domenica 29 maggio 2022

Terra Santa - 18/05/2022 - Nono giorno

   Il diario è fatto proprio per fare memoria del pellegrinaggio. Riporto appunti di riflessioni personali, di spiegazioni e di omelie ascoltate. Gli appunti non sono stati rivisti da don Vito, potrebbero essere non esattamente fedeli a quanto detto da lui. Parlatene con lui. Io sono un povero pellegrino che cerca di conoscere meglio il Signore e di stare con lui. Resto a disposizione di rimozione di foto su richiesta degli aventi diritto.

Sommario:  
- Mattina: Gerusalemme - ( Approfondimento sulla Fortezza Antonia) - Via Crucis - Santo Sepolcro - Messa
- Pomeriggio: Caffè nel convento di San Salvatore - Muro del Pianto - Cena a Betlemme

Ore 07:30 sul pulman.
La prima cosa che don Vito dice sempre sul pulman è: "Sabat al Kheir" e attende la riposta. 
Dire “Buongiorno” in arabo è “Sabah al kheir” e “kheir” significa “bontà”. La traduzione letterale è “mattino di bontà” e la risposta a questo sarebbe cambiare “bontà” con una parola altrettanto positiva, come “fiori” o “luce”. Sabat-al noor è la risposta comune. Vuol dire mattino di luce.

Quello che vediamo appena il pulman parte per uscire da Betlemme


Sul pulman: il primo saluto del mattino è sempre: "Sabah alkheir!"

Mi colpisce un cimitero dentro la città. Vediamo i loculi che superano in altezza le mura di cinta. Sulle mura ci sono ritratti di uomini.

Il panorama intorno

Panorama

Sulla strada, in file verso il check Point di ingresso in Gerusalemme

Don Vito parla delle ultime sette parole di Cristo

I.     -  Padre perdona loro, perché non sanno quello che fatto
II.    -  Oggi sarai con me in Paradiso 
III.  -   Donna, ecco tuo figlio
IV.   -  Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?
V.   -   Ho sete
VI. -   Tutto è compiuto
VII. -  Padre nelle tue mani consegno il mio spirito

(Sul pulman, auto non posso leggere né scrivere altrimenti mi viene la nausea. Per cui ho preso pochi appunti quando il pulman era fermo).
La croce porta alla Resurrezione.
Non ce la fai a portare la croce da solo. Puoi stare con il Signore.

E' esperienza di molti: se io non avessi avuto questa situazione difficile, non avrei conosciuto Dio. 

A piedi dalla Porta nuova fino al luogo della prima stazione della Via Crucis
Il pulman ci lascia alla Porta nuova.
Entriamo nel quartiere arabo e camminiamo per arrivare al luogo della prima stazione delle Via crucis, nella città vecchia di Gerusalemme, nel quartiere di Bethesda ( o Betzata, o Bezeta. dall'aramaico: Betlemme-hesdâ: casa della misericordia).

La strada che porta al punto iniziale della Via Crucis

Vicoletti e tunnel

Azzurro verde


Dietro l'arco, si vede poco, la punta della cupola della Moschea di Omar

Via Crucis ( dalla Guida Turistica e Bibblica della Terra Santa - Pag. 216)
Dal XII secolo la tradizione cristiana fa iniziare presso il luogo della Torre Antonia la Via Dolorosa di Gesù verso il Calvario.
La devozione della Via Crucis in 14 stazioni nacque in Occidente dopo il XV secolo con l'intento di seguire spiritualmente i pellegrinaggi dei vari percorsi della Passione che avvenivano nella città santa. La Via Crucis attuale, pertanto, dopo essere passata dalla Spagna in Italia, attraverso la Sardegna, arrivò a Gerusalemme e stsabilì la sua prima stazione a partire dal luogo della Fortezza Antonia per finire al S. Sepolcro con la XIVa stazione.
Ciò per opera dei francescani.

La denominazione della strada indica che essa vuol seguire, approssimativamente, la via che percorse Gesù dal pretorio al Calvario. Lungo la via sono segnate, per la devozione cristiana, le diverse stazioni della Via Crucis.

Arriviamo al convento francescano della Flagellazione
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Studiando la localizzazione del Litostroto e la Fortezza Antonia ho fatto una serie di approfondimenti che riporto, ma che possono essere saltati, senza nulla togliere al proseguimento del racconto della giornata che riprende dove troverete più avanti le stesse linee tratteggiate poste sopra questa scritta.

(Guida Turistica e Bibblica della Terra Santa pag. 211 e pag. 183)  
Come è avvenuta  la localizzazione del pretorio, di cui si parla nei racconti della passione, presso la Torre (o Fortezza)  Antonia?
Cardine di questo ragionamento è questo postulato: dove era il procuratore era anche il pretorio.
Andiamo però con ordine. 

Il Tempio di Salomone o Primo Tempio fu costruito, secondo la Bibbia, da Re Salomone, e finito dopo 7 anni e mezzo nell'826 a.C. . Fu completamente distrutto da Nabucodonosor II nel 586 a.C (clicca qui per vedere la fonte).

Il luogo che era stato scelto per la fondazione del primo tempio, quello di Salomone ( finito in 7 anni nel 826 aC), era apparso subito come la parte più vulnerabile della città, sovrastato com'era dalla vicini altura di Bezetha. Si era pertanto imposta subito la necessità di realizzavi delle fortificazioni del caso di possibili guerre. Per questo motivo con il Tempio, venne eretta anche una torre di difesa

Il primo accenno lo si incontra nel profeta Geremia. Scrivo due notizie su Geremia.
Siamo nel V sec. aC. E' il tempo della grande riflessione (Guida Bibblica e Turistica della Terra Santa Pag.  39), il tempo della caduta di Gerusalemme (586 ac) con la deportazione a Babilonia. La deportazione riguardò soprattutto le classi socialmente più elevate; nella regione non rimasero che i più poveri, inutili anche la vincitore e il luogo, Gerusalemme, fu pressoché abbandonato; tuttavia la vita cultuale pare che non si sia spenta del tutto (vedi Ger 42, 5). Il profeta Geremia preferì restare con i poveri di Dio. 

Geremia 31,38
38Ecco, verranno giorni - oracolo del Signore - nei quali la città sarà riedificata per il Signore, dalla torre di Cananèl fino alla porta dell'Angolo.

