Questo blog vorrebbe condividere tutto quello che riguarda la ricerca delle cose che rendono migliore, piena, gustosa, bella da vivere, la nostra vita.
Forse il link più aggiornato è quello qui sotto, direttamente, sul sito del Ufficio per le vocazioni della Diocesi di Roma di cui è direttore Don Fabio Rosini
(*) si consiglia di informarsi presso le parrocchie se è ancora possibile partecipare al corso in svolgimento; diversamente informarsi su quando riparte (utilizzare google o un qualsiasi altro motore di ricerca con il nome della parrocchia e la città per avere i numeri di telefono aggiornati). Buon cammino!
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-->Il biblista don Fabio Rosini, Fabio per tutti noi, su Radio Vaticana, il martedì verso le 13, all'interno dello spazio radiofonico di Orizzonti Cristiani, parla del vangelo della domenica successiva.
Trasmissione del 15 settembre 2009
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Dal Vangelo di Marco 9, 30-37
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo. Giunsero a Cafàrnào. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servitore di tutti».E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».
Monia Parente
Ora la parola al biblista Fabio Rosini. Domenica prossima, XXV del Tempo Ordinario, ascolteremo un brano tratto dal Vangelo secondo Marco. Gesù parla ai suoi discepoli, parla della sua morte e della sua resurrezione, ma loro non capiscono. Don Fabio.
Don Fabio Rosini
In questo testo siamo di fronte alla problematica della incomprensione. Gesù dice una cosa, i discepoli non la capiscono. Ci sono delle letture delle cose, dell'importanza da dare alle varie cose della vita e ci sono delle prostettive diverse. In fondo un pò tutta la liturgia della Parola di questa domenica metterà di fronte lo scontro delle sapienze.
Sarà detto proprio esplicitamente: c’è una sapienza che viene dall’alto e una sapienza terrena. In realtà questo problema è un problema enorme: il problema di dover capire qualcosa, ma ancora di più, il problema di dover smontare le proprie convinzione.
Noi crediamo molto spesso di dover partire dall’urgenza di dover capire qualche cosa di nuovo, il problema più grande è mettere in discussione ciò che sappiamo già.
Il Signore Gesù in questo testo inizia con il far presente l’annunzio della sua missione. E questa è una parola chiave per capire un po’ tutta la vita. Per cogliere quello che il Signore Gesù Cristo dice di sé. Lui ha una missione, ovvero sia ha una direzione. Il Figlio dell’Uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e gli uomini lo uccideranno, ma, una volta ucciso dopo tre giorni risorgerà. In estrema sintesi tutto il dramma pasquale.
Essere venuto per questo. Il figlio dell’uomo è venuto per questo. Ha un servizio da compiere e questa è la seconda parola magica. Missione. Servizio. Ci sono forme diverse di capire la vita. Non capisco a pieno la mia esistenza finche non capisco di aver ricevuto una missione.
In funzione di questo capire le sofferenze, il fine dei problemi, il fine degli enigmi, delle cose irrisolte, incastrate, difficili da metabolizzare della mia vita, della mia avventura.
C’è una missione che Dio mi da. Io ho da compiere un servizio. Non capire questo è capire cosa? Se la mia vita non è servizio, se io non sono, come dice la beata vergine Maria, la serva del Signore, se non sono il servo del Signore, cosa sono?
Se non sono il servo sono un padrone. In fondo in fondo, anche se sembra troppo tagliata con l’accetta questa contrapposizione.
Allora ecco dall’altra parte c’è un’altra sapienza. Come capire tutto? Come capire di stare appresso al Signore Gesù, di fare le cose che lui fa, alla fine tutto quanto questo diventa essere il primo. I discepoli discutono fra di loro. Hanno un problema. Se non sono servo, sono padrone. Se non sono servo, non accolgo la mia vita come missione, io accolgo la mia vita come autoaffermazione, come ricerca del mio ego, come ricerca del mio posto importante. È così che si rovina tutto nell’esistenza. È così che si rovina un matrimonio. Se il matrimonio non è una chiamata al trascendersi per servire nella meravigliosa avventura di rendere felice la persona che Dio ha affidato, la persona che è stata consegnata come lo sposo, la sposa, che cosa diventa l’altro? L’altro diventa mio servo, l’altro diventa in mia funzione. Io sono padrone. Allora i figli sono in funzione di chi li genera, non sono una missione, un servizio, un servizio alla vita. Allora l’amicizia è così, il lavoro è così. Allora ome si intende il proprio corpo? Allora come si intende tutta la realtà esistenziale pratica, i beni di questo mondo? Tutto è in mia funzione.
