27 dicembre 1947 - Enrico De Nicola
Nel caso di Enrico De Nicola, avvocato penalista napoletano con una consolidata carriera politica alle spalle, il suo nome a Capo provvisorio dello Stato è frutto di un compromesso tra destre e DC (i quali avrebbero preferito Orlando) e tra sinistre e laici (che avevano proposto Benedetto Croce). Il nome di De Nicola è sempre associato a un comportamento retto, onesto, morigerato quasi ai limiti del bizzarro. Anche nelle occasioni ufficiali indossa un cappotto rivoltato ed è solito pagare quasi tutto di tasca propria, poiché non trova giusto spendere per sé i soldi dei contribuenti. Arriva persino a rinunciare allo stipendio di 12 milioni di lire che gli spetta.
Di matrice liberale e dichiaratamente monarchico, è eletto Capo provvisorio dello Stato il 28 giugno 1946. La scelta ricade su De Nicola non solo perché punto di incontro tra fronti politici diversi, ma anche perché c’è bisogno di individuare un nome meridionale da porre accanto alle due massime cariche dello Stato all’indomani del referendum del 2 giugno. Alcide De Gasperi, al governo, è infatti trentino, mentre il primo Presidente dell’Assemblea Costituente, Giuseppe Saragat, è piemontese. Il bisogno di una figura meridionale deriva anche dal fatto che nel Sud Italia ha vinto la monarchia: c’è quindi bisogno di individuare la persona più adatta che possa ispirare un orgoglio repubblicano anche a sud di Roma.
Quando è eletto, De Nicola ha 69 anni ed è celebre principalmente per il suo rifiuto alle proposte di candidatura: ha infatti rifiutato quattro volte la presidenza del Consiglio, una nomina a senatore, una elezione a deputato e una poltrona a sindaco di Napoli. Alle prime avvisaglie della sua elezione fugge quindi da Roma e si rintana nella sua casa a Torre del Greco. Saragat prova a telefonargli, ma sarà De Gasperi a trovarlo e a comunicargli la vittoria.
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