Papà stesso mi aveva insegnato questa tecnica al funerale di mio nonno, il padre di mia madre, per invocare la forza del Signore nel momento duro della chiusura della bara.
Così martedì 20 aprile, mentre le persone delle pompe funebri chiudevano la bara di papà, io e i miei familiari eravamo lì davanti a cantare questo salmo. E siamo stati tutti sereni in quel momento.
E' un salmo che dà una forza enorme. E il canto lo rende ancora più potente.
Era uno dei salmi che papà canticchiava e che abbiamo scelto come frase per il ricordino e per la lapide.
Quando quel martedì ho cantato questo salmo ho capito che ogni volta che avrei nominato, letto e maggior ragione cantato quel salmo sarebbe stato automatico per me andare con la memoria a papà e a quel momento importantissimo.
E mentre cantavo avevo davanti la roccia dell'agonia e avevo davanti papà.
Avevo anche le parole del salmo che con la loro forza benefica mi aiutavano ad appoggiarmi al Signore...
Sia fatta la tua volontà Signore. Ho detto io oggi.
Questo episodio del vangelo papà ce l'ha avuto sempre ben chiaro durante i suoi sei mesi di malattia. Gli sarebbe piaciuto guarire. Sperava, sperava, sperava con tutte le forze di poter guarire se il Signore glielo avesse concesso. Voleva vivere almeno altri dieci anni. Sentiva di avere la testa e le energie, almeno fino a che la malattia non lo ha indebolito. Però, lo ha detto spesso anche negli ultimi giorni di vita, "...se il Signore non mi fa guarire, va bene così!".
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Dentro l'edicola dell'Ascensione sul Monte degli Ulivi. |
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Conoscenza con suore argentine |
Commento di don Vito:
Se Gesù è ardendo al cielo non è qui. Non è una cosa fisica.
E' un modo nuovo di essere. Prima era con un corpo materiale, ora è un corpo "spiritualizzato". Altrimenti non potrebbe essere qui e là. C'è un posto dove è presente tutto l'amore di Dio, la contemplazione di Dio.
Gesù stesso dice che dopo quaranta giorni non lo avrebbero più visto.
Può apparire a qualcuno e quella è un'altra cosa.
Come se dicesse: "Io ho fatto la mia missione, adesso tocca a voi!"
Ho chiamato voi e ora mando voi.
Ogni cristiano ha un tesoro che è il Regno di Dio, oppure alternativamente puoi essere un cristiano che vivi come un ateo, un agnostico. Però a quel punto non sei più luce, non puoi più aiutare nessuno.
L'Ascensione i Gesù al cielo è una missione per tutti noi.
Possiamo essere luce se lui è con noi e noi con lui, se abbiamo lo Spirito Santo.
I santi hanno fatto tanto con lo Spirito Santo.
Noi possiamo fare qualcosa. Ognuno nella sua vita quotidiana è chiamato ad essere santo.
Chi è il successore di Gesù?
"Nella sua vita terrena Gesù, come tutti noi, era legato alle condizioni esterne dell’esistenza corporea: a un determinato luogo e a un determinato tempo. La corporeità pone dei limiti alla nostra esistenza. Non possiamo essere contemporaneamente in due luoghi diversi. Il nostro tempo è destinato a finire. E tra l’io e il tu c’è il muro dell’alterità. Certo, nell’amore possiamo in qualche modo entrare nell’esistenza dell’altro. Rimane, tuttavia, la barriera invalicabile dell’essere diversi. Gesù, invece, che ora mediante l’atto dell’amore è totalmente trasformato, è libero da tali barriere e limiti. Egli è in grado di passare non solo attraverso le porte esteriori chiuse, come ci raccontano i Vangeli (cfr Gv 20, 19). Può passare attraverso la porta interiore tra l’io e il tu, la porta chiusa tra l’ieri e l’oggi, tra il passato ed il domani"
Ancora un testo di Cirillo di Gerusalemme ( che poi copierò)
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L'edicola vista da fuori |
Ore 12:00 Chiesa del Padre Nostro
Dalla chiesa dell'Ascensione a quella del Padre Nostro sono poco più di 100 mt. Li facciamo a piedi.
Si tratta di una zona in cui ci sono i resti della basilica bizantina dell'Eleona ( che significa oliveto) costruita da Costantino nel 334.
