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Acquistato: 01/11/2023.
Occasione: nella sagrestia della Chiesa del Gesù a Roma, dopo la messa.
Prezzo: 5 euro.
Pagine: 50.
Letto: lettura terminata il 5/11/23.
Copertina |
Pag. 4
Sono solamente qualche pennellata di colore dei quindici brevi anni di un ragazzo normale, in cui tanti ragazzi possono rispecchiarsi.
Pag. 5
La vita può essere breve ed è per tutti fragile, ma per Carlo andava vissuta nella sua pienezza senza sprecarla. Per questo ripeteva: "Tutti nascono come originali ma molti muoiono come fotocopie". E' l'invito a non sprecare la vita e a ricercare la felicità vera: "La felicità - diceva - è lo sguardo rivolto verso Dio. La tristezza è lo sguardo rivolto verso se stessi".
Davanti all'eredità della vita di Carlo ci possiamo chiedere: che cosa significavano per lui le parole: amore, dolore, gioia, sofferenza? Domande che ci portano a riflettere su cos'è per noi la morte e perché un giovane muore. Nelle parole di Paolo VI ai giovani del messaggio di chiusura del Concilio (7 dicembre 1965, sembra ri trovare le tracce della sua vita: "Rifiutate di dar libero corso agli istinti della violenza e dell'odio, che generano le guerre e il loro triste corteo di miserie. Siate: generosi, puri, rispettosi, sinceri. E costruite nell'entusiasmo un mondo migliore di quello attuale!"
Pag. 9
Alla domanda: "Cosa ti colpisce della vita di Carlo?" un giovane su Facebook scrive: "La sua umiltà; Carlo è vissuto in una famiglia molto abbiente per cui nulla gli avrebbe impedito di vivere in modo agiato e che gli avrebbe procurato quel senso di superbia, e di sentirsi il primo... invece ha sempre mantenuto quel tenore di vita e di pensiero "povero"... sempre aperto agli ultimi, altruista verso chiunque, non è poco nel nostro "pianeta" attuale [...]. Sento molto vicino Carlo in molte mie necessità e bisogni sia materiali che spirituali... forse perché essendo giovane come me e come tanti altri è molto vicino alle esigenze e alle problematiche dei suoi coetanei?".
Pag. 11
Sono di Steve Jobs alcuni insegnamenti che Carlo fa propri: "Il vostro tempo è limitato, perciò non sprecatelo vivendo la vita di qualcun altro. [...] Essere l'uomo più ricco del cimitero non mi interessa... andare a letto la sera dicendo che abbiamo fatto qualcosa di fantastico... è questo che mi interessa".
Pag. 13
Convinceva le sue amiche anon banalizzare il loro corpo, ricordando loro che è il "tempio dello Spirito Santo". Arrivava persino ad ammonire i suoi amici affinché, nell'utilizzo di internet, non cadessero nelle trappole dei siti pornografici che "ipnotizzano" e rendono dipendenti gli adolescenti. Sono gli anni in cui ai suoi compagni parla dell'importanza della volontà e della capacità di domarla.
Pag. 16
Ecco cosa diceva Carlo: "Che giova all'uomo vincere mille battaglie se poi non è capace di vincere se stesso?" e ancora: "Non l'amor proprio, ma la Gloria di Dio".
Pag. 17
Aiutata extra-comunitari, mendicanti, disabili, anziani, bambini. Si preoccupava degli amici i cui genitori sia stavano separando e li invitava a casa sua per sostenerli; in classe prendeva le difese di coloro che avevano più difficoltà ad integrarsi. In più di un'occasione ha difeso i disabili che venivano presi in giro dai ragazzi.
Pag. 22-24
Dagli scritti e dalle riflessioni di Carlo, l'Eucarestia è anzitutto il "sacrificio" di Dio in favore dell'uomo. Una convinzione che lo porta a vedere il mondo con gli occhi di Dio: se la vittoria sembra essere sempre del più prepotente e del più armato, per Carlo, l'Eucarestia fa nascere uomini e donne novi che hanno la forza di dare la vita anche a chi ti dà la morte; di servire e non asservire; di vincere il male del mondo caricandoselo sulle proprie spalle.
Il suo amore per l'eucarestia può essere espresso in una sua frase: "Più Eucarestie riceveremo e più diventeremo simili a Gesù e già su questa terra pregusteremo il Paradiso".
L'Eucarestia, che significa "ringraziamento", per Carlo ha due significati: quello della comunione e quello dell'adorazione. Attraverso l'adorazione Carlo vive una dimensione affettiva importante: silenzio e parola, ascolto e amicizia, mistero silenzioso e percezione profonda di Dio. Carlo non inventa nulla, scopre la forza dell'Eucarestia recandosi ogni giorno in chiesa a fare adorazione. Può sembrare un atto di devozione superato da tempi, invece sembra dire ai suoi coetanei: "Fatelo come me" e vedrete i risultati!
Proprio la forza dell'adorazione fa comprendere a Carlo che il corpo di Cristo oltre a stare nell'Eucarestia, è nelle persone che si amano: poveri, piccoli, forestieri, ammalati, anziani, disabili, persone sole. Per Carlo fare elemosine e aiutare quanti hanno bisogno nasce dal capacità di adorare. I soldi che risparmia li regala ai poveri, agli anziani, alle suore di clausura, ai sacerdoti, agli extra-comunitari. Carlo porta una convinzione nel cuore:"Si va dirisi in Paradiso, se ci si accosta tutti i giorni all'Eucarestia".
Pag. 26
La mamma racconta che Carlo si domandava spesso come tanta gente potesse fare file interminabili per assistere a eventi mondani come un concerto rock e magari, per essendo cattolici, non trovassero mai il tempo di stare cinque secondi in silenzio davanti al tabernacolo contenente il Dio vivente al quale dobbiamo la nostra esistenza. L'adorazione invece produce i suoi frutti invisibili che sono quelli che Carlo sperimenta e che l'apostolo Paolo elenca nelle sue lettere: gioia, pace, serenità, dominio di sé, capacità di vedere lontano, non avere paura della morte, vivere una vita per gli altri.
L'adorazione lo rende compagno di Gesù. Vive l'essenza della spiritualità gesuitica il cui simbolo è il nome di Gesù, sigillato sull'ostia.
... continuerò a selezionare qualche frase.
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