Questa torre appare meglio localizzata al tempo della restaurazione della città sotto la guida di Neemia.
Scrivo due notizie su Neemia. 
Nel 538 aC l'editto di Ciro, fondatore dell'impero persiano, inaugurò in oriente una politica nuova, rispettosa delle pratiche cultuali dei popoli sottomessi, reintegrati nelle loro tradizioni.
I deportati in Babilonia rientravano in una regione completamente desolata, portarono con sé un'enorme carica di Speranza: Dio ricostituiva il suo popolo. Prima preoccupazione fu la ricostruzione del Tempio, nel quale oramai non esisteva più l'Arca dell'Alleanza; seguì poi fra molti stenti e con povertà di mezzi, la ricostruzione della città. Le realizzazioni fatte non corrispondevano alle speranze che le avevano  ispirate; così l'attesa della loro completa realizzazione fu rimandata ai tempi messianici.
Animatori di queste speranze furono i profeti: Aggeo, Zaccaria, Malachia
Esdra e Neemia (V sec. aC) furono i capi della nuova comunità.
Con Neemia la Giudea venne costituito in provincia autonoma; egli fu innanzitutto un riformatore politico in vista della possibilità di una riforma religiosa ( Neemia 1-7)

Nemia 3,1
1Il sommo sacerdote Eliasib e i suoi colleghi ricostruirono la porta delle Pecore, la consacrarono e ne fissarono i battenti. Ripararono e consacrarono le mura fino alla torre dei Cento e a quella di Cananeel.

Neemia 12,39
39Passò per la porta di Efraim, la porta Vecchia, la porta dei Pesci, la torre di Cananeel, la torre dei Cento e la porta delle Pecore e si fermò alla porta della Prigione.

Ritorniamo però alla storia della Fortezza Antonia da cui siamo partiti.

All'epoca dei Maccabei la torre, ampliata e fortificata, era chiamata anche Baris. 
Scrivo due notizie sui Maccabei.
I Maccabei (in ebraico מכבים o מקבים, Makabim, letteralmente: "martellatori") furono un movimento ebreo di ribellione contro il seleucide Antioco IV Epìfane (175 a.C.-164 a.C.), nel II secolo a.C., guidato dalla famiglia degli Asmonei. Gli Asmonei diedero quindi vita a una dinastia che istituì il regno di Giudea. (clicca qui per vedere la fonte).

Negli anni 37-35 a.C, Erode al suo posto costruì una poderosa fortezza che uso anche come palazzo di residenza e la denominò "Antonia" in onore del triumviro romano Antonio. (Clicca qui per un approfondimento sul sito romanoimpero)
Il re, per tenere più facilmente sotto controllo la casta sacerdotale, riuscì a ottenere che nella fortezza fossero custoditi i paramenti solenni del Sommo Sacerdote; tale osservanza fu osservata anche al tempo dei procuratori romani.

La Fortezza Antonia ricostruita nel plastico di Gerusalemme

La Fortezza Antonia e i suoi rapporti con il Tempio di Gerusalemme

Lo storico Giuseppe Flavio, nel suo libro La guerra giudaica (5, 5-8), ci dà una dettagliata descrizione della Torre o Fortezza Antonia. Essa aveva l'aspetto di una fortezza con, al suo interno, tutte le comodità di una reggia. Ai quattro angoli soervevano 4 torr; quella di sud-est era la più alta, dalla sua cima si poteva vedere tutto il Tempio al quale era collegata da diverse scale. Queste avevano la funzione di permettere il pronto intervento dei soldati qualora si verificassero disordini particolari. Questa eventualità non era infrequente, in occasione delle grandi feste, soprattutto per la Pasqua, festa che ricordava appunto la liberazione dall'oppressione egiziana. (Guida Turistica e Bibblica della Terra Santa. Pag. 212).

Dopo che Archelao, succeduto nel regno al padre Erode, fu deposto ed esiliato da Augusto, la fortezza fu occupata dalla guarnigione romana. Quando i procuratori, da Cesarea Marittima dove abitualmente risiedevano, salivano a Gerusalemme, preferivano di solito il palazzo di Erode, situato presso l'attuale Cittadella, lontano dai rumori dei quartieri popolari. Nei momenti però di maggior tensione, si spostavano in questa fortezza dalla quale dominavano tutta la spianata del tempio; era il luogo ideale per controllare quanto avveniva tra la folla che l'assiepava durante le grandi feste. Basandosi su questa molto verosimile supposizione, si è soliti localizzare il pretorio, di cui parla nei racconti della Passione, presso la torre Antonia; infatti dove era il procuratore ivi era il pretorio.
Le narrazioni evangeliche dicono che Gesù, dopo il processo presso Caifa, fu condotto nel pretorio dove era Pilato.

Il Palazzo di Erode (Da Guida turistica e bibblica della Terra Santa. Pag. 183)
Esso sorgeva sul luogo dell'attuale caserma di polizia. La reggia di Erode venne successivamente usata dai procuratori romani, quando,  in occasione delle grandi feste, scendevano da Cesarea Marittima a Gerusalemme per controllare la folla che vi conveniva da tutto il paese. Rifacendosi a questo fatto, alcuni fanno avanzato l'ipotesi che il processo a Gesù davanti a Pilato sia avvenuto in questo palazzo. 

Altre fonti:

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Riprendo il racconto della giornata dove lo avevamo lasciato prima di questo approfondimento

Convento francescano della Flagellazione
Il convento sorge vicino al posto della Torre Antonia ed ospita lo Studio Biblico Francescano, scuola per la formazione di professori in scienze bibliche. 
Entrando nel cortile a destra, vi è la chiesa della Flagellazione. Sul luogo sorgeva una cappella medioevale che successivamente era stata trasformata in stalla e adattata poi a bottega per tessitori. Nel 1836 essa fu donata da Ibraim Pascià ai Francescani che iniziarono subito opere di restauro e la riaprirono al culto.
Nella cappella si ricorda la flagellazione (vedi vetrata sopra l'altar maggiore che io per il poco tempo e anche perché non sapevo bene di doverlo vedere non ho visto) subita da Gesù prima della condanna a morte. 

La Chiesa della Flagellazione vista dal Cortile

Entriamo nella Chiesa.
Il flagello romano era un corto bastone che ad una estremità portava lunghe strisce di cuoio terminanti in palline di piombo o in ferri acuminati. Mentre nella flagellazione giudaica, i colpi erano solo 39 ( infatti il Dt 25,3 ne stabiliva un massimo di 40), nella prassi romana il numero era lasciato alla discrezione del carnefice. 