L'attuale complesso comprende la chiesa dedicata al S. Cuore, il convento delle Carmelitane di clausura e il chiostro del Padre Nostro con annessa la mistica grotta. Noi abbiamo visitato il chiostro e la grotta.
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Quanto rimane della Basilica bizantina dell'Eleona |
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Quanto rimane della basilica bizantina dell'Eleona |
Lettura
Matteo 5, 5-15
5E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. 6Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. 7Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. 8Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
9Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
10venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
11Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
12e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
13e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
14Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; 15ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.
Dal libretto ( a volte cfr) di don Vito ( Pag. 64) e dalla Guida Bibblica e turistica della Terra Santa ( Pag. 236) i testi che seguono...
E' una delle tre grotte mistiche: le altre sono quella di Betlemme e quella del Santo Sepolcro.
Luca 21 dice: "Di giorno pregava nel tempio, ma la notte si ritirava sul monte degli ulivi".
Nel 300 dC Eusebio di Cesarea scrive:
"I tre luoghi che si gloriano di possedere una grotta mistica furono dotati da Costantino di un edificio sontuoso. Fu Elena a far costruire una chiesa sulla grotta del Monte degli Ulivi, dove la storia attesta che il Sslvatore avesse dimorato e iniziato i discepoli ai misteri nascosti".
(Il Padre Nostro inizialmente era un mistero, come anche il Credo, riservato solo ai battezzati).
Eteria dice che il vescovo vi portava per tutto l'ottavario di Pasqua i neobattezzati. ( Aggiungo io che l'ottava di Pasqua è una delle celebrazioni liturgiche meno note nella Chiesa cattolica. Include la Domenica di Pasqua e i sette giorni seguenti, culminando nella celebrazione della Domenica della Divina Misericordia, nota anche come Seconda Domenica di Pasqua, ma credo che qui don Vito si riferisce con il termine ottavario alla settimana precedente la Pasqua). Il martedì santo si leggeva il discorso escatologico (Matteo 24, 1-3) . Il giovedì santo, il discorso dell'ultima cena.
Nel 334 Costantino costruita la Chiesa dell'Eleona sul luogo del discorso escatologico e, secondo una tradizione, del Credo degli apostoli. Fu intitolata "Chiesa dei discepoli e dell'Ascensione".
Nel 614 distrutto dai persiani e ricostuito e poi di nuovo distrutto da Al-Hakem.
I Crociati vi ricostruiscono la Chiesa del Padre Nostro.
1870 la principiasse di La Tour d'Auvergne comprò il terreno, riscoprì il sito dell'Elena, costruì il Carmelo e dono alla Francia.
Sembra che all'epoca bizantina (313 dC con la libertà di culto concessa ai cristiani da Costantino -638 dC quando il califfo Omar conquista Gerusalemme) la zona attorno alla Basilica e alla grotta fosse un luogo destinato alla sepoltura delle persone più ragguardevoli; presso questa chiesa fu sepolto San Cirillo, vescovo di Gerusalemme ( morto nel 386 dC).
Una tradizione medioevale riunisce qui i 12 apostoli per formulare i 12 articoli del Credo. Da questa tradizione deriva il nome grotta del padre Nostro e del Credo.
Il chiostro è affidato alle suore carmelitane e sulle sue mura il Padre Nostro è scritto in oltre 150 lingue.
Evento qui ricordato:
- Gesù ci fa il grande dono del Padre: il suo stesso Padre. FFacendosi uomo vi fa figli: prova a dire "papà" e fermati prima di continuare.
- Avevamo perso il Padre:
come Adamo che ascolta ili serpente... si ritrova senza padre, entra la paura, si accorgono di essere nudi. Chi sei tu senza Padre? Dio cerca i suoi figli e non ne trova! 'hanno ripudiato! Ed Egide prga noi figli già di quanto noi preghiamo Lui: li supplica di lascassi amare e salvare. L'uomo nella sua autosufficienza si autodistrugge, diventa orfano, tremendamente solo: cerca l'auto-gratificazione.
Come il figlio prodigo, ha nostalgia del Padre da cui riconosce di essere stato amato.
"
Il Padre vostro celeste sa di che cosa avete bisogno..." (
Mt 6,7-15)
In chi tu poni la fiducia? Sul biglietto da cento dollari c'è scritto: "In God we trust".
