I titoli e le sottolineature sono state aggiunti per facilitare la lettura. Ci si rende disponibili per l'immediata rimozione del testo qualora richiesto da chiunque ne avesse diritto.
LO SPORT INSEGNA A VINCERE E A PERDERE
Ho vinto e perso come tutti quelli che fanno sport.
Credo che uno dei grandi insegnamenti per i giovani, per i
bambini, ma anche per gli adulti, è proprio che insegna a vincere e perdere perché nessuno vince sempre e bisogna fare in
modo che nessuno perda sempre nemmeno.
Io credo che l’eccellenza non è mai una persona.
L’eccellenza è un processo. Che tutte le persone, anche quelle che hanno vinto di più, hanno avuto
processi vincenti e processi in cui non hanno vinto.
Il valore dei
giovani, dei giocatori, delle persone, sta anche in come hanno vinto e come
hanno perso.
Se quando vincono credono di aver trovato la verità, con la
maiuscola, e se quando perdono non danno la colpa a nessuno se non
semplicemente si preparano per vincere ancora.
CERCARE L’ECCELLENZA NELLO SPORT
Noi che facciamo sport, dobbiamo cercare l’eccellenza per
forza, perché non ci basta fare le cose bene, noi dobbiamo farle meglio degli
altri. Perché se noi facciamo le cose
bene, ma qualcun altro le fa meglio, noi perdiamo la partita o il campionato.
COME SI DIVERTE UN BAMBINO?
Ma questo che è valido per lo sport ad alto livello, è anche
valido anche per i bambini.
Io sento spesso dire: “ i bambini si devo divertire quando
fanno sport”. Verissimo. Ma noi abbiamo
chiaro come si diverte un bambino?
Ci sono molti
genitori che credono che i bambini si divertono quando fanno le cose in modo
pressapochista. Si mette a giocare e gli si dice: “ se va bene, va bene, se va
male va bene lo stesso”. I bambini non giocano così.
Studiamo meglio i
bambini. I bambini non ridono quando si divertono giocando, sono serissimi. Un
bambino che sta facendo una costruzione con il Lego, è serissimo, perché lo
vuole fare bene. Si diverte se riesce. Se non ci riesce, non si diverte.
L’IDEA DI PERFEZIONE NELLO SPORT E’ PERDENTE:
Perché l’idea di
perfezione nello sport è un’idea perdente. Se noi proponiamo la perfezione, noi
stiamo proponendo la sconfitta.
Ci sono molti allenatori che preparano una squadra per una
partita dicendo: “ Allora ragazzi, noi dobbiamo battere molto forte, molto
aggressivo, però non sbagliamo la battuta, mi raccomando! Dobbiamo pensare al
muro, però anche alla difesa, però anche all’alzata”, tutto. In sintesi, che
abbiamo detto alla nostra squadra? Gli abbiamo detto: “ Se noi siamo perfetti
vinceremo!”. Se io fossi stato il giocatore avrei detto: “ Grazie, se io non
avevo lei che me lo diceva non lo sapevo!”.
L’IDEA DI EQUILIBRIO:
L’idea di perfezione nello sport non mi piace. Mi piace
l’idea di equilibrio. E l’equilibrio non è altro, ed è una costante in tutto il
mio pensiero dello sport, ma anche di altre cose, che l’equilibrio di due forze
contrapposte. Altrimenti che equilibrio è? L’equilibrio è l’unità di cose
contraddittorie.
CONOSCERE BENE LA MATERIA DI CUI CI SI OCCUPA:
Dobbiamo sapere.
E i giocatori e i
giovani in generale si dedicano ad un giochino molto interessante che è
grattare nella pelle del professore, del genitore, del maestro o chi sia, per
vedere che cosa c’è sotto. Per vedere se è una lieve pellicola di conoscenza o
se veramente sa. Se scoprono che non sappiamo davvero di cosa parliamo, ci
massacrano senza pietà.
Noi oggi abbiamo
professori universitari che se c’è un problema con il computer e non guardano
le slides, non sanno parlare. Leggono le
slides. Ce ne è qualcuno. Come è possibile. Le slides sono un metodo didattico
per chi ascolta, non per chi insegna.
GIUSTO CRITICARE I GIOVANI, SBAGLIATO GIUDICARLI. ECCO LA
DIFFERENZA
Sento troppo spesso giudicare i giovani. È tutta un’altra cosa criticare i giovani.
La critica è una cosa puntuale: “ Questo lo hai fatto male!”, “ Qui ti sei
comportato male! In questa occasione, in questa cosa”.
Ma si sente troppo dire: “ i giovani di oggi…”. La frase “ i
giovani di oggi” crea un clima del tipo come se fosse una società civile in cui
tutti siamo colpevoli e dobbiamo dimostrare la nostra innocenza. Noi adulti stiamo trattando i nostri giovani
oggi così. Tutti sono mediocri, vediamo chi di loro dimostra che non lo è.