“È necessario formare i giovani alla responsabilità, alla saggezza, al coraggio e, naturalmente, alla giustizia in particolare dovrà coltivarsi nei giovani la virtù della prudenza […].
È la prudenza che aiuta ad evitare di confondere l’essenziale e il rinunciabile, il desiderabile e il possibile; che si muove secondo la scala gerarchica dei valori, in relazione alle concrete esigenze storiche; che suggerisce volta a volta il coraggio più audace o la doverosa cautela; aiuta a valutare i dati di fatto in cui l’azione deve svolgersi, e consente il realismo più efficace nella coerenza ai valori ideali; che, nell’adeguare i mezzi al fine da raggiungere, eviterà ogni facile mimesi di mezzi che altri usino per il raggiungimento di altri fini; che fa comprendere la necessaria gradualità di ogni miglioramento e di ogni rinnovamento della comunità politica, che richiedono – per essere efficaci e duraturi – la dovuta maturazione”
estratto di “Persona e bene comune nello Stato contemporaneo.
Atti della XXXVI Settimana sociale dei Cattolici italiani”
Pescara, 30 maggio-4 giugno 1964, Roma, 1965
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