Il flagello - Per la fonte della foto clicca qui

Iniziamo la nostra Via Crucis.
1° stazione: La condanna di Gesù.
Lettura: Matteo 27,15-26

15Il governatore era solito, per ciascuna festa di Pasqua, rilasciare al popolo un prigioniero, a loro scelta. 16Avevano in quel tempo un prigioniero famoso, detto Barabba. 17Mentre quindi si trovavano riuniti, Pilato disse loro: «Chi volete che vi rilasci: Barabba o Gesù chiamato il Cristo?». 18Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia. 

19Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: «Non avere a che fare con quel giusto; perché oggi fui molto turbata in sogno, per causa sua». 20Ma i sommi sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a richiedere Barabba e a far morire Gesù. 21Allora il governatore domandò: «Chi dei due volete che vi rilasci?». Quelli risposero: «Barabba!». 22Disse loro Pilato: «Che farò dunque di Gesù chiamato il Cristo?». Tutti gli risposero: «Sia crocifisso!». 23Ed egli aggiunse: «Ma che male ha fatto?». Essi allora urlarono: «Sia crocifisso!». 

24Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto cresceva sempre più, presa dell'acqua, si lavò le mani davanti alla folla: «Non sono responsabile, disse, di questo sangue; vedetevela voi!». 25E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli». 26Allora rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso.


L'interno della Chiesa con la vetrata sopra l'altar maggiore. 

Iniziamo la Via Crucis.

Di solito ci sono delle persone conosciute dai francescani che si offrono di accompagnare i gruppi durante la Via Crucis. Si occupano di trovare la croce di legno con cui si cammina per le strade di Gerusalemme, di fare fotografie ai gruppi. Si può essere d'accordo oppure no. La scelta che i gruppi fanno di solito è di accettare questa proposta.


2° stazione: Gesù caricato della croce 
Cappella della Condanna
Lettura: Giovanni 19, 17-18
16bEssi presero Gesù 17ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, 18dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall'altra, e Gesù in mezzo.

In faccia alla chiesa della flagellazione si trova la Cappella della condanna. Questa fu costruita dai Francescani all'inizio di questo secolo rispettato il piano di un'antica chiesetta bizantina.  Sulle vetrate della cupola sono rappresentati gli angeli con gli strumenti della passione, Pilato che si lava le mani e l'imposizione della croce a Gesù. Sul pavimento della chiesa sono conservate alcune pietre del Litostroto il cui lastricato si estende in parte anche sotto il convento, nel museo lapidario.

Entriamo nella Cappella della Condanna

Le pietre del pavimento sono rigate. Lo si faceva sia per far scorrere l'acqua verso una cisterna raccoglitrice, sia per non far scivolare gli zoccoli dei cavalli. 

Le cupole con le vetrate raffiguranti gli angeli con gli strumenti della passione

L'imposizione della croce a Gesù.

Uscendo sulla strada il semiarco che scavalca la via è detto Arco dell'Ecce Homo. 

L'arco di Adriano detto dell'Ecce homo visto dalla Via Crucis da Est
 
Uno schema dell'arco visto come nella foto dal vivo, sopra questa, da est.

Lo stesso schema, visto da Ovest.

(Dalla Guida Turistica e Bibblica della Terra Santa Pag. 214)
Sedata la rivolta giudaica, nel 135 d.C., l'imperatore Adriano fece costruire sulle rovine di Gerusalemme distrutta una nuova città con il nome di Aelia Capitolina. Sgomberate le macerie della Torre Antonia, fede edificare un arco di trionfo a tre arcate, come porta monumentale di entrata alla città sul lato nord-est. L'arco, pur inglobato nelle successive costruzioni, si è conservato ancora in buona parte. Sulla Via Dolorosa è visibile una parte della sezione centrale che attraversa la strada; sopra di esso si nota una casa araba con due finestre. Il fornice meridionale (con sotto scritto abitazione), quello verso il Tempio, è solo in parte conservato in una casa araba; l'altro fornice du riportato alla luce durante gli scavi per la costruzione del convento vicino ed è conservato dietro l'altare maggiore della Chiesa. 

Il nome dell'arco dell'Ecce Homo risale al tempo dei crociati (1095-1270 dC.)  e si riferisce all'episodio, che si credeva avvenuto in questo luogo, narrato da Giovanni nel racconto della Passione.

Giovanni 19,4
4Pilato intanto uscì di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui nessuna colpa». 5Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: «Ecco l'uomo!».

Considerazione mia: quindi sostanzialmente questo arco non era presente al tempo di Gesù e non è possibile che Pilato abbia rilasciato Gesù ai giudei presso questo arco. Vero. Però è anche vero che se l'arco è stato costruito sulle rovine della fortezza Antonia, se fosse verso che Pilato fece flagellare Gesù nella fortezza Antonia e non nel palazzo di Erode oggi noto come Cittadella ( seconda ipotesi riguardo al luogo del Litostroto), allora questo episodio descritto da Giovanni deve essere avvenuto da queste parti. Non si può individuare con precisione il posto, essendo stata Gerusalemme distrutta e ricostruita almeno due volte dopo la morte di Gesù, da Tito nel 70 dC e da Adriano nel 135 dC. 

Convento di Nostra Signora di Sion
Gli scavi per la costruzione del convento hanno portato alla luce notevoli resti.
Proseguendo la visita del convento si giunge ad una sala dove sono sistemati alcuni plastici che riproducono, del tempo di Gesù, il suolo, la Torre Antonia e la Via Crucis.

Dalla sala dei plastici una scala conduce al Litostroto sotto al quale vi è la cisterna. Questa cisterna raccoglieva l'acqua piovana in un ambiente di 52 mt di lunghezza e 14 di altezza. L'acqua della cisterna serviva all'approvvigionamento della guarnigione militare residente nella fortezza. 
Don Vito Vacca spiega la posizione della Fortezza Antonia e della Cisterna.

Il mosaico di Madaba del V secolo, una volta scoperto, è stato fondamentale per capire che da queste parti vi fosse la fortezza Antonia che all'epoca del ritrovamento del mosaico era già stata distrutta.

Un pò di date importanti. 

La Cisterna in cui si passa grazie a questa scala e che porta poi al Litrostroto (o ritenuto tale) soprastante.