Anche noi alzeremo le mani al cielo per pregare il Padre Nostro, ma non siano piene di sangue! Dio è dalla parte dell'oppresso. Sempre. Sui centurioni nazisti c'era scritto: "Dio è con noi".
- Non abbandonarci alla tentazione... ( questo vuol dire che...) sarai sempre tentato.
- Chiedi il Regno di Dio, ( quando diciamo venga il tuo regno) ma non serve se tu non lavori per esso: se non siamo disposti all'opera, la preghiera è evasione, perverso dimissionare.
Cristo dà il suo sangue per ciò che prega.
"Anzitutto dobbiamo benedire Dio Padre perché – così scrive san Paolo - Egli «ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità» (v. 4). Ciò che ci fa santi e immacolati è la carità. Dio ci ha chiamati allÂ’esistenza, alla santità. E questa scelta precede persino la creazione del mondo. Da sempre siamo nel suo disegno, nel suo pensiero. Con il profeta Geremia possiamo affermare anche noi che prima di formarci nel grembo della nostra madre Lui ci ha già conosciuti (cfr Ger 1,5); e conoscendoci ci ha amati. La vocazione alla santità, cioè alla comunione con Dio appartiene al disegno eterno di questo Dio, un disegno che si estende nella storia e comprende tutti gli uomini e le donne del mondo, perché è una chiamata universale. Dio non esclude nessuno, il suo progetto è solo di amore. San Giovanni Crisostomo afferma: «Dio stesso ci ha resi santi, ma noi siamo chiamati a rimanere santi. Santo è colui che vive nella fede» (Omelie sulla Lettera agli Efesini, 1,1,4)"
...
"L'Apostolo sottolinea la gratuità di questo meraviglioso disegno di Dio sullÂ’umanità. Dio ci sceglie non perché siamo buoni noi, ma perché è buono Lui".
Matteo 24, 1-3 ( ma poi il discorso escatologico continua con tutto il capitolo 24)
1 Mentre Gesù, uscito dal tempio, se ne andava, gli si avvicinarono i suoi discepoli per fargli osservare le costruzioni del tempio. 2Egli disse loro: «Non vedete tutte queste cose? In verità io vi dico: non sarà lasciata qui pietra su pietra che non sarà distrutta».
3Al monte degli Ulivi poi, sedutosi, i discepoli gli si avvicinarono e, in disparte, gli dissero: «Di' a noi quando accadranno queste cose e quale sarà il segno della tua venuta e della fine del mondo».
Don Vito:
- Non si può alzare le mani al cielo e dire Padre Nostro con le mani sporche del sangue del fratello.
Preghiamo il Padre Nostro
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La grotta mistica del Padre Nostro che qui abbiamo pregato. |
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Pregando il Padre Nostro |
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Il portico con accanto alcune versioni del Padre Nostro nelle varie lingue |
Pranzo:
Un shawuorma, che noi chiamiamo Kebab, in un locale sul monte degli Ulivi. Dove il cameriere era la stessa persona che due ore prima vendeva gadget religiosi presso l'edicola della Ascensione.
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Il Kebabbaro |
13: 15 - Punto panoramico sul Monte degli ulivi
Seguono una serie di indicazioni di don Vito sui vari palazzi, sulle mura, sulle porte, sulle piazze, sulle chiese, sulle cupole, sui minareti che si vedono all'orizzonte. E' una meraviglia per gli occhi. Ad uno sguardo allenato tutto parla di storia, di uomini, di guerre, di pace, di episodi biblici ed evangelici.
Come quando si sta in cima ad una vetta delle Dolomiti e se si va con chi le conosce senti che ti spiega tutte le altre vette che si vedono intorno.
Letture:
LA NUOVA GERUSALEMME
Cielo nuovo e terra nuova
1 E vidi un cielo nuovo e una terra nuova: il cielo e la terra di prima infatti erano scomparsi e il mare non c'era più. 2E vidi anche la città santa, la Gerusalemme nuova, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. 3Udii allora una voce potente, che veniva dal trono e diceva:
«Ecco la tenda di Dio con gli uomini!
Egli abiterà con loro
ed essi saranno suoi popoli
ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio.
4E asciugherà ogni lacrima dai loro occhi
e non vi sarà più la morte
né lutto né lamento né affanno,
perché le cose di prima sono passate».