Io ho una missione, ho un servizio da compiere”. Solamente quando io capisco così la vita, finalmente la prendo dalla parte giusta, la infilo dalla parte che funziona. Finalmente attacco la spina alla mia vita. Altrimenti la mia vita sarà un tiro alla fune contro la realtà, che non mi serve perché la realtà dà gloria a Dio, la realtà dà gloria alla verità e non a questa larvata, nascosta menzogna del cuore dell’uomo: che sia lui il padrone della sua vita o che la vita lo debba affermare. Perché tante volte non si capisce quello che dice Gesù e si parla di altre cose? Perchè c’è questa cosa da disimparare: questa centralità della propria esistenza che è da smontare, da buttare giù dal piedistallo. È un bambino il Regno dei Cieli. Si accoglie come un bambino, come una cosa piccola. L’amore per la cosa piccola, la simpatia che normalmente Dio ha messo nel nostro cuore per i piccolini, per i bimbi, è la simpatia per l’ultimo posto. È la simpatia per quella cosa meravigliosa che ci desideriamo di trovare sempre nel prossimo che è lo spirito di servizio. Quanto ci piace! Quando troviamo nel prossimo lo spirito di chi ci stima, di chi si mette insieme con noi senza farci problemi, anzi si chiede che cosa può fare per noi. Lo spirito del secondo, di quello che sa assecondare. Quanto è antipatico trovare nel prossimo e quando gli altri trovano in noi questo spirito: lo spirito di chi deve comunque affermarsi in tutto ciò che fa. Possa il Signore donarci lo spirito di chi vuole il vero primo posto, che Gesù non nega. Se uno vuole essere il primo si faccia ultimo, si faccia servitore, quello è il vero primo posto.
NB. Il testo non è stato rivisto e corretto dall'autore e risulta semplicemente dalla trascrizione della trasmissione radiofonica. Si resta a disposizione degli aventi diritto per l'immediata rimozione del testo.
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Proteggimi tra le tue braccia
perchè davvero io non debba coprirmi la faccia
davanti a questo mondo che non ha vergogna
e sta vivendo la sua vita chiuso in una fogna
dall’odore cattivo che si attacca addosso
e diventa la quotidianità tanto fa lo stesso
e mi educa all’indifferenza
mentre nel mio cuore prende posto la speranza.
Nascondimi alla tua ombra
dammi un luogo di rifugio da quest’odio che mi insidia come un’anaconda
che mi vuole morto
e che non vuole che io sappia perdonare un torto,
Apro gli occhi sopra questo mondo e vedo solamente
“soldi che non bastano” e “uomini che cercano nel mucchio cosa resta della loro identità”
camminano su strade che non hanno verità.
Ma tu che vedi tutto questo
ascolta questa mia preghiera e dimmi che tornerai presto.
Rit.: Proteggimi tra le tue braccia Nascondimi alla tua ombra Perchè ho paura di vivere in un mondo che prende decisioni senza te. Sorprendimi con la tua forza regalami la tua salvezza perchè non c’è nulla che desideri di più di vivere in eterno insieme a te.
Sorprendimi con la tua forza
perchè più mi guardo intorno più mi sembra una battaglia persa.
Vivo proiettata dentro la speranza per non restare vittima di questa maldicenza
fatta di politica e di nuove convinzioni
fatta di parole vuote e di luoghi comuni
Ma se ti azzardi a dire una parola vera
ti ritrovi contro l’opinione dell’Italia intera.
Regalami la tua salvezza
ho bisogno della tua misericordia anche se il mondo la disprezza.
Apro gli occhi sopra questo mondo pazzo
e mi rendo conto che non ha capito…
Mente apro gli occhi e mi guardo intorno
vedo solamemente genitori sterili di figli inconsolabili
che cercano nel mondo una propria identità
(lo fanno percorrendo strade senza verità)
Ma tu che vedi tutto questo
ascolta questa mia preghiera e dimmi che tornerai presto.
Rit.: Proteggimi tra le tue braccia Nascondimi alla tua ombra Perchè ho paura di vivere in un mondo che prende decisioni senza te. Sorprendimi con la tua forza regalami la tua salvezza perchè non c’è nulla che desideri di più di vivere in eterno insieme a te.
Gerusalemme. Dall'alto del campanile della torre campanaria della chiesa luterana del Redentore alle 11 di mattina del 31 luglio. E' uno dei posti più panoramici della città vecchia che permette di aver un'ottima visuale sulla spianata della Moschea con dietro il Monte degli Olivi. Era la prima volta che salivo qui sopra. Anche Fabio non c'era mai stato e ha accettato la mia proposta. Così, dopo biglietto di 1 euro, abbiamo salito i 178 gradini che portano in cima. Siamo saliti quasi tutti quanti sopra e ne è valsa la pena.
Muristan. Si vede benissimo il Muristan (foto di sotto). Queste strade nella foto sotto furono create quando la zona venne rivalutata dopo anni di degrado, a partire dal 1903. Muristan in persiano significa "ospedale" o "alloggio per viandanti". Infatti l'area, proprio adiacente al Santo Sepolcro, fu per secoli un ospizio per pellegrini e viaggiatori provenienti prevalentemente dall'Europa. Queste strade larghe convergono verso la fontana della piazza centrale che ospita il mercato greco, chiamato avtimos. La cupola argentata che vedete è quella della chiesa di San Giovanni Battista.