Litostroto
(In greco: lithostrotos, cioè: lastricato, selciato; in aramaico Gabbetha, Gabbatha, cioè: dosso, rilievo, luogo alto).
La narrazione evangelica (Giovanni 18, 28 ss) dà questo nome ad un luogo situato di fronte al pretorio, nel quale i giudei non vollero entrare perché, essendo la vigilia di Pasqua, non volevano contaminarsi. Comenumente si localizza questo luogo presso l'attuale convento di N. S. di Sion. 


Il pavimento è segnato da canaletti profondi 5-6 cm; essi servivano per incanalare l'acqua piovana nella vicina cisterna.



Verso il centro sono custoditi con molta cura  alcuni giochi incisi sulla pietra del lastricato, con essi i soldati della guarnigione occupavano il loro tempo libero. Uno di questi segni si crede sia il "Gioco del Re", rappresentato da una corona a raggiera con la lettera B (iniziale della parola greca Basileus, cioè: re). Il gioco richiama quello praticato durante le feste dei Saturnali: esso consisteva nell'estrarre a sorte fra i condannati per delitti comuni, un re carnevalesco al quale si doveva l'ubbidienza per tutti i giorni della destra, al termine della quale veniva eseguita la sentenza di morte.

Uno dei giochi ritenuto il "Gioco del Re"


Non è quindi possibile indicare con esattezza dove si siano svolti i diversi episodi della Passione ambientati nel pretorio. Meditiamo gli episodi salienti vissuti da Gesù per prepararci a percorrere, in raccogliemento, la Via Dolorosa. 

Giovanni 18, 28 ss
Gesù davanti a Pilato

28Condussero poi Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l'alba ed essi non vollero entrare nel pretorio, per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua. 29Pilato dunque uscì verso di loro e domandò: «Che accusa portate contro quest'uomo?». 30Gli risposero: «Se costui non fosse un malfattore, non te l'avremmo consegnato». 31Allora Pilato disse loro: «Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra Legge!». Gli risposero i Giudei: «A noi non è consentito mettere a morte nessuno». 32Così si compivano le parole che Gesù aveva detto, indicando di quale morte doveva morire.

33Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?». 34Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». 35Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». 36Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». 37Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». 38Gli dice Pilato: «Che cos'è la verità?». 
E, detto questo, uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non trovo in lui colpa alcuna.


Giovanni 19

Lo consegnò loro perchè fosse crocifisso

1 Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. 2E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora. 3Poi gli si avvicinavano e dicevano: «Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi. 
4Pilato uscì fuori di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui colpa alcuna». 5Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: «Ecco l'uomo!». 
6Come lo videro, i capi dei sacerdoti e le guardie gridarono: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io in lui non trovo colpa». 7Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una Legge e secondo la Legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio».
8All'udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura. 9Entrò di nuovo nel pretorio e disse a Gesù: «Di dove sei tu?». Ma Gesù non gli diede risposta. 10Gli disse allora Pilato: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?». 11Gli rispose Gesù: «Tu non avresti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall'alto. Per questo chi mi ha consegnato a te ha un peccato più grande».
12Da quel momento Pilato cercava di metterlo in libertà. Ma i Giudei gridarono: «Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque si fa re si mette contro Cesare». 13Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette in tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà. 14Era la Parasceve della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!». 15Ma quelli gridarono: «Via! Via! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?». Risposero i capi dei sacerdoti: «Non abbiamo altro re che Cesare». 16aAllora lo consegnò loro perché fosse crocifisso.


Usciamo fuori dal Litostroto e proseguiamo per la Via Crucis

3° stazione - La prima caduta. 
Il fatto è ricordato dalla cappella che si vede in foto.

4Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze,
si è addossato i nostri dolori;
e noi lo giudicavamo castigato,
percosso da Dio e umiliato.
5Egli è stato trafitto per le nostre colpe,
schiacciato per le nostre iniquità.
Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui;
per le sue piaghe noi siamo stati guariti.

Terza stazione: Gesù cade per la prima volta

Subito dopo la 3° stazione, vi è l'entrata al cortile degli Armeni Cattolici, sede del Vicariato Patriarcale Armeno. Entriamo.
Davanti a noi la chiesa dedicata a "Santa Maria dello Spasimo" che ricorda appunto la 4° stazione della Via Crucis.

4° stazione - L'incontro di Gesù con sua madre Maria.
Letture: Luca 2, 34-35.51
34Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione 35perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima»....
4° Stazione. E' davanti alla Chiesa degli armeni dedicata a Santa Maria dello Spasimo

Quarta stazione: Gesù incontra sua madre Maria

Negozi di vestiti nel suck tra 3° e 4° stazione

Il suck del quartiere arabo all'interno del quale si snoda la Via Crucis

5° stazione - Gesù aiutato dal cireneo.
Letture: Matteo 27, 32; 
32Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a portare la sua croce. 

Anche Matteo 16,24-26
24Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. 25Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. 26Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita? 


ito dopo
5° stazione

L'incastro di edifici

6° stazione - La Veronica asciuga il volto di Gesù.
Letture: Salmo 27, 8-9

«Cercate il suo volto»;
il tuo volto, Signore, io cerco. 

9Non nascondermi il tuo volto,
non respingere con ira il tuo servo.
Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi,

non abbandonarmi, Dio della mia salvezza.
 

La Veronica che mostra il mandillon ovvero un lenzuolo su cui è impresso il volto di Gesù. Su questo dovrei aggiungere una spiegazione.

Paolo VI il 4 gennaio 1964 pregò in questa piccola cappellino dove si commemora l'incontro tra Gesù e la Veronica

La Cappellina della Veronica


Si riparte verso la 7° stazione

Usciamo fuori per ripartire verso la settima stazione


7° stazione - Gesù cade per la seconda volta
Letture: Isaia 53, 6-7

6Noi tutti eravamo sperduti come un gregge,
ognuno di noi seguiva la sua strada;
il Signore fece ricadere su di lui
l'iniquità di noi tutti.
7Maltrattato, si lasciò umiliare
e non aprì la sua bocca;
era come agnello condotto al macello,
come pecora muta di fronte ai suoi tosatori,
e non aprì la sua bocca.


Cappella francescana della VII stazione.

All'interno della Cappella francescana vi è una colonna romana appartenente, pare, alla città costruita da Adriano.

