martedì 8 marzo 2011

Matteo 4,1-11 - I tre modi di pensare che ci allontanano da Dio


1° domenica di Quaresima (A) 13 marzo 2011

Radio vaticana – Orizzonti cristiani

Commento al Vangelo di  Don Fabio Rosini


Matteo 4, 1-11

Tentazione nel deserto


1Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo. 2E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame. 3Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, dì che questi sassi diventino pane». 4Ma egli rispose: «Sta scritto:
Non di solo pane vivrà l'uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».

5Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose sul pinnacolo del tempio 6e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto:

Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo,
ed essi ti sorreggeranno con le loro mani,
perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede».

7Gesù gli rispose: «Sta scritto anche:
Non tentare il Signore Dio tuo».
8Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: 9«Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai». 10Ma Gesù gli rispose: «Vattene, satana! Sta scritto:
Adora il Signore Dio tuo
e a lui solo rendi culto».

11Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si accostarono e lo servivano.
Parola del Signore.



All’apparenza una sorta di fiaba,questo testo nasconde una profondità non sondabile -  Si sembra un pochino una sfida un po’ lontana dalla nostra vita dove uno sta come uno spettatore a vedere Gesù che è più bravo del demonio. Ecco. In realtà questo testo è di una profondità assolutamente non sondabile nelle poche parole che diremo adesso e nelle molte parole che uno potrebbe dire anche con molto tempo a disposizione.

Il tema della tentazione come un’opportunità di scelta che ci è data- Questo testo è il testo con cui apriamo la Quaresima. È il testo che ci mette di fronte al tempo della verità. Il tempo in cui affrontare il tema del nostro cambiamento. Del tirare fuori la nostra bellezza e dello spogliarci delle cose sbagliate.
Ecco che siamo di fronte al tema della tentazione. La tentazione è questa realtà legata all’esercizio della nostra libertà. Il tentatore deve svolgere il suo ministero, perché noi, non possiamo amare Dio “per forza”.  Non possiamo servirlo “ per coercizione”. Noi abbiamo bisogno di scegliere. Ma scegliere fra cosa? Ecco che compare la tentazione: l’altra ipotesi. Per cui dobbiamo vedere in questo combattimento, in questa diatriba che c’è fra Gesù e il demonio le due opzioni. E su cosa vertono le due opzioni? Il tema fondamentale di due di queste tre tentazioni è l’essere figli di Dio.

La prima tentazione: le cose saranno sempre commestibili? - Come compare  infatti la tentazione in Gesù? Se tu sei figlio di Dio..” Ma, come sei figlio di Dio? Se io sono figlio di Dio, come devo stare? Cosa consegue da questa condizione qui? Se sono figlio di Dio, allora le pietre diventeranno pane. Cioè? Le cose saranno sempre commestibili. Anche le pietre debbono diventare funzionali alla mia soddisfazione. Io  non potrò mai essere frustrato. Se Dio è mio padre, io devo stare bene sempre. Io debbo avere sempre la pancia piena. Io non posso essere frustrato, deluso dalle cose. Io debbo avere sempre una  soddisfazione. Ecco che tutto deve diventare pane. Deve essere commestibile.

