08:30 - Funivia da Fonte Cerreto (Assergi. Costo: 11 euro con sconto di 1 euro se soci CAI). Incontro della cordata: Bruno, Raffaello, Andrea.
09:00 - Partenza da Campo Imperatore.
09:40 - Sella del Monte Aquila (2335 mt, 40 min).
10:35 - Sella del Brecciaio (2506 mt, 1h circa). Pausa di 10 minuti. Affaccio sulle creste meridionali del Gran Sasso, ovvero su Pizzo Cefalone (Vetta Woityla, 2424 mt), Cima delle Malecoste (2444 mt), Pizzo Camarda, Monte Jenca, Monte San Franco. E poi sui più vicini Pizzo Intermesoli e Monte Corvo. Decidiamo di fare la via ferrata Brizio in direzione dalla Sella dei due Corni verso la Sella del Brecciaio. Quindi dobbiamo raggiungere la Sella dei due Corni. Si aggiunge alla nostra cordata anche Raffaele.
10:45 - Partenza dalla Sella del Brecciaio (2506 mt).
11:25 - Bivio a sinistra per raggiungere il Passo del Cannone (40 min).
12:00 - Passo del Cannone. Iniziamo a scendere verso la Sella dei due Corni.
10:30 - (Orario presunto) Sella dei due Corni (2547 mt, 30 min).
13:10 - Attacco della ferrata Brizio. Ora le è stato cambiato il nome ed è stata chiamata "dei Ginepri" in quanto si affaccia sulla Valle dei Ginepri.
14:45 - Finiamo la ferrata. Abbiamo completato la ferrata in 1h 35 minuti. Il nevaio era ridottissimo di dimensioni.
14:55 - Ritorno alla Sella del Brecciaio.
15:45 - Sella del Monte Aquila (50 min).
16:40 - Campo Imperatore. Premio: un'ottima birra 0,3 lt freschissima. Un cartoccio di patatine fritte con maionese e ketchup.
17:00 - Funivia per Fonte Cerreto.
17:30 - Siamo in macchina.
Per notizie più tecniche consultare: www.ferrate365.it. Il sito però descrive l'itinerario nel verso opposto, dove il tratto in discesa per me è preponderante e per questo più difficile (?).
Difficoltà: Dipende dall'esperienza. Fisicamente è mediamente impegnativa. E' richiesta un'esperienza di ferrata. L'abitudine a stare in tratti esposti sebbene assicurati.
Impegnativo fisicamente per me è l'avvicinamento che a noi ha richiesto dalle 09:00 alle 13:10 (4h10). Soprattutto impegnativa per le ginocchia la discesa da Passo del Cannone all'inizio della ferrata 1h 10min perché su ghiaione, con pericolo di caduta sassi sugli escursionisti che sono sotto. Per me questa è stata la parte più impegnativa.
E, una volta finita la ferrata, è faticoso il ritorno con 1h 40 min in discesa.
Bellezza: per me molto bella. Affascinante. Coinvolgente.
Storia della via ferrata: creata per agevolare l'accesso degli scalatori al Corno Piccolo dal versante aquilano.
Riflessione saltabilissima sul cambio di nome della via ferrata. Nel 1938 Guido Brizio, (fonte ricavata su questo sito: www.planetmountain.com) allora presidente della sezione di Roma del CAI, durante il periodo fascista rinominato Centro Alpino Italiano, secondo le direttive del CAI appunto, avrebbe espulso i soci non ariani Enrico Iannetta e sua moglie Agnese Ajò. La ferrata era stata nominata così nel 1950 circa. Il CAI è impegnato, pressapoco dal 2022, in un percorso di autocritica e nel riconoscere la propria responsabilità nel dare continuità alla politica razziale fascista. Ultimamente ha espulso anche Benito Mussolini dall'elenco dei suoi soci onorari (fonte: www.planetmountain.com). Pur essendo io, evidentemente e convintamente antifascista, sostenitore del processo di auto revisione e critica del CAI e contrario alle leggi razziali del 1938, mi chiedo se questo cambio di nome sia una cosa giusta e penso che abbia uno scarso risultato educativo. Il fatto di espellere i soci "non ariani" è stato un atto ingiusto certamente. Ma la vita di Brizio è ora giudicabile nel suo valore solo per quell'atto abietto ignobile, vile, infame e condannabile o ha fatto qualcosa anche di meritorio nella sua vita? Se certamente condanno l'atto, non è detto che io condanni la persona, di cui, è vero, non conosco la vita. La realtà è più complessa. Ha espulso due persone di religione ebraica e ha sbagliato. E adesso noi lo espelliamo perché ha estromesso le persone di religione ebraica. Stessa logica. Bo. Non sarebbe meglio dire Guido Brizio ha fatto tante cose nella sua vita. E' stato presidente della sezione del CAI di Roma. Durante quel periodo ha commesso degli errori come molte persone che appartenevano al CAI, non contrastando gli ordini del regime fascista. E' vero. Come CAI compiamo un atto ripartivo simbolico restituendo le tessere ai parenti famigliari delle persone espulse dicendo che, come CAI, abbiamo sbagliato a mandarle via. Siamo fermamente convinti del supremo valore di ogni persona a prescindere dal suo credo religioso. Però le vie ferrate le abbiamo chiamate con il suo/loro nome e tali nomi restano. E resterà anche il fatto che pur avendo dato il suo/loro nome alle vie ferrate, purtroppo, egli/essi sbagliarono a compiere delle scelte in linea con le riprovevoli leggi razziali del 1938. E noi oggi siamo fermamente convinti che hanno sbagliato e lo affermiamo pubblicamente. Comunque così è, è stato cambiato il nome alla ferrata.
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