La base della colonna


8° stazione - L'incontro di Gesù con le donne di Gerusalemme, note come le pie donne.
Letture: Luca 23, 27-32

27Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. 28Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. 29Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato. 

30Allora cominceranno a dire ai monti: 

Cadete su di noi! 

e ai colli: 

Copriteci! 

31Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?». 

32Venivano condotti insieme con lui anche due malfattori per essere giustiziati.



Il luogo di questa stazione è ricordato da una croce nera segnata sul muro esterno di un convento greco che interrompe la via percorsa da Gesù


Si ritorna sulla via attraversata poco prima e si prende a destra. 


Sandali nuovi d'occasione?

Dolci arabi

Serve un vestito nuovo?

Menta e limone? Non lasciarsi distrarre non è facile. Comunque poco più avanti, a questo punto, sulla destra, una scalinata porta al convento Copto, sulla cui entrata una colonna segna la stazione seguente. 

9° stazione - Gesù cade per la terza volta
Letture: Matteo 5, 44-45
44ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, 45perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti.


9° stazione

Ci si trova a pochissima distanza dall'VIII stazione e appena dietro l'abside del Santo Sepolcro.
Con il permesso dei monaci copti, si passa per il loro monastero e si scende alla piazza antistante la Basilica del Santo Sepolcro. 

Le ultime cinque stazioni della Via Crucis sono tutte all'interno della basilica del S. Sepolcro.
( Tutte queste informazioni sono state prese da Guida Bibblica e Turistica della Terra Santa Pag. 218 e dal libretto di Don Vito Vacca pag. 239)

Sui tetti della basilica del Santo Sepolcro


Questa struttura è la cupola della cappella di Sant Elena che vedremo dopo e che è esattamente sotto di noi in questo momento, ovvero noi stiamo camminando sul suo soffitto. 

Le abitazioni dei monaci copti. Sono proprio sul tetto della basilica. Sono stanzette molto piccole. In un altra occasione nel 2012 un monaco mi offrì un tea e potei vedere l'interno di una di queste celle.

Celle dei monaci copti

Tetto della basilica del Santo Sepolcro

Ancora le celle dei monaci

La stanzetta dove fui invitato nel 2012. 

Il tetto libero con la cupola della Cappella di Sant Elena

Passiamo per la Cappella dei copti per arrivare alla piazza antistante la Basilica.  Ho sentito un tonfo e nel buio Ivan che mi era dietro ha dato una carpiata allo stipite di una porta

Sempre la cappella copta. 

Ci siamo quasi. Ecco l'ultima parte del percorso

La cappella copta vista prima di uscire sulla piazza della Basilica del Santo Sepolcro

La struttura della porta della Basilica del Santo Sepolcro con una quantità smisurata di incisioni e scritte dei pellegrini giunti qui per secoli. 

Le scritte dei pellegrini sulla porta della Basilica

10° stazione - Gesù spogliato delle vesti
Letture: Matteo 27, 25-38

35Dopo averlo quindi crocifisso, si spartirono le sue vesti tirandole a sorte. 36E sedutisi, gli facevano la guardia. 37Al di sopra del suo capo, posero la motivazione scritta della sua condanna: «Questi è Gesù, il re dei Giudei». 

38Insieme con lui furono crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra.


La cappella della Crocifissione dentro la Basilica. L'ambiente era più buio, ma per farvi vedere qualcosa ho schiarito la foto. 
Vedi anche Giovanni 19, 23-24

23I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d'un pezzo da cima a fondo. 24aPerciò dissero tra loro: Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca. Così si adempiva la Scrittura: 

Si son divise tra loro le mie vesti
e sulla mia tunica han gettato la sorte.


11° stazione - Gesù inchiodato sulla croce
Letture: 
Luca 23, 32-34.42-43

32Venivano condotti insieme con lui anche due malfattori per essere giustiziati. 

La crocifissione

33Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra. 34Gesù diceva: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno». 

Dopo essersi poi divise le sue vesti, le tirarono a sorte.

5Il popolo stava a vedere, i capi invece lo schernivano dicendo: «Ha salvato gli altri, salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il suo eletto». 36Anche i soldati lo schernivano, e gli si accostavano per porgergli dell'aceto, e dicevano: 37«Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». 38C'era anche una scritta, sopra il suo capo: Questi è il re dei Giudei. 

Il 'buon ladrone'

39Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!». 40Ma l'altro lo rimproverava: «Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? 41Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male». 42E aggiunse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». 43Gli rispose: «In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso».


Marco 15, 22-32

22Condussero dunque Gesù al luogo del Gòlgota, che significa luogo del cranio, 23e gli offrirono vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese. 

La crocifissione

24Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse quello che ciascuno dovesse prendere. 25Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. 26E l'iscrizione con il motivo della condanna diceva: Il re dei Giudei. 27Con lui crocifissero anche due ladroni, uno alla sua destra e uno alla sinistra. 28

Gesù in croce deriso e oltraggiato

29I passanti lo insultavano e, scuotendo il capo, esclamavano: «Ehi, tu che distruggi il tempio e lo riedifichi in tre giorni, 30salva te stesso scendendo dalla croce!». 31Ugualmente anche i sommi sacerdoti con gli scribi, facendosi beffe di lui, dicevano: «Ha salvato altri, non può salvare se stesso! 32Il Cristo, il re d'Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo». E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano.



Sull'architrave la scritta in latino: "Stabatiuxta crucem mater eius",  "Stava presso la croce sua madre"


Maria assiste alla Crocefissione di Gesù


Abramo che sta per immolare Isacco, viene fermato dall'intervento dell'angelo



In fila nella Cappella della Crocifissione  per arrivare alla Cappella del Calvario. A destra si vede la croce  di Gesù che è issata proprio sulla roccia del Calvario.


Sul Calvario. L'abside della Cappella della Crocifissione con il mosaico della Crocifissione sopra l'altare. Maria assiste alla scena della Crocifissione. 


12° stazione - Gesù muore in croce.
Letture:  Giovanni 19, 28-30

28Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: «Ho sete». 29Vi era lì un vaso pieno d'aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. 30E dopo aver ricevuto l'aceto, Gesù disse: «Tutto è compiuto!». E, chinato il capo, spirò.


Letture:  Luca 23, 32-34

32Venivano condotti insieme con lui anche due malfattori per essere giustiziati. 

La crocifissione

33Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra. 34Gesù diceva: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno». 

