giovedì 7 luglio 2022

Diario - 07/07/2022 -

 Dei mesi e dei giorni e delle ore che vanno dal 12 novembre 2021 al 16 aprile 2022 e dei giorni successivi, quelli del funerale, vorrei scrivere più approfonditamente. Sono i giorni che vanno dal primo sintomo della malattia di mio padre e che comprendono i due interventi cardiochirurgici in urgenza, i due ictus, i due ricoveri, l'inizio della chemioterapia, il tentativo delle visite al San Camillo e la decisione di non partire per Aviano e arrivano fino ai giorni in cui abbiamo portato papà a casa certi della impossibilità di guarire e prendendoci cura di lui. Poi c'è l'ultima settimana, e gli ultimi giorni e le ultime ore. Poi i giorni successivi. Il funerale. E alcuni eventi che abbiamo vissuto, dopo la morte. Per fortuna eventi luminosi che ci hanno confermato nella speranza che papà è vivo e che lavora per noi e per gli altri insieme al Signore. Che vive un'altra vita, diversa da quella che abbiamo vissuto insieme. 

Mentre vivevo quei giorni preziosi e unici, come ho imparato a fare da anni, ho registrato il diario degli eventi, sia medici, sia il diario personale e in questo caso familiare. Ho fatto video. Sono stato accanto a papà come meglio ho potuto in qualità di figlio e di medico. Ho condiviso con mia madre Francesca e mia sorella Sara e la sua famiglia questi giorni particolari.

Al momento, a quasi tre mesi dalla morte di papà, tornare ai giorni che hanno preceduto la morte mi provoca dolore. Non riesco. Mi intristisco troppo. E non riesco a scriverne. Ho capito che per il momento è bene tenermi lontano dal ricordo di alcune cose viste e vissute. Sono tutte cose registrate nella mia memoria. Immagini fotografate, riprese dal telefonico che avevo appositamente acquistato per avere la sicurezza di poter registrare le cose che ritenevo importanti. E' così è stato. Come spinto dalla paura di perdere una frase, un commento, un immagine ho cercato di registrare tutto. Oltre che di vivere con papà ogni momento. 

Non riesco a scrivere e a pensare troppo agli ultimi giorni. Al tempo stesso non vorrei che si perdesse memoria di quel tempo. Non vorrei che io stesso dimenticassi cosa è accaduto. Si ho scritto un diario, ma bisognerebbe tornarci subito a vedere di riaggiustare le cose, scrivere in bella qualcosa appuntato di fretta, magari somministrando farmaci, stando attenti a tutto quello di cui papà in quel momento aveva bisogno. 

Cerco di spiegare il paradosso che vivo. Da una parte ho bisogno di prendere una distanza emotiva da quegli eventi. Questa distanza mi permette di ritornare a quei giorni per ricordarli, per poterli scrivere e registrare. Ma al tempo stesso la distanza emotiva di cui ho bisogno da una parte, dall'altra ho l'impressione che faciliti il dimenticare.

Sono convinto che in quei mesi preziosi sia contenuto il segreto della vita, il racconto del senso nascosto delle cose. Che vi sia molta sapienza da apprendere e anche sofferenza da elaborare per estrarne senso, vita, discernimento. 

Aspetto che arrivi questa distanza, desideroso di scrivere cosa è avvenuto in quei giorni, perché non se ne perda la memoria e il racconto. Desideroso di elaborare il dolore e il lutto per trarne saggezza.

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1 commento:

Francesca ha detto...

Ognuno ha i suoi tempi, abbi pazienza.

IL CAMMINO DELL'UOMO

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