domenica 27 dicembre 2020

Marinella Geuna - Educazione ed esperienza

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" Ora dunque Israele, ascolta le leggi e le norme che io insegno, perché le mettiate in pratica, perché viviate" ( Dt 4,1) 

" Non basta che il giovane senta presente a sé l'annuncio ideale: occorre che renda presente se stesso al valore ideale, " facendolo". La parola continuamente annunciata dall'educatore - in modo ora esplicito, ora implicito - diventa ispiratrice consapevole di vita, paradigma consapevole di azione. " Facendo la verità nella carità" ( Ef 4,15).

L'educatore odierno pecca solitamente di superficialità ed astrattezza; educare significa troppo spesso semplicemente chiarire delle idee. Ma una volta che le ragioni sono davanti agli occhi resta ancora molto da fare, perché tali ragioni sono astratte, estranee; sono  ancora suoni e parole. Occorre allora un intervento dell'energia, della libertà.

Con questa energia posso far aderire tutto il mio essere all'idea e al programma dell'intelligenza. In un primo momento, questa energia parrà unire insieme le due parti dall'esterno, ma , se essa saprà continuare, lentamente l'dea proposta diverrà " carne e sangue" [...].

Perciò, per aiutare l'avvenimento della convinzione, un'educazione deve da una parte proporre chiaramente un unitario senso delle cose, e dall'altra instancabilmente spingere il giovane a confrontare con quel criterio ogni incontro, ad impegnarsi cioè in una personale esperienza, in una verifica esistenziale [...].

La necessità che tutte le esigenze dell'umanità del giovane, che tutti gli incontri che egli compie siano messi a confronto con l'ipotesi educativa, esige delle condizioni.

a) Prima condizione perché l'adolescente possa verificare la sua ipotesi, è che egli sia aiutato ad impegnarsi ideologicamente nel suo ambiente, perché é nell'ambiente che attinge spunti, sollecitazioni ed alimentazione la trama di esperienze intime ed esteriori del ragazzo stesso, e quindi è soprattutto nell'impegno con l'ambiente che diverrà chiara la validità dell'educazione data [...].

b) La reale dipendenza da un senso totale delle cose esige psicologicamente che la nell'ambiente non sia compiuta in un modo solitario ( e perciò indipendente e " astratto") dal giovane.  Occorre che il suo modo di affrontare tutte le realtà sia vissuto comunitariamente [...].

c) Altra condizione di una verifica educativa, in certo modo conseguenza delle altre due, è l'uso del tempo libero [...]. Un'educazione incapace di affascinare il giovane nel suo tempo libero ( o, peggio, un'educazione che si riduca a sperare di potere, non si sa come, invogliare il giovane all'ideale, avallando un uso del tempo livero che non ponga in primissimo piano l'impegno coraggioso con l'ideale stesso). certamente angusta, non adeguata umanamente [...].

Attraverso l'impegno con ideale nel tempo libero, l'adolescente imparerà a perseguire la sua ipotesi anche nel restante tempo,  ove la pressione di necessità ed influenze contingenti rende la cosa più difficile per lui"

Luigi Giussani - Il rischio educativo citato in Marinella Geuna, Dieci passi sulla via dei valori, 2006 , Effatà editrice. Pag. 59

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