Dopo essersi poi divise le sue vesti, le tirarono a sorte.35Il popolo stava a vedere, i capi invece lo schernivano dicendo: «Ha salvato gli altri, salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il suo eletto». 36Anche i soldati lo schernivano, e gli si accostavano per porgergli dell'aceto, e dicevano: 37«Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». 38C'era anche una scritta, sopra il suo capo: Questi è il re dei Giudei. 

Il 'buon ladrone'

39Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!». 40Ma l'altro lo rimproverava: «Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? 41Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male». 42E aggiunse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». 43Gli rispose: «In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso».


Ci avviciniamo in fila verso la cappella del Calvario di proprietà dei Greci-ortodossi. Sullo sfondo vi è la grande scena di Cristo crocefisso, rappresentato secondo lo stile delle icone dove appare il dipinto nelle parti scoperte del corpo, mentre le vesti e lo sfondo sono coperti d'argento sbalzato (Guida Bibblica e Turistica della Terra Santa Pag. 224)


L'altare della Cappella del Crocefisso


L'altare sorge direttamente sopra la roccia del Calvario.


La roccia del Calvario


L'altare costruito sopra il punto in cui è stata infissa la croce sul Calvario

Sotto l'altare un disco d'argento, aperto al centro indica il luogo dove fu infissa la croce di Cristo. La fessura permette di introdurre la mano a toccare direttamente la roccia. Essa è ormai talmente levigata dalle mani dei fedeli che lago i secoli l'hanno toccata con profonda fede e con intensa devozione. 

13° stazione - Gesù deposto dalla croce.
Letture:  Matteo 27, 57-61
Sepoltura di Gesù

57Venuta la sera, giunse un uomo ricco, di Arimatea, chiamato Giuseppe; anche lui era diventato discepolo di Gesù. 58Questi si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato allora ordinò che gli fosse consegnato. 59Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito 60e lo depose nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia; rotolata poi una grande pietra all'entrata del sepolcro, se ne andò. 61Lì, sedute di fronte alla tomba, c'erano Maria di Màgdala e l'altra Maria.


Letture:  Giovanni 19, 38
Sepoltura di Gesù

38Dopo questi fatti Giuseppe di Arimatea, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto, per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. 39Vi andò anche Nicodèmo - quello che in precedenza era andato da lui di notte - e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di àloe. 40Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura. 


La pietra dell'unzione vista dal Calvario

La pietra dell'unzione

14° stazione - La sepoltura e la Resurrezione
Letture:  Giovanni 19, 41

41Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto. 42Là dunque, poiché era il giorno della Parasceve dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù.

L'edicola del Santo Sepolcro, sorge al centro della Rotonda. Essa è a pianta rettangolare; è di gusto discutibile e appesantita da grandi candelieri e lampade. L'attuale edicola fu ricostruita dai Greci nel 1810, dopo che un incendio, due anni prima, aveva distrutto quella precedente. dalle descrizioni e dai disegni dei pellegrini, sembra che l'edicola precedente fosse migliore dell'attuale.

L'interno dell'edicola è diviso in due parti. La prima corrisponde al vestibolo della tomba, è detta anche Cappella dell'Angelo, essa si trova immediatamente davanti all'apertura del sepolcro. Infatti, a piccola porta che immette nel secondo locale, tutta rivestita di marmo, è il passaggio originare della tomba che era chiuso con una pietra rotonda.

Letture: Matteo 28, 1 ss
1 Dopo il sabato, all'alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l'altra Maria andarono a visitare la tomba. 2Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. 3Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve. 4Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte. 5L'angelo disse alle donne: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. 6Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. 7Presto, andate a dire ai suoi discepoli: «È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete». Ecco, io ve l'ho detto». 

Al centro del vestibolo vi è una bassa colonna che custodisce, sotto un vetro, un pezzo originario della pietra rotonda che chiudeva il sepolcro.
Un'angusta porta (alta 1,33 mt) immette nella stanza sepolcrale vera e propria.
Sulla destra un banco di marmo ricopre la roccia originale sulla quale riposò il corpo di Gesù dalla sera del venerdì santo al mattino di Pasqua. Nella cappella, appesantita da lampade e quadri, i francescani possono celebrare la Messa al mattino dalla ore 4 alle 7; a quell'ora inizia la Messa cantata

La rotonda con la cima dell'Edicola del Santo Sepolcro

La porta di entrata all'Edicola del Santo Sepolcro

Una pellegrina che esce dall'Edicola del Santo Sepolcro

La Cappella dell'Angelo con la colonna che racchiude un frammento originale della pietra rotonda che chiudeva il sepolcro. 

Dentro la stanza sepolcrale, il banco di marmo che protegge la pietra su cui è stato deposto il corpo di Cristo. Sul manto la scritta "Kristos Anesti" in italiano "Cristo è risorto". La tomba è vuota. 

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Cappella di Adamo.
Una volta usciti uno ad uno dall'edicola del santo Sepolcro ci incontriamo nella Cappella di Adamo. 
Nell'abside si osserva ancora la roccia del Calvario. E' ben visibile una spaccatura irregolare verticale che dal IV sec. è indicata come il segno del terremoto avvenuto alla morte di Cristo.

Nella cappella di Adamo

Matteo 27, 45-53
45A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. 46Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». 47Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia». 48E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. 49Gli altri dicevano: «Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!». 50Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito.
51Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzarono, 52i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono. 53Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti. 

( Da guida bibblica e Turistica Terra Santa pag. 230)
S. Matteo vuole spiegare ai suoi lettori ebrei che la morte di Cristo fu un evento fondamentale nella storia della Salvezza; in quel momento Dio entrò nel mondo a giudicare gli uomini e Cristo in quel momento si offrì a Dio come vittima per tutti.
L'evangelista per spiegare questo giudizio di Dio ai suoi lettori, che erano ebrei, adopera lo stile che nell'A.T. era usato per descrivere il "Giorno del Signore". 

Un'antica credenza, che risale ai Giudeo-cristiani, pensa che questo sia il luogo di sepoltura del primo uomo, Adamo. Il valore della leggenda è evidentemente nel suo significato teologico: il sangue di Cristo purifica l'umanità dal peccato originale. Questa credenza ispirò l'arte cristiana che, nella parte inferiore dei croceficci, metteva sempre il teschio di Adamo.