Una soluzione agghiacciante per chi vive accanto a chi ha accettato questa logica - Questa cosa sembra una bella offerta, sembra una realtà bella, piacevole, ma è agghiacciante. Voi pensate di stare dall’altra parte rispetto a chi è tentato di  vivere così. Tentato di vivere avendo sempre da tutto compensazione. Avendo da tutto soddisfazione. Questo uomo, se si sposa, la moglie lo deve soddisfare sempre.  La moglie deve essere sempre un panino mangiabile. Una cosa gradevole. Un figlio deve essere per lui una cosa che lo realizza. Il lavoro deve essere una cosa appagante. Una relazione di amicizia deve essere una cosa dove lui si foraggia, si diverte, sta bene, sta bene e ancora sta bene. Stacci accanto tu, ad un pezzo di egoista di questa fatta!
Così, si vive molto male, perché la nostra vita non è questo. Vivere così  vuol dire vivere come degli infantili. I bimbi che devono succhiare la vita a cominciare dall’assumere il latte materno, devono ricevere, ricevere, ricevere. Allora questa è una fase che non cambia mai. È la fase orale che non finisce mai. Uno deve passare tutta la vita a mangiare, tutta la vita a soddisfarsi, tutta la vita ad appagarsi. E quando mai amerà un uomo che è fatto così?  Quando mai un uomo che è fatto così riuscirà a fare un atto di donazione di sé? Se pure le pietre devono essere pane, pure i sassi si deve mangiare questo qui, ma allora  figuriamoci che cosa deve essere chiunque ha intorno  colui che ha sposato questa logica. Deve essere ridotto ad essere un servo. Ad essere a disposizione.

Saper accettare che nella vita non ci sono solamente soddisfazioni, ma esiste qualcosa soddisfa di più: il bene che dobbiamo compiere! - Questa battaglia qui è una battaglia molto seria. È la battaglia dell’accettare che non si vive solamente di quello. Non si vive solamente di soddisfazioni. Ma c’è qualcosa che  sazia di più. La volontà del Padre. C’è da compiere  una missione: vivere di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. C’è una missione da compiere.  C’è un essere capaci di compiere la parola che Dio ha scritto nel profondo della nostra anima. Anche al più pagano, al più lontano, al più estraneo alle cose di Dio, non è però estranea una luce interiore, profonda, quella che gli indica qualcosa di buono: la luce del bene. Questa è la parola di Dio! Questa è la parola che per noi cristiani, fortunatamente, è dato esplicito. È qualcosa che Dio dice a noi. Ci dice il bene che dobbiamo compiere. La missione a cui Dio ci ha chiamati. Non si può vivere come degli infantili, pensando solo a soddisfarsi. Bisogna saper compiere, una missione.

E questa è solo una tentazione! Pensate quanto è importante tutto il resto!

La seconda tentazione: costringiamo Dio ad andare sullo spettacolare e a darci un riscontro? -  E la seconda? Ancora:”  Se tu sei figlio di Dio, gettati giù!”  Lo ha portato nella città santa. Nel punto più alto del tempio. “Gettati giù!”  Cioè? Fai una cosa eclatante, straordinaria, strepitosa, perché Dio ti deve proteggere. Ma come? Non ha detto nella Scrittura che ti proteggerà in ogni situazione? Che eviterà ogni pericolo per te? E allora? Buttati giù! Costringi Dio ad andare sullo spettacolare.

La tentazione dell’avere subito un ritorno - È la tentazione del successo. Dell’affermazione. È quella tentazione per cui una persona deve avere sempre riscontro. Deve avere risposte. Deve stare sempre di fronte a cose che sono chiare, dove Dio risponde subito, dove tutte le cose vanno in maniera efficace. Dove si ha successo. Vivere questa vita è una prospettiva preoccupante!

La vita però prevede anche il fallimento, l’attesa, l’irrisolvibilità - Perché nella vita esiste il fallimento. Esiste l’attesa. Esistono le cose che non si risolvono subito. Perché molte cose si fanno con la pazienza. Molte cose si fanno cominciando dal piccolo. Non si può pretendere subito di avere risultati in moltissime cose della nostra vita. Molte cose vanno costruite piano piano.