Status quo. Avete presente questa piccola scala di legno sopra l'ingresso principale del Santo Sepolcro?
Tetti del quartiere ebraico.Sotto, guardando con attenzione, si vede un ebreo ortodosso che cammina sopra i tetti di Gerusalemme. Putroppo nell'unica mattina che abbiamo avuto a disposizione per girare per la città, dopo la messa, non abbiamo fatto in tempo a fare tutto quello che avremmo voluto. Però questa passeggiata sui tetti di Gerusalemme è solo rimandata.
L'atteso, conquistato, sognato e chi più ne ha più ne metta, pellegrinaggio dal Cairo a Gerusalemme sulla strada percorsa dal popolo di Israele nelle vicende descritte nel pentateuco è finalmente arrivato. Il visto che vedete sul mio passaporto lo conferma. All'aereoporto, l'umidità e il caldo si fanno sentire mentre attendiamo di superare i vari controlli.
Costruiscono tanto al Cairo. 18 milioni di abitanti. In pulman abbiamo un primo approccio con questa città passando per l'anello stradale esterno che ci conduce dall'aereoporto al quartiere del nostro albergo, molto vicino alla zona delle piramidi di Giza che nello stupore generale si iniziano ad intravedere lungo la strada.
Eccole!!!! Si vedono sono proprio loro. Penso alla reazione che ho e capisco quella di tanti turisti che si fermano estasiati ad ammirare il Colosseo a Roma, mentre indifferenti i romani, me compreso, proseguono per la loro strada. Questa volta siamo noi dalla parte di coloro che si stupiscono.
Il Cairo, diciamolo, è un gran casino. Le strade sono un brulicare si persone, animali, commerci, tutto. In effetti, le strade che attraversiamo per andare verso l'albergo costeggiano canali ricoperti di strati di bottiglie, altro materiale di plastica che si accumula sulla superficie e permette di intuire solamente che sotto scorra acqua. C'è moltissima sporcizia. Vedo tanti bambini e la vita mi sembra molto vivace.
Guardando un documentario sulla Turchia, vi ho riconosciuto per caso il volto di un mio amico e poi ho scoperto che il video che stavo guardando lo aveva proprio ideato, scritto e girato lui.
Putroppo sono arrivato tardi e non ho fotografato i celebranti che si prostrano a terra. Subito dopo la croce viene svelata poco a poco fino a che il drappo che la copre lascia che tutti possano adorare la Croce nella sua interezza.
Per l'occasione inauguro le slide fotografiche come suggerito da Andrea di "Conversando con Gerusalemme" Cliccando sulla foto ( Quella della croce vista da dietro ) potrete vedere le altre foto dell'Adorazione della Croce.
CLICCA SOPRA questa foto
PER visualizzare la galleria di FLICKR
della " Adorazione della Croce"
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Siamo chiamati a scoprire i germi di bene che sono nel mondo, sviluppare in noi e negli altri, e farli fruttificare mettendo ovunque speranza. In questo contesto la gioia è possibile, non è un'alienazione, anzi è come un forte impulso che viene messo dentro di noi e ci da la forza per andare avanti con speranza, per portare qualcosa di nuovo al mondo nel quale viviamo.
Don Pino Puglisi
Chi ha la capacità di accogliere e comprendere i delicati frammenti interiori che un individuo trasmette, lo incoraggia ad esplorare il suo mondo e a trasformare la sua paura in libertà, la sua disperazione in speranza, la sua solitudine in condivisione.
Noi non abbiamo più un imperatore antichissimo che ci perseguita, ma dobbiamo combattere contro un persecutore ancora più insidioso, un nemico che lusinga; non ci flagella la schiena, ma ci accarezza il ventre... Non ci confisca i beni, anzi, ci dà di che vivere, ma ci arricchisce per darci la morte... Non ci spinge verso schiavitù, né tantomeno in carcere, ma elabora per noi alti ideali di libertà invitandoci ad onorarci nel suo palazzo per farci amare le nostre catene... Non ci colpisce il cuore, ma prende possesso del cuore... Non ci taglia la testa con la spada, ma uccide l'anima con il denaro. S. ILARIO DI POITIER
Il pigro e la formica
Va dalla formica, o pigro, guarda le sue abitudini e diventa saggio. Essa non ha né capo, né sorvegliante, né padrone, eppure d'estate si provvede il vitto, al tempo della mietitura accumula cibo. Fino a quando pigro te ne starai a dormire? Quando ti scuoterai dal sonno? Un pò dormire, un pò sonnecchiare, un pò incrociare le braccia per riposare e intanto giunge a te la miseria, come un vagabondo, e l'indigenza, come un mendicante. Proverbi 6, 6-11