Di fronte all'abside, di fianco alla porta di uscita di questa cappella, due banchi rimpiazzano le tombe di Goffredo di Bufione e di Baldovino I; i sarcofagi furono distrutti dai Greci all'inizio del secolo scorso. 

Cappella di Santa Elena
Scendiamo nella cappella di Santa Elena, anche essa appartenente agli Armeni. Essa presenta elementi architettonici bizantini e capitelli crociati. L'altare centrale è dedicato a Sa. Elena, madre dell'imperatore Costantino, quello a Sinistra a San Disma, il nome che la tradizione ha dato al buon ladrone (Luca 23,43). 

Le scale che conducono alla cappella di Santa Elena



La cappella di Santa Elena.

Cappella del Ritrovamento della Croce
Sulla destra, un'altra scala scende alla cappella latina dedicata al Ritrovamento della Croce. Il luogo è un'antica cisterna abbandonata, di epoca romana, nella quale, secondo la narrazione di Eusebio, Santa Elena ritrovò la santa Croce. Una piccola cancellata in ferro indica il luogo del ritrovamento.

Qui Don Vito ci invita a cantare Resuscitò, un canto del Cammino Neocatecumenale, per esprimere in musica l'evento dell'aver visitato la tomba del Signore vuota. 

Cappella del Ritrovamento della Croce

Il punto in cui sarebbe stata ritrovata la croce su cui è stato appeso il Signore Gesù e sulla quale è morto, la santa Croce. 

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Ore 12:00 Celebriamo la messa
E' la messa di Pasqua. Una Pasqua del cuore.

Atti 15, 7-12
Dopo lunga discussione, Pietro si alzò e disse: 

Il discorso di Pietro

7b«Fratelli, voi sapete che gia da molto tempo Dio ha fatto una scelta fra voi, perché i pagani ascoltassero per bocca mia la parola del vangelo e venissero alla fede. 8E Dio, che conosce i cuori, ha reso testimonianza in loro favore concedendo anche a loro lo Spirito Santo, come a noi; 9e non ha fatto nessuna discriminazione tra noi e loro, purificandone i cuori con la fede. 10Or dunque, perché continuate a tentare Dio, imponendo sul collo dei discepoli un giogo che né i nostri padri, né noi siamo stati in grado di portare? 11Noi crediamo che per la grazia del Signore Gesù siamo salvati e nello stesso modo anche loro». 

12Tutta l'assemblea tacque e stettero ad ascoltare Barnaba e Paolo che riferivano quanti miracoli e prodigi Dio aveva compiuto tra i pagani per mezzo loro.


2 Colossesi 3,1-5.9-11

1Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; 2pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra. 3Voi infatti siete morti e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio! 4Quando si manifesterà Cristo, la vostra vita, allora anche voi sarete manifestati con lui nella gloria. 

III. PARENESI
Precetti generali di vita cristiana

5Mortificate dunque quella parte di voi che appartiene alla terra: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e quella avarizia insaziabile che è idolatria, 9Non mentitevi gli uni gli altri. Vi siete infatti spogliati dell'uomo vecchio con le sue azioni 10e avete rivestito il nuovo, che si rinnova, per una piena conoscenza, ad immagine del suo Creatore. 11Qui non c'è più Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro o Scita, schiavo o libero, ma Cristo è tutto in tutti.


Giovanni 20, 1-10
 1Il primo giorno della settimana, la mattina presto, Maria di Màgdala va verso la tomba, mentre è ancora buio, e vede che la pietra è stata tolta dall'ingresso. 2Allora corre da Simon Pietro e dall'altro discepolo, il prediletto di Gesù, e dice: 'Hanno portato via il Signore dalla tomba e non sappiamo dove l'hanno messo!'.
3Allora Pietro e l'altro discepolo uscirono e andarono verso la tomba. 4Andavano tutti e due di corsa, ma l'altro discepolo corse più in fretta di Pietro e arrivò alla tomba per primo. 5Si chinò a guardare le bende che erano in terra, ma non entrò. 6Pietro lo seguiva. Arrivò anche lui e entrò nella tomba: guardò le bende in terra 7e il lenzuolo che prima copriva la testa. Questo non era in terra con le bende, ma stava da una parte, piegato. 8Poi entrò anche l'altro discepolo che era arrivato per primo alla tomba, vide e credette. 9Non avevano ancora capito quello che dice la Bibbia, cioè che Gesù doveva risorgere dai morti. 10Allora Pietro e l'altro discepolo tornarono a casa.

Appunti poveri del commento di don Vito Vacca
Maria di Magdala era di lì. Una città sfarzosa e lì Maria aveva sette demoni. E Gesù l'aveva guarita. Era stata trasformata. Era il suo salvatore. Aveva cambiato vita. Ed è la prima persona a cui è apparso. E Maria lo riconosce e lo vede. 

Il giorno di Pasqua gli ortodossi, accendono una luce qui nel sepolcro [ simbolo della luce della Resurrezione]. E di  qui parte e va in tutto il mondo.
Tutti nelle strade si salutano: "Kristos Anesti!"( i greci) oppure "Kristus Vaskes" (i russi). 

Se Cristo è risorto anche noi risorgeremo con lui.
Non è facile che dall'oggi al domani cambiamo vita. Alcuni lo fanno.
La prostituta Egiziaca. San Disma il buon ladrone. Longino, il soldato romano che affonda la lancia nel costato del Signore, anche ha cambiato vita. La samaritana prostituta, santa Fotina. 
Tutti possono diventare santi.

Preghiere:
Ho pregato per mia madre e per noi familiari che possiamo credere alla Resurrezione e ho pregato perché papà, se Dio vuole, possa risorgere con lui.

La messa è stata offerta anche per mio padre Mario e mio zio Bruno e per altri cari delle persone presenti.

La cappella del Santo Sepolcro in cui abbiamo celebrato la messa.  Io non l'avevo mai vista prima. 

La cappella del Santo Sepolcro in cui abbiamo celebrato la messa
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Usciti fuori ci siamo fatti la foto iconica sulle scale che conducono alla Cappella dei Franchi, anche detta oratorio dell'Addolorata. Essa appartiene ai francescani che vi celebrano la messa ogni giorno.

Foto di gruppo sulle scale della Cappella dei Franchi

Finalmente abbiamo pranzato davanti alla chiesa del Redentore. Ero così stanco che non ho fatto foto.