L’uomo che ragiona secondo questa logica: il figlio della fretta e dell’ansia - E chi è quell’uomo che non può vivere in una situazione di frustrazione? Che non può vivere in una situazione in cui non c’è subito un immediato successo o comunque in cui non ci sarà? Ci sarà altro da fare. Ci sarà altro da fare. È un uomo preoccupante. Un uomo pericoloso. È un uomo che non sarà capace di vivere nella precarietà del reale. Nella indefinizione del reale. Vuole subito riscontri. Lui si deve buttare e subito gli devono rispondere. Questo non è un figlio di Dio! Questo è un figlio della fretta. Un figlio dell’ansia. È uno che deve avere subito tutto che gli risponda.
Ma voi pensate, ma può essere una buona moglie una donna che vuole subito risultati e comunque? Ma può essere una buona madre? Ma come crescerà e in che frustrazioni crescerà i bambini una donna che esige da loro subito di vedere al volo che le cose rispondono, sono efficaci, fruttuose, che portano risultati? Mamma mia. Un bambino ha bisogno di pazienza per crescere. Tutti abbiamo bisogno di pazienza.

La seconda tentazione utilizza una logica contraria all’amore - Questa logica di successo è una logica terribile. È una logica contraria all’amore. L’amore implica il fallimento. L’amore implica il silenzio, l’attesa, la pazienza. Implica, richiede, necessita di essere capaci di sostenere una situazione difficile e non cambiarla e non fuggire e non stare ad aspettare subito che tutto si risolva.

I problemi irrisolvibili hanno un compito: risolverci - Certe volte i problemi ce li dobbiamo tenere. Certe volte li dobbiamo risolvere. Altre volte loro hanno il compito di risolvere noi. Di farci crescere, di farci maturare. Di farci diventare capaci di pazienza, amore, dolcezza, comprensione. Ecco. Pensate quanto è importante sapere accettare i tempi di Dio e non buttarsi giù dal pinnacolo del tempio. E non stare sempre a forzare, a tirare la realtà che deve andare, tirata per la giacchetta, dove noi ci aspettiamo, dove noi vogliamo.

La terza tentazione: per diventare padrone ti propongo la schiavitù! - E ancora. L’ultima tentazione è quella del possesso.  “Tutte queste cose io ti darò”. Il possesso.  Avere tutto.  Avere tutto. Però avere tutto chiede di prostrarsi a tutto. “Per avere, prostrati!”  Per avere potere, cedi il tuo potere. Questa è la domanda. “Tutte queste cose io ti darò, se gettandoti ai miei piedi mi adorerai!”  Ma allora mi stai dicendo che io divento un padrone o divento uno schiavo? Sembra che divento un padrone, ma per adesso cominciamo col fare gli schiavi.

La logica del possesso - Così è il possesso nella vita. Il possesso nella vita, sembra donarci possibilità di avere autonomia, ma in realtà è un esproprio. Il possesso espropria. Il possesso nella nostra vita ci introduce in un situazione: quella dell’ansia. Quella della schiavitù delle cose. È una falsità totale.

Allora non possiamo possedere niente? No. Possiamo con la logica e i tempi di Dio- È chiaro che noi dobbiamo possedere cose nella nostra vita. Secondo quello che Dio vuole. E secondo tranquilla, placida, serena situazione di affidamento alla volontà di Dio, per compiere una missione, come abbiamo detto prima, accettando come Dio porta avanti la nostra concreta storia. Con i tempi morti che ci stanno, perché ci debbono essere. Per possedere che? Per possedere Dio che nessuno mai ci può rubare.

Clicca qui per scaricare la puntata di "Allargare gli orizzonti" in cui, alla fine, si commenta questo vangelo


NB. Il testo non è stato rivisto e corretto dall'autore e risulta semplicemente dalla trascrizione della trasmissione radiofonica.
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martedì 1 marzo 2011

Matteo 7, 21-27 - Scavare per trovare la roccia - Commento al Vangelo di don Fabio Rosini


9° domenica del tempo ordinario (A) - 7 marzo 2011

Radio vaticana – Orizzonti cristiani

Commento al Vangelo di  Don Fabio Rosini


Matteo 7, 21-27

I veri discepoli 

21Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. 22Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? 23Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità. 

24Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. 25Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. 26Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. 27Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande». Parola del Signore


La fine del discorso della montagna e l'esempio delle due case -  Siamo nel  termine del discorso della montagna, del sermone del monte del nostro Signore Gesù Cristo, il più magniloquente discorso che i vangeli ci riportano ed è questa proprio la chiusura. E le due parti appunto sembrerebbero moderatamente continue. Comincia il vangelo dicendo:“ 21Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli”  e poi invece di parla, dopo aver rimarcato che ci saranno alcuni che crederanno di entrare, ma non potranno entrare, ecco, a questo punto si parla di queste due case. L’uomo che ascolta e che mette in pratica, è colui che costruisce sulla pietra, invece colui che ascolta e non mette in pratica è colui che costruisce sulla sabbia. Ecco.  Cosa vuol dire questo e quale  è l’esito di queste due case?

Arriverà un giorno in cui  si tireranno i conti - Innanzitutto c’è da tener presente che Gesù sta parlano di un futuro: “Entrerà nel Regno dei cieli!” . Qualcuno. Chi?  “In quel giorno” Quale giorno? Verrà un giorno in cui si tirano i conti. Verrà un giorno in cui verrà fuori chi credeva di essere cristiano e cristiano non era. Chi addirittura ha compiuto prodigi, ha scacciato demòni nel nome di Cristo. Parliamo di persone che hanno fatto molto del bene. Persone che hanno aiutato la Chiesa, persone che hanno fatto anche opere molto importanti. Si dice che nel Paradiso noi avremo tante sorprese e forse troveremo molto indietro qualcuno che pensavamo molto avanti e viceversa. Perché la verità la conosce Dio, ma quella verità, viene fuori ad un dato momento. È una  verità con cui si faranno i conti ad un dato momento, perché verrà il momento in cui si sbatte contro la verità.

Gesù potrà inaspettatamente dire a qualcuno “ Non ti ho mai conosciuto!”- Arriva Gesù che dice:” Non vi ho mai conosciuti!” Verbo molto forte. Vuol dire non essere stati intimi. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità! Ma come, profetare nel nome di Cristo, scacciare demòni, compiere prodigi, può essere in realtà opera di iniquità? Come sarebbe a dire? In sé certamente sono opere buone, ma ci son quelli che hanno l’iniquità dentro, che sporcano tutto quello che fanno.  Ma come si fa a vedere questo? Come si fa a vedere se una persona fa una cosa buona che è oggettivamente buona, ma ha un cuore sporco, lercio, lurido, impresentabile? Solamente Dio lo sa. Ma come facciamo noi a capire questa cosa qui?

L’esempio delle due case - Ed ecco che viene questo esempio qui,  che termina tutto il discorso della montagna. Termina tutto quello che abbiamo ascoltato in questo tempo,  in queste settimane, dalle Beatitudini in poi. Noi siamo posti davanti a questa immagine delle due case. Una casa è fondata sulla roccia, l’altra no. La sabbia è il fondamento. Facciamoci una domanda. Le due case, esternamente come sono? Forse sono identiche, forse sono molto simili. Il fondamento non si vede. Il fondamento non è visibile a occhio nudo. È fondamento, è nascosto, sta sotto. Quando è che si vede? Perché una cosa che dobbiamo riguardare di questo testo è che i fiumi, i venti, le piogge, si abbattono su entrambe le case. Non è che c’è una casa che, siccome è costruita sulla sabbia viene massacrata e invece quella che sta sulla roccia no! No, no. Venti, fiumi, piogge, arrivano su entrambe le case. Questa è la vita. Sarà il giorno ultimo, il giorno della distruzione, il giorno della fine della vita, quando dobbiamo rendere conto di quello che facciamo, ma sarà  molte volte. Nella nostra vita arrivano queste destabilizzazioni, questi attacchi, queste aggressioni, che la vita ci fa e ci tocca per vedere “ Ma tu dove stai basato? Che c’hai dentro? Ma tu che cosa ti porti nell’anima? Ma dove è la base vera della tua esistenza?”  Qui è il punto.

