domenica 21 agosto 2022

Diario - 21/08/2022 - Sogno: papà in sala da pranzo

 Questa mattina, poco fa, un nuovo sogno su papà. Era una mattina normale. Ero a casa di mia mamma e di mio papà. Precisamente nella sala da pranzo. Papà era davanti a me. Vivo e vitale come al solito. Sorridente, come al solito. Era in piedi davanti alla finestra della sala da pranzo e sorridendo ci guardava e parlava con i presenti. In realtà oltre lui non ho visto altre persone nella stanza. Era proprio felice, come spesso la mattina. Tanto che a pensarci bene, spesso avere accanto una persona così felice mi procurava un senso quasi di incomprensione, se non, raramente, anche di fastidio, soprattutto appena sveglio la mattina. 

Insomma era così vivo, così contento, così papà, lasciatemelo scrivere, che sono andato in confusione. Nel sogno infatti non capivo più se papà era vivo o era morto. Ho proprio provato questo stato di confusione interiore in cui non ho avuto chiaro se papà fosse vivo o fosse morto. 

A volte ho questa confusione nella realtà. Sono piccoli microsecondi, un tempo infinitesimamente piccolo, in cui mi chiedo: "Ma è vero? Papà è morto?". Questo mi accade. Poi immediatamente un parte della mia mente risponde alla parte un pò confusa: "Si Andrea è morto, ricordi? C'è stata la malattia, il funerale. E' morto". E' accaduto pure nel sogno, ma nel sogno, io avevo papà vivo e sorridente davanti e non riuscivo più a capire niente. Io lo vedevo vivo. Per cui per me la verità era in quel momento quella che vedevo: era vivo e felice.

Poi, a pochi metri da dove ero prima, e con precisione affacciato sul terrazzo di casa di papà e mamma, l'ho visto nuotare nel cielo come fanno i sub o i nuotatori in piscina. A rana. Come se stesse sotto acqua. Ma era nel cielo. Nello spazio ora occupato dai campi di padle. In realtà c'erano ancora dei montarozzi di terra, come molti anni fa. Lui scendeva dai venti ai cinque metri di altezza nel cielo disegnando una discesa graduale con un angolo di 30° gradi con la linea di terra e si faceva un bel pezzo, volando nel cielo come se stesse nuotando sotto acqua. 

Poi sotto il terrazzo è passato un tipo vestito da alpinista, come quando io vado ad arrampicare, con tanto di zaino. Diceva che era vestito così perché serviva. E mi sono accorto poco dopo che era uno di quegli operai che fanno edilizia ad alta quota, e che stava lavorando al nostro palazzo.

Qualche istante dopo mi sono trovato dentro uno di quei bidoncini, che le macchine gru fanno arrivare agli ultimi piani dei palazzi e da cui questi possono lavorare alle rifiniture delle pareti dei palazzi in alta quota.

Mi sono svegliato contento. Provavo gioia, serenità. Come quando nella vita, e mi è capitato quasi sempre, incontravo papà contento e felice. Capitava spesso perché era quasi sempre di questo umore.  



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