Immagine reperita al seguente: http://news.nationalpost.com/2014/05/11/they-cut-hands-cut-heads-play-with-corpses-islamic-extremists-fighting-brutal-war-against-kurds-in-syria/ |
Immagine reperita al seguente indirizzo: http://www.bergamopost.it/cambiare-rotta/succede-kobani/ |
Nell'enclave di Kobani, la popolazione a maggioranza curda
sta resistendo ancora per poco e oltre le sue possibilità ai guerriglieri
dell'Isis che avanzano. Alle spalle la frontiera turca. Una situazione
terribile.
Come in altre circostanze di questa guerra di Siria e di
tante altre guerre, nel gioco dei potenti della terra e di chi per potere,
soldi, fama ed accecato dall'odio e dal male, combatte una guerra assurda,
viene coinvolta la vita dei piccoli e degli umili.
La vita di uomini, donne, bambini, anziani.
La storia di tante famiglie con i loro padri e loro madri, i loro figli e le loro figlie.
La storia di tante famiglie con i loro padri e loro madri, i loro figli e le loro figlie.
Dio guarda tutto questo? Vede questa
sofferenza e questo dolore?
E se lo vede, resta indifferente?
E se lo vede, resta indifferente?
Resta comunque il mistero di come Lui permetta tutto ciò.
E’ il mistero della libertà.
Il mistero del male.
In questo dilagare delle tenebre, ognuno fa il suo gioco. Gli uomini fanno il loro gioco. Dio fa il suo gioco. E quale è lo spazio della fede? Consiste nel credere che il gioco di Dio intercetti il gioco degli uomini, per usare parole di Padre Francesco Rossi De Gasperis, e riesca ad indirizzare il gioco degli uomini nella direzione che Lui vuole e cioè verso il bene dell'umanità che ama.
Utili per rispondere a queste domande le parole che Giovanni Paolo
II fa scrivere in Memoria e identità a pagina 14 ( per Rizzoli Editore).
Il papa spiega che c'è un limite che Dio pone al male stesso. "Si può dunque dire che la storia dell'uomo è, sin dall'inizio, segnata dal limite che Dio Creatore pone al male".
Riporto allora il testo del terzo capitolo che reca il titolo: Il limite imposto al male nella storia dell'Europa, dove Giovanni Paolo II da una spiegazione di come Dio ha agito nella storia dell'Europa e quindi anche di quali siano le costanti del suo agire nella storia degli uomini di tutti i tempi, anche quelli delle tragiche ed attuali vicende.
Il papa spiega che c'è un limite che Dio pone al male stesso. "Si può dunque dire che la storia dell'uomo è, sin dall'inizio, segnata dal limite che Dio Creatore pone al male".
Riporto allora il testo del terzo capitolo che reca il titolo: Il limite imposto al male nella storia dell'Europa, dove Giovanni Paolo II da una spiegazione di come Dio ha agito nella storia dell'Europa e quindi anche di quali siano le costanti del suo agire nella storia degli uomini di tutti i tempi, anche quelli delle tragiche ed attuali vicende.
"L'uomo ha a
volte l'impressione che il male sia onnipotente, che domini in modo assoluto
nel mondo. Esiste secondo Lei, Santità, un limite invalicabile per il male?
Mi è stato dato di
fare esperienza personale delle "ideologie del male". E' qualcosa che
resta incancellabile nella mia memoria. Prima ci fu il nazismo. Quello che
in quegli anni si poté vedere già era una cosa terribile. Ma molti aspetti del
nazismo, in quella fase, di fatto rimasero nascosti. La reale dimensione del male che imperversava in Europa non fu
percepita da tutti, neppure da quelli tra noi che stavano al centro stesso di
quel vortice. Vivevamo sprofondati in una grande eruzione di male e soltanto gradualmente
cominciammo a renderci conto della sua reale entità. I responsabili facevano
infatti molti sforzi per nascondere i propri misfatti agli occhi del mondo. Sia
in nazisti durante la guerra che, più tardi, nell’Est dell’Europa i comunisti,
cercavano di occultare all’opinione pubblica ciò che facevano. Per lungo tempo
l’occidente non volle credere allo sterminio degli Ebrei. Solo in seguito
questo venne pienamente alla luce. Neppure in Polonia si sapeva tutto su quanto
i nazisti avevano fatto e facevano ai Polacchi, né su quanto i Sovietici
avevano fatto agli ufficiali polacchi a Katin, e le stesse vicende tristissime
delle deportazioni erano conosciute solo in parte.
