" Cerco il prof. Nembrini". Una telefonata che lo
coglie in Africa. In Sierra Leone, dove un suo amico Padre Berton lo ha
coinvolto in alcuni progetti di promozione umana e lui sta, durante le vacanze, dando un contributo alla nascita di una scuola.
"Sono io, lei chi è?" risponde Nembrini. Dall'altro
lato della cornetta una risposta chiara: " Roberto Benigni". E’ il noto attore, ma Franco non lo riconosce, pensa che sia il genitore di
qualche suo alunno e gli spiega che sta in Africa e che sarebbe meglio risentirsi con calma una volta rientrato a Bergamo. Prima di attaccare, non
avendo individuato bene di quale alunno il Sig. Benigni sia il genitore, si fa
spiegare meglio con chi sta parlando. A quel punto sente gridare con l’inconfondibile
dialetto toscano: “ Ma come l’attore!”.
E così viene a sapere che i suoi libri su Dante sono
arrivati in qualche modo a casa di Robero Benigni che quella notte, incuriosito ed colpito dal pregio di quei testi, li ha letti
tutti d’un fiato. E' l'inizio di un'amicizia. E Roberto Benigni sarà ispirato da quella lettura per la nota iniziativa di parlare della Divina Commedia a tutti gli italiani, ma questa affermazione Franco Nembrini dice che è un po' un'esagerazione.
Racconti eccezionali eppure estremamente umani, vicini a chi
li ascolta.
Su youtube si possono trovare diversi video: incontri,
interviste, interventi.
In questo video-intervista della trasmissione A sua immagine
ci si può fare un'idea di come si presenta Franco Nembrini.
I grandi filoni di cui tratta nei suoi incontri presentano questi titoli: El
Dante, Ho visto educare, e Miguel Manara.
Dante, spiega Nembrini, è il poeta con cui si parla della vita, dei problemi, del
senso da dare alle cose, ai soldi, al lavoro, all’amicizia, all’amore.
La lettura di Dante assomiglia in realtà ad una
chiacchierata con amici in cui il prof. racconta come lui dialoga con Dante,
delle grandi domande che pone al poeta e di come lui risponde.
I ragazzi rimangono affascinati e con loro, in una sorta di
contagio, anche tutti coloro che si imbattono in queste chiacchierate.
Fare esperienza di una luce, di una positività, di una
bellezza in tutti i campi della vita: da quello affettivo al rapporto con il lavoro. La vita insomma, in tutte le sue sfaccettature.
Le corde giuste si possono toccare e i ragazzi sempre
assetati delle risposte alle domande ai problemi grandi e concreti della vita
si appassionano.
La proposta è semplice quanto grande ed entusiasmante: “ Vi dico perché leggo
Dante, vi dico che dialogo ho con Dante e proviamo a fare un pezzo di strada
insieme”.
E la risposta dei ragazzi non tarda: “ Sentire Dante
spiegato da Franco Nembrini è una goduria” dice una ragazza ventenne
nell’intervista. E lui risponde subito dicendo: “ Sai perché? Perché si capisce
poco, ma è Dante stesso che parla di una goduria! I ragazzi la vita se la
vogliono godere e invece soffrono molto”. E così appare chiaro che quando i
ragazzi trovano qualcuno, Dante in questo caso, che gli indica la via per
andare verso una felicità vera, che non tradisce le promesse fatte, farebbero
di tutto per non perdere l’occasione per imparare questo segreto.
La lettura Dante è evidentemente legata all’altro grande
tema affrontato, quello educativo.
Franco Nembrini si definisce una persona che ha visto
educare. E spesso riporta esempi concreti tratti dalla sua lunga esperienza di
insegnante. Un episodio raccontato è quello
sull’alunno più cretino della scuola che trovata la sua
strada si risveglia dal suo torpore e come dice il ragazzo stesso trova lo spunto per uscire fuori dalla “m….
che mi circonda”.
Franco Nembrini, dopo una carriera di professore nella
scuola statale è diventato il rettore della
scuola La traccia di Calcinate a Bergamo
che qui è presentata.
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