. L'appartenenza, in molte lingue, si esprime col "genitivo": è la relazione, che genera e che fa esistere. Questa relazione è unica: non si possono avere due padri o due madri. Così Gesù dice che la nostra vita o dipende da Dio, e allora siamo suoi figli, o dipende da mammona, e allora siamo suoi schiavi (Silvano Fausti, Una comunità legge il Vangelo di Matteo, EDB, Bologna, 1998. Pag. 101).
Il tema è quello della paternità di Dio.
Questa è da vivere in rapporto alle cose come libertà dall'accumulo quando ci sono e dall'ansia quando non ci sono ( Matteo 6,9-24) e in rapporto alle persone come accoglienza e amore fraterno.
Chi non si sa figlio di Dio e fa pendere la sua vita dalle cose, accumula tesori sulla terra; il suo occhio è malato, perso dietro l'idolo, schiavo di mammona (dei soldi). Chi si sa figlio, invece, accumula tesori in cielo; il suo occhio è puro e in tutto vede colui che lo ama e che vuol amore.
La fede in Dio si giova concretamente nel rapporto con le creature, che può essere filiale e fraterno, oppure padronale e diabolico ( cfr Luca 12, 13-34;  16, 1-13).

v.19 Non accumulate per voi tesori sulla terra. L'uomo non è la vita. L'ha ricevuta e deve alimentarla. Pensa di mantenerla accumulando beni, senza accorgersi che così la immola per procurarsi ciò che dovrebbe garantirla. Infatti chi fa delle cose il suo dio, le stacca dalla sorgente, che è Dio, e dal loro fine, che è la condivisione fraterna. La brama di possedere è ateismo pratico, origine di tutti i mali (1Tm 6,10), vera idolatria (Ef 5,5). Nega il valore di ogni realtà: il dono. Accumulare tesori è in contraddizione con la richiesta: "Dacci oggi il nostro pane quotidiano". Il pane non è più dono del Padre, ma sostituto del Padre.

dove tarma e ruggine consumano I beni in natura, cibo e vestito, col tempo saranno divorati dalla tarma, e lo stesso corpo dai vermi. I beni in metallo perdono il loro splendore. Ciò che serve per vivere, muore; ciò che giova per apparire, scompare. 

e dove ladri scassìnano e rubano; ciò che è accumulato, è furto al Padre e ai fratelli; presto o tardi, verrà sottratto a chi l'ha rubato. O il dono resta tale e si fa principio di dono, o diventa furto e principio di furto. Accumulare tesori non solo non garantisce la vita animale, ma fa anche perdere la vita di figlio e di fratello. 

accumulate invece per voi tesori in cielo.  Accumula tesori eterni colui che riceve ringraziando e usa condividendo. In questo modo i beni del mondo alimentano non solo la vita materiale che perisce, ma anche quella spirituale: son strumenti per entrare in comunione con il Padre e con i fratelli.
La dimora eterna, il vero tesoro, si gioca qui nel tempo con l'uso corretto dei beni, dei quali bisogna essere non stolti possidenti, ma amministratori sapienti (cfr Lc 12,13ss; 16,1-13)

dove né tarma né ruggine consumano Il cibo, se accumulato, si corrompe, come la manna; se condiviso con i fratelli, è seme di immortalità. Il denaro e l'oro stesso, in cui si ripone fiducia, si offuscano, se non prima, almeno quando si chiuderanno gli occhi. L'amore del Padre e dei fratelli invece accenno nell'uomo la gloria eterna di Dio. Non l'oro he ha, ma quello che dà lo rende figlio, splendore del Padre

e dove ladri non scassìnano e non rubano.  Il dono resti sempre tale - e chi ne è derubato non lo richieda indietro ( Luca 6,30). Così diventa il figlio del Padre, che tutto dona e perdona. In questo modo il suo tesoro non sarà mai derubato: resterà sempre dono, anche per chi lo fa oggetto di furto.

Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore. Una persona abita più dove è col cuore che con il corpo. Se ami le cose che periscono, sei nella perdizione. Se ami Dio che è vita, dimori in Dio e nella vita.

La lampada del corpo è l’occhio; L'occhio non è semplicemente la finestra attraverso cui entra ciò che è fuori. E' anche lucerna: la luce che è nel cuore, esce da esso e si proietta sulla realtà. Uno vede con la luce del suo core, con l'amore che lo illumina. 

perciò, se il tuo occhio è puro ( Fausti traduce semplice), tutto il tuo corpo sarà luminoso. Il modo di guardare, valutare, pensare, sentire, camminare e fare dipende dall'occhio e dal cuore, che rende luminosa o oscura non solo la persona, ma anche la realtà che la circonda. E ce ne accorgiamo subito! Addirittura, vedendo un cane, capisci subito che tipo di persona è il suo padrone!

ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. C'è un occhio malato e cattivo - il malocchio!- che diffonde tenebra. Se il cuore/occhio puro riflette la luce di Dio e porta il frutto dello Spirito ( cf Gal 5,22), il cuore/occhio malato, al contrario, moltiplica le opere della "carne" ( cf Gal 5,19-21).

Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!». Chi diffonde tenebra invece di luce, quanto buio deve avere nel suo cuore! la luce, principio della creazione e della vita, esce dalla bocca di Dio che dice: "Sia la luce!" e la luce fu ( Gen 1,3). La tenebra è dalla bocca del nulla, che tutto mangia e seppellisce nella morte. 

Fonti:
Silvano Fasti, Una comunità legge il Vangelo di Matteo, EDB, Bologna, 1998. Pag. 101-103

Se vuoi e ti fa piacere, lasciami un commento sotto il post. Basta cliccare sulla scritta Posta un commento che vedi sotto. 
Per me è un aiuto e uno stimolo ricevere un commento di ritorno. 
Se scriverai il tuo indirizzo email ti potrò anche rispondere. Se vuoi lasciare un commento privatamente puoi scrivermi alla mia email: andreapiola@yahoo.it

Nessun commento:

IL CAMMINO DELL'UOMO

IL CAMMINO DELL'UOMO
Marcia francescana 25 luglio - 4 agosto 2003