"Le esperienze che facciamo nella natura, nel camminare, nell'andare in bicicletta, nello stare sdraiati su un prato, ci sono quindi molto salutari, perchè ci mettono in relazione con importanti sensazioni dell'infanzia e ci fanno nuovamente e intensamente comprendere che nella creazione di Dio noi presentiamo qualcosa dell'inesauribile pienezza di vita a cui possiamo partecipare. Allora non riusciamo mai ad essere sazi. La natura è un invito a bere sempre alla sorgente della vita".
da Anselm Grun Le sorgenti della forza interiore
da Anselm Grun Le sorgenti della forza interiore
NARNIUn giro per i vicoli della cittadina.
Sacro Speco - Loc. Sant'Urbano
Bussiamo alla porta del Sacro Speco. San Bonaventura da Bagnoregio diceva che fosse situato nel deserto di Sant'Urbano. San Francesco lo ebbe familiarissimo eppure è rimasto fuori del circuito dei più conociuti luoghi francescani. I primi eremiti vi arrivarono verso il 1000, vi trovarono una grotta e vi costruirono una cappella. San Francesco vi arrivò nel 1213 e vi ritornò ancora. Qui ascoltò il suono della viola dell'angelo e trasformò l'acqua in vino. San Bernardino da Siena lo sviluppò come conventino. Oggi è un luogo adatto per giornate di silenzio e di preghiera.
SPOLETO
Fonti del Clitunno
ASSISI
Convento di San Damiano
Piazza di Santa Chiara
Basilica di San Francesco
Mostaccioli e morte di Francesco
Quando Francesco sentì avvicinarsi la sua ultima ora, disse ad un frate di scrivere una lettera per Jacopa de' sette soli,una nobildonna romana che lo aveva ospitato nell'urbe, per informarla della sua morte imminente e chiedendole di raggiungerlo alla Porziuncola, recandogli una veste per la sepoltura, candele per il funerale e quei dolci che lei gli offriva quando si trovava malato nella Capitale. Proprio mentre i frati stavano cercando qualcuno che portasse la lettera a Roma, Francesco presentì che Jacopa stava già recandosi da lui.
Immediatamente dopo, si udì bussare alla porta della minuscola capanna adiacente la cappella, che fungeva da infermeria...Ella era arrivata con i suoi figli e le fu permesso entrare, anche se le donne non erano ammesse nel monastero.
Jacopa aveva portato tutto ciò che Francesco desiderava, inclusi i dolci fatti con mandorle, zucchero, miele ed altri ingredienti, chiamati "mostaccioli" a Roma.
Oggi, in Umbria, questi dolci vengono ancora preparati in memoria di Francesco e per venderli ai turisti. Questi qui sotto li ho fotografati in una vetrina di Assisi.
La piazza di Assisi
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