Più tardi, ormai a
guerra finita, pensavo tra me: Il Signore Dio ha concesso al nazismo dodici
anni di esistenza e dopo dodici anni quel sistema è crollato. Si vede che quello
era il limite imposto dalla Divina Provvidenza ad una simile follia. In verità,
non era stata soltanto una follia – era stata una “ bestialità”, come
scrisse Konstanty Michalski ( Tra l’eroismo e la bestialità – Czestochowa
1984).
Ma di fatto la Divina
Provvidenza concesse solo quei dodici anni allo scatenarsi di quel furore
bestiale. Se il comunismo è sopravvissuto più a lungo e se ha ancora dinanzi a
sé, pensavo allora tra me, una
prospettiva di ulteriore sviluppo, deve esserci un senso in tutto questo.
Nel 1945, al termine della
guerra, il comunismo appariva solido e molto pericoloso – decisamente più che
nel 1920. Già allora si era avuta la netta sensazione che i comunisti avrebbero
conquistato la Polonia e si sarebbero spinti oltre, nell’Europa occidentale,
proiettandosi alla conquista del mondo. In realtà non si giunse a tanto. “ Il
miracolo della Vistola”, cioè il trionfo di Pilsudski nella battagli contro L’Armata
Rossa, ridimensionò le pretese sovietiche. Ma
dopo la vittoria sul Nazismo nella seconda guerra mondiale i comunisti si
sentirono rinfrancati e si accinsero con sfrontatezza ad impadronirsi del mondo
o almeno dell’Europa. All’inizio ciò porto alla ripartizione del continente in
sfere di influenza, secondo l’accordo raggiunto nella conferenza di Jalta del
febbraio 1945. Tale accordo fu solo apparentemente rispettato dai comunisti,
che di fatto lo violarono in vari modi,
innanzitutto con l’invasione ideologica e la propaganda politica non soltanto
in Europa, ma anche nelle altre parti del mondo. Per me, allora, fu subito
chiaro, che il loro dominio sarebbe durato per un tempo molto più lungo di
quello nazista. Quanto lungo? Era difficile prevederlo. Ciò che veniva fatto di
pensare era che quel male fosse in qualche modo necessario al mondo e all’uomo.
Succede, infatti, che in certe concrete situazioni dell’esistenza umana il male
si riveli in qualche misura utile, in quanto crea occasioni per il bene. Non
ha forse Johann Wolfganf von Goethe qualificato il diavolo come “ ein
Teil von jener Kraft, / die stets das Bose will und stets das Gute
schafft – una parte di quella forza,/ che vuole sempre il male e opera sempre
il bene”? San Paolo, per parte sua,
ammonisce a questo proposito: “ Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il
bene il male” ( Rm 12,21). In definitiva si arriva così, sotto lo stimolo del
male, a porre in essere un bene più grande.
Se qui mi sono soffermato a
rilevare il limite imposto al male nella storia dell’Europa, devo ora concludere che tale limite è
costituito dal bene – il bene divino e quello umanao che si sono
manifestati nella storia, nell’arco del
secolo scorso e di interi millenni. Comunque, non si dimentica facilmente il male
di cui si è fatta diretta esperienza. Si può soltanto perdonarlo. E che cosa
significa perdonare, se non appellarsi al bene che è più grande di qualunque
male? Tale bene, ha il suo fondamento soltanto in Dio. Solo Dio è questo
bene. Questo limite posto al male dal Bene divino è entrato a far parte della
storia dell’uomo, in particolare della storia dell’Europa, per opera di Cristo.
Non è dunque possibile separare Cristo dalla storia dell’uomo. Proprio questo
dissi in occasione della mia prima
visita in Polonia, a Varsavia, in Piazza della Vittoria. Affermai allora che non era possible separare Cristo dalla storia della
mia nazione. E’ possibile separarlo dalla storia di una qualsiasi altra
nazione? E’ possibile separarlo dalla storia dell’Europa? Solo in Lui, di
fatto, tutte le nazioni e tutt al’umanità possono “ varcare la soglia della
speranza”!"
Si rimane a disposizione per l'immediata rimozione del testo qualora venga richiesto da chiunque degli aventi diritto.
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