Trascritto dal minuto 55 circa.
"La cosa bella di fare il magistrato, sapete qual è? Che non si dipende da nessuno. Io non capisco come certa gente, appena vince il concorso, la prima cosa che fa, cerca di trovare una corrente. Ma rilassatevi, godetevi la vita. E' così bello essere liberi. Alzarsi la mattina e dire quello che si pensa. Dire quello che vuoi. Un giorno parli bene di uno. Perché ingabbiarsi? State liberi. La cosa più bella è la libertà.
Io sono una delle persone più libere del mondo, credetemi. Io, anche per andare in bagno, dobbiamo discutere dove quando andare in bagno e in quale bagno fermarsi. Però io sono libero. La libertà non è la fisicità. Il problema del movimento. Stare fermo chiuso, immobile in una stanza. Io posso stare in una stanza dieci anni. Non è quello il problema. Il problema è essere libero di scegliere nella testa. E allora perché un magistrato si deve far corrompere? Perché? Non esistono alibi. Non esiste una giustificazione. Perché intanto il magistrato viene pagato bene. C'è uno stipendio che consente di vivere bene.
E' un lavoro bellissimo. Emozionante. Io provo delle emozioni come trenta anni fa. Perché andare ad uscire, a frequentazioni... L'idea che uno si deve mettere in testa è che il magistrato non può mai essere ricco. Se ti piacciono i soldi non puoi fare il magistrato. Fai il notaio, fai un'altra cosa, non puoi fare il magistrato. Se tu fai il magistrato devi fare il magistrato per altri valori, per altri ideali. E quindi io non riesco ad immaginare a capire. Non c'è giustificazione. E, infatti, guardate che molte volte i magistrati siamo feroci quando ci sono colleghi, magistrati indagati o giudicati. Terribile. Perché un magistrato corrotto ci fa perdere dieci anni di credibilità".
La stessa cosa poi viene detto dopo dal giornalista professore saggista Antonio Nicasio riguardo al mondo del giornalismo. Un giornalista deve essere libero.
Ad 1ora 2 minuti:
Peter Gomez: Dottor Gratteri, siamo arrivati alla fine di questa chiacchierata, lei ci diceva qualcosa di molto bello, molto vero, molto utopico. Lo stato italiano, se volesse, potrebbe ridurre dell'80% la presenza della criminalità organizzata. Poi ci ha raccontato quanto sia pervasiva la presenza della criminalità organizzata nei confronti di quelli che sono chiamati a fare le leggi, quindi è piuttosto complicata come cosa. Ecco, ma lei pensa che sia più complicità o più ignavia da parte del legislatore?
Gratteri: Ma questo cambia in base ai momenti storici. Le percentuali. Non possiamo sempre dire che è ignavia, che è complicità. Spesso c'è anche incompetenza. L'umiltà di ammetterlo e di attorniarsi di persone capaci. Di persone idonee alla funzione. E questo è un limite, perché capita spesso, a chi non è allenato al potere, di soffrire di vertigini. E quindi ha bisogno di attorniarsi di maggiordomi che gli dicano quanto sei bravo, tu sei il migliore, meglio di te non c'è nessuno. E non c'è peggiore cosa di un leader che ha bisogno di adulatori.
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