Conferenza di Alessandro Barbero ad Aosta tenuta il 25 settembre 2023.
Alessandro Barbero - L'invenzione di San Francesco
Alcuni tratti trascritti:
Per parlare di come è stata costruita nei secoli l'immagine di San Francesco serve capire alcune cose.
Nel 1926 (San Francesco è morto nel 1226) Mussolini è al potere da quattro anni e il suo governo è diventato, ormai è chiaro, una vera e propria dittatura. Sono 700 anni dalla morte del santo, Franco Paladino per la sua collana intitolata Mussolinia, biblioteca di coltura fascista, commissiona a don Paolo Ardali un volumetto intitolato San Francesco e Mussolini.
Mussolini nelle cerimonie non aveva mancato di esternare la sua ammirazione per questo grande italiano e l'autore del volumetto si adopera per dimostrare "lo spirito francescano del grande Uomo". Il grande Uomo con la u maiuscola. Un accostamento che può sembrare sorprendente, ma don Arnali non aveva il minimo dubbio.
Altra citazione: "Oh quanto spirito francescano c'è nella vita di Mussolini". Cosa trova di spirito francescano nella vita di Mussolini don Arnali nel 1926? In esergo mette una citazione dei fioretti di San Francesco. Disse frate Masseo:"Dico perché a te tutto il mondo viene dietro? E ogni persona pare che desideri di vederti, e di udirti, e di ubbidirti". Questo è il primo parallelo che don Arnali vede tra Francesco e Mussolini. Tutti vogliono conoscerlo. Il seguito è all'altezza della premessa. Quando vennero costruite le mura di Assisi in difesa della libertà comunale, forse Francesco era tra i più volenterosi. Forse vuol dire, in gergo, che me lo sto completamente inventando. Anche Mussolini. Mussolini conobbe in Svizzera le fatiche del lavoro manuale. Porto sulle spalle i mattoni.
Francesco ha combattuto in guerra. Per don Arnali è importantissimo. Mussolini ha combattuto in guerra il quale, soldato fra i soldati, semplice e umile, visse in mezzo a loro come San Francesco.
E così via...
51.30 Abbiamo un nuovo testamento? Ma andate a venderlo e diamolo in elemosina alla nostra mamma e credo che a Dio e alla madonna piacerà più che non se state lì a leggerlo. L'epitome della ricchezza ovviamente è il denaro. Nei confronti del denaro San Francesco sviluppa un atteggiamento di fobia. Come si vede in quel caso in cui un fedele arriva nella chiesetta e lascia un'offerta sotto il crocefisso. Uno dei frati, senza tanto pensarci, vede i denari, li raccoglie e li mette al sicuro sul davanzale della finestra. Vanno a dirlo a San Francesco. "Quello lì ha toccato i soldi". San Francesco lo convoca. Gli fa l'intemerata della sua vita: "I soldi sono la cosa più sporca che ci sia, non si toccano. Adesso vai dentro. Stai dentro? Adesso li prendi con la bocca. E adesso vai fuori, lì c'è una merda d'asino lì per terra. Adesso ti inginocchi e con la bocca metti le monete sulla merda d'asino". E il frate, naturalmente obbedisce. Era così Francesco? I vecchi veramente dicono che sì, era così Francesco. Loro si ricordano queste cose. E al tempo stesso si ricordano di un uomo che, giustamente, ogni tanto sbagliava, e ogni tanto si vergognava di quello che aveva fatto. E ogni tanto si pentiva di quello che aveva fatto.
Come di quella volta della storia del lebbroso. Non quello famoso. Non quello del bacio, quello dell'altro lebbroso. voi sapete che nel Medio evo la lebbra era molto diffusa...
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