2019, 26 dicembre- Roma, Via della Conciliazione |
Un dono di cui non avevamo coscienza
Questa foto è stata scattata un anno fa, il 26 dicembre 2019, pochi mesi prima del lockdown. Si camminava per strada senza obbligo di distanziamento, senza mascherina. Potevamo farlo. Era un dono. Non lo sapevamo. Lo davamo per scontato. Per dato. Non è così. Qualche mese dopo non ci è stato più possibile.
Mi viene da chiedermi: quante cose oggi, un anno dopo, do/diamo per scontate nella nostra vita?
La presenza di quante e quali persone? Di quanti amici? Genitori? Colleghi? Insegnanti? O quali cose diamo per scontate oggi? Quali opportunità? Quali condizioni di salute? Quali possibilità di parlare con le persone? Quali occasioni di aiutare le persone? Di riappacificarsi con le persone?
Un'amica di FB, che non conosco quasi per niente, mi ha scritto in privato dicendomi che era stata invogliata dai miei post a leggere il libro sotto citato e che la stava aiutando. Grazie amica di FB quasi sconosciuta che mi hai dato un feedback fondamentale, perché mi incoraggi a continuare a condividere con chi vuole i pezzi di libri che ho trovato e trovo e troverò utili per la mia crescita.
La foto pubblicata la associo a questo pezzo di libro che trovate sotto a cui do questo titolo:
COSA C'E' NELLA MIA VITA.
LIBRO - FABIO ROSINI, L'arte di ricominciare, 2018 Edizioni San Paolo, Pag. 203
"Ho letto un breve libro scritto da un uomo, Carlo Marongiu [ C. Marongiu, Pensieri di uno spaventapasseri, libro edito dall'autore. Per richieder il volume occorre scrivere a Carlo Marongiu, viale Emilio Lussu, 13, 09070 Narbolia ( OR)], affetto dalla stessa malattia [ la famigerata SLA]. Scritto con la macchina che legge il movimento degli occhi. Si chiama "Pensieri di uno spaventapasseri". Oltre che incredibilmente profondo, fa spesso sorridere, anche per la divertente ironia che sfodera. C'è qualcosa di grandioso in quel libro. E' la storia di un uomo che cerca ciò che c'è e lo trova. E' passato al Regno dei Cieli nel 2008, c'era una folla al suo funerale. Parliamo di una persona che ha lasciato un'eredità di pace, di allegria e di amore alla vita.
C'è un mare di gente sana che di pace e allegria non ne sa niente. Eppure è piena di cose belle.
Il primo assalto all'esercizio che faremo in questo giorno è quello di iniziare a guardare da cima a fondo la nostra vita, e dalla nascita ad oggi ripercorrere i doni. Tanti. Innumerevoli. Di tutti i tipi.
Naturali e soprannaturali.
Con calma, inizio a fare un elenco, da aggiornare costantemente, con in testa la scritta: cosa c'è nella mia vita.
Provare a dirlo, a rileggerlo, a confessarlo, ad ammetterlo. A parlarne con Dio. E se serve anche a chi abbiamo intorno. E iniziare a vedere quel che c'è.
Questo procura luce e innesca una consapevolezza che apre alla gratitudine. Torneremo più avanti su questo esercizio, ma è bello assai scoprire cosa c'è e dargli voce".
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