La prova da sforzo serve per smascherare quello che c’è nel cuore -Come si vede un operatore di iniquità che porta  l’iniquità nel cuore? Da come reagisce a certe situazioni di emergenza. Quando una persona deve scegliersi il coniuge deve valutare se questo uomo che gli si sta avvicinando, vale la pena o no intraprendere con lui un’avventura che porti al matrimonio. Guarda come reagisce  alla prova sotto sforzo. Guarda come reagisce alle prove serie della vita. Quando dobbiamo vedere se una persona che ha fatto delle cure a riguardo del proprio muscolo cardiaco stia meglio, se il proprio cuore sta meglio, gli fanno fare la prova da sforzo. Lo fanno pedalare perché lui arrivi agli estremi. “Vediamo come reagisce! Vediamo se sta bene!”  Sono le situazioni limite che ci fanno vedere. Sotto pressione come reagiamo? Sotto i venti? I venti si abbattono su tutto.

Abbiamo bisogno dei venti, fiumi e piogge che si abbattano su di noi per prepararci ad afferrare la verità su noi stessi- E se i venti e se i fiumi si abbattono sulla vita, che si portino via tutto ciò che si devono portare via. Che si portino via ciò che non sta in piedi. Bisogna benedire Dio quando la vita è difficile, perché questa difficoltà mi stanerà, mi metterà nella verità, perché ciò che in me è falso è inutile che io lo difenda. E inutile che sto lì che sto cercando di dimostrare che stò bene, vado bene,  sono ben fondato. Ma se non sono ben fondato, la vita non la si può ingannare. La vita fa delle domande, pone in certe situazioni che sono provvidenziali, perché uno crolli se deve crollare. È meglio crollare prima, meglio mettersi nella verità per tempo, quando ancora possiamo rimediare, quando  ancora possiamo evitare di fare scelte sbagliate, quando possiamo evitare di  incastrarci, ingessarci in situazioni irrisolvibili, o sprecare  un’intera vita. Ecco quel momento è il momento della verità. Con quel momento ci dobbiamo misurare. Questo testo proclama il bisogno di venti, fiumi, piogge, che ci vengano addosso. Perché? Perché ci dobbiamo preparare al giorno  in cui dobbiamo rendere conto della nostra vita. La nostra vita non è così. Una cosetta. È un destino eterno. È qualcosa legato all’infinito. Noi abbiamo la vita una volta per sempre. Di questa vita dovremmo rispondere e noi dovremo saper affrontare che cosa? L’esame che ci fa passare o restare al di qua della soglia della bellezza, della pienezza. Se in noi non abbiamo bellezza, che venga fuori.

Le prove della vita ci permettono di guardare dove è il nostro fondamento - Questo testo va accolto perché ci dia sapienza che ci faccia guardare le nostre presenti sfide come a sfide provvidenziali. I nostri problemi come cose che ci cimentano allo scopo di metterci nella verità.  Santa e benedetta è la croce perché ci tira fuori la nostra interiore luce. Ci dice di che cosa viviamo veramente. Messi sotto pressione, reagiamo in maniera tale da conoscerci e in maniera tale da scoprire che cosa nella nostra vita era fondamento fasullo e cosa invece è fondamento solido.
  
Fondare la casa sulla roccia è scavare, nella sabbia, fino a trovare la roccia - Fondare la casa sulla pietra vuol dire scavare fino a trovare la pietra.  Fondare la casa sulla sabbia vuol dire non scavare e cominciare subito. Vuol dire essere superficiali o essere profondi, o essere autentici, essere consapevoli. Noi non potremo costruire niente su un fondamento labile. Che crolla, che non regge. Noi potremo costruire qualcosa di buono solamente su fondamenti solidi. Fondamento solido è la fede in Dio. Fondamento solido è la verità su noi stessi al cospetto di Dio

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IL CAMMINO DELL'UOMO

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Marcia francescana 25 luglio - 4 agosto 2003