Nell'ora di libertà siamo io ho incontrato Francesca e Marco che erano insieme a fra George Haddad che li avrebbe portati a prendere un caffè nel Convento di San Salvatore. Così siamo andati insieme e abbiamo passato una bella ora in compagnia. 

Nel convento di San Salvatore, un buon caffè, acqua fresca e conoscenza reciproca con fra George Haddad

Nel convento di San Salvatore, un buon caffè, acqua fresca e conoscenza reciproca con fra George Haddad

Ci incamminiamo verso il gruppo attraversando il quartiere cristiano di Gerusalemme. 


Ci riuniamo per andare al Muro del Pianto

Si riattraversa il mercato di Gerusalemme per andare al Muro del Pianto.




Cartellone esplicativo delle mura della foto successiva

Mura costruite durante il Regno di Ezechia alla fine dell'VIII secolo avanti Cristo, circa 2600 anni fa.

Quello che resta del Cardo, residuo della ricostruzione operata da Roma

Il muro del Pianto visto da lontano, ci accorgiamo che è in atto una cerimonia militare.

Muro del pianto
Quando arriviamo al muro del pianto ci accorgiamo che è in atto la cerimonia di giuramento delle reclute dell'esercito israeliano. L'impressione è forte. Ci troviamo davanti circa mille ragazzi e ragazze di circa ventidue anni vestiti in divisa e schierati in plotone sui tre lati antistanti il muro del pianto che eseguono gli ordini dettati con una certa sicurezza di tono dal capitano di turno, più grande di loro, un cinquantenne. Da dietro di loro, dove noi diamo, vediamo che sono ragazzi che ancora non hanno dimestichezza con le armi. Spesso sono aiutati da ragazzi o ragazze poco più grandi a tenere in mano correttamente il mitra che hanno in mano. 

Le reclute dell'esercito israeliano disposte davanti al muro del pianto per il giuramento.


Il muro del pianto, resto del muro occidentale del tempio, è diviso in due grandi settori. Quello a sinistra per gli uomini e quello a destra per le donne. Noi entriamo nel settore degli uomini, essendo io un ometto. 
Prima di entrare è necessario coprisi il capo con la Kippà, il copricapo ebraico. 




(Da Massimo Torrefranca, Fabrizio Ardito, Cristina Gambaro - Gerusalemme e la Terra Santa - Arnoldo Mondadori Editore, Verona 2000, Pagina 83)
Il muro è il luogo più santo di tutto l'ebraismo. E' una massiccia parete costruita con enormi blocchi di pietra chiara.
Il muro fa parte della cinta di mura portanti del Secondo tempio, costruito da Erode il Grande nel 20 a.C.
Le pietre della parte inferiore, più grandi, sono originali del muro erodiamo, mentre quelle della parte superiore furono aggiunte in epoca omayyade (661 dC) e fatimide.
Durante il periodo ottomano il muro divenne il principale luogo di pellegrinaggio degli ebrei, che qui piangevano la distruzione del Secondo Tempio, avvenuta nel 70 dC. A questa epoca risale il nome "Muro del Pianto". 
Dopo che nel medio evo gli arabi vietarono l'accesso all'Haram es-Sharif (che in arabo significa: recinto nobile e che dopo la Mecca e Medina, dove si trova la tomba di Maometto è il luogo più importante per i musulmani) agli ebrei, divenne l'unico luogo accessibile delle antiche rovine.

Le zone circostanti il muro furono occupate da case fino a tempi recenti, e la Western Wall Plaza, piazza del muro occidentale, venne creata nel 1967, quando gli israeliani occuparono la città vecchia.
Prima della guerra al posto dell'attuale piazza del muro occidentale vi era un quartiere chiamato Mughrabi: 135 case con 700 abitanti, molti dei quali di origine marocchina e algerina.

La distruzione del quartiere Mughrabi, giugno 1967 (Foto: Dan Hadani, dalla collezione Israel Press & Photo Agency nella National Library of Israel) Fonte: clicca qui

L'area di fronte la muro è parzialmente divisa da una transenna. Gli uomini pregano sul lato sinistro, le donne sul lato destro. Anche ai non ebrei, se con il capo coperto, è consentito avvicinarsi al muro.
E' doveroso comportarsi con discrezione e rispetto. 

Sull'angolo sinistro della sezione maschile si trova l'Arco di Wilson (dal nome dello scopritore) oggi inserito in un edificio e funzionante come sinagoga.

La sinagoga sotto l'arco di Wilson al muro occidentale - Libri per la preghiera

La sinagoga sotto l'arco di Wilson al muro occidentale - Devoti che pregano

Dall'arco parte il Western Wall Tunnel, scavato dagli archeologi per esplorare le fondamento del tempio, che segue il muro sotto il livello stradale e sbuca sulla via dolorosa. 

La sinagoga sotto l'arco di Wilson al muro occidentale - Il fondo del tunnel

La sinagoga sotto l'arco di Wilson al muro occidentale - Uomini che pregano

Usciti fuori ancora i soldati sono impegnati con il giuramento. Ognuno mette le mani in posizioni diverse. Sono stanchi. 

La porta del Letame


Risaliamo sul pulman e dopo aver passato il check point auriamo a Betlemme
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Betlemme 
Finalmente a cena nel ristorante a Betlemme White Diamond

Ivan esulta

Le varie offerte del buffet

Le varie offerte del buffet

Le varie offerte del buffet

Le varie offerte del buffet

Le varie offerte del buffet

Il mio primo piatto

Il mio secondo piatto

Questo post ancora è stato per molto tempo in lavorazione. Ho terminato finalmente, per la gioia di Francesca il racconto di questa nona giornata che è stata piena di cose da ammirare, contemplare, imparare, vivere. E anche raccontarla impiega molto tempo.
Come anche per voi leggerla. Credo che siate rimasti in due tre a seguirmi.

Se vuoi e ti fa piacere, lasciami un commento sotto il post. Basta cliccare sulla scritta Posta un commento che vedi sotto. 
Per me è un aiuto e uno stimolo ricevere un commento di ritorno. 
Se scriverai il tuo indirizzo email ti potrò anche rispondere. Se vuoi lasciare un commento privatamente puoi scrivermi alla mia email: andreapiola@yahoo.it

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IL CAMMINO DELL'UOMO

IL CAMMINO DELL'UOMO
Marcia francescana 25 luglio - 4 agosto 2003