5E Colui che sedeva sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose». E soggiunse: «Scrivi, perché queste parole sono certe e vere». 6E mi disse:
«Ecco, sono compiute!
Io sono l'Alfa e l'Omèga,
il Principio e la Fine.
A colui che ha sete
io darò gratuitamente da bere
alla fonte dell'acqua della vita.
7Chi sarà vincitore erediterà questi beni;
io sarò suo Dio ed egli sarà mio figlio.
8Ma per i vili e gli increduli, gli abietti e gli omicidi, gli immorali, i maghi, gli idolatri e per tutti i mentitori è riservato lo stagno ardente di fuoco e di zolfo. Questa è la seconda morte».
La città santa
9Poi venne uno dei sette angeli, che hanno le sette coppe piene degli ultimi sette flagelli, e mi parlò: «Vieni, ti mostrerò la promessa sposa, la sposa dell'Agnello». 10L'angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande e alto, e mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scende dal cielo, da Dio, risplendente della gloria di Dio. 11Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima, come pietra di diaspro cristallino. 12È cinta da grandi e alte mura con dodici porte: sopra queste porte stanno dodici angeli e nomi scritti, i nomi delle dodici tribù dei figli d'Israele. 13A oriente tre porte, a settentrione tre porte, a mezzogiorno tre porte e a occidente tre porte. 14Le mura della città poggiano su dodici basamenti, sopra i quali sono i dodici nomi dei dodici apostoli dell'Agnello.
15Colui che mi parlava aveva come misura una canna d'oro per misurare la città, le sue porte e le sue mura. 16La città è a forma di quadrato: la sua lunghezza è uguale alla larghezza. L'angelo misurò la città con la canna: sono dodicimila stadi; la lunghezza, la larghezza e l'altezza sono uguali. 17Ne misurò anche le mura: sono alte centoquarantaquattro braccia, secondo la misura in uso tra gli uomini adoperata dall'angelo. 18Le mura sono costruite con diaspro e la città è di oro puro, simile a terso cristallo. 19I basamenti delle mura della città sono adorni di ogni specie di pietre preziose. Il primo basamento è di diaspro, il secondo di zaffìro, il terzo di calcedònio, il quarto di smeraldo, 20il quinto di sardònice, il sesto di cornalina, il settimo di crisòlito, l'ottavo di berillo, il nono di topazio, il decimo di crisopazio, l'undicesimo di giacinto, il dodicesimo di ametista. 21E le dodici porte sono dodici perle; ciascuna porta era formata da una sola perla. E la piazza della città è di oro puro, come cristallo trasparente.
22In essa non vidi alcun tempio:
il Signore Dio, l'Onnipotente, e l'Agnello
sono il suo tempio.
23La città non ha bisogno della luce del sole,
né della luce della luna:
la gloria di Dio la illumina
e la sua lampada è l'Agnello.
24Le nazioni cammineranno alla sua luce,
e i re della terra a lei porteranno il loro splendore.
25Le sue porte non si chiuderanno mai durante il giorno,
perché non vi sarà più notte.
26E porteranno a lei la gloria e l'onore delle nazioni.
27Non entrerà in essa nulla d'impuro,
né chi commette orrori o falsità,
ma solo quelli che sono scritti
nel libro della vita dell'Agnello.
Commento di don Vito:
C'è una Gerusalemme dove non tramonta mai il sole.
Tutti noi, nella vita, andiamo in pellegrinaggio a questa Gerusalemme.
E' la Gerusalemme celeste.
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La spianata del tempio con la cupola d'oro della Moschea di Omar |
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Il gruppo di pellegrini si dispone per ascoltare don Vito e guardare, dietro di lui, Gerusalemme. |
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Cupola d'oro della Moschea di Omar, costruita dai musulmani sulle rovine di quello che fu il Tempio di Gerusalemme costruito da Erode il Grande costruito a cavallo del I secolo e distrutto dall'imperatore romano Tito nel 70 dC. |
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Don Vito Vacca che ha messo a disposizione tutta la sua pluridecennale esperienza e la sua entusiasta passione per la Terra del Santo, la conoscenza delle Scritture, l'elegante tratto umano, la conoscenza impeccabile delle lingue e il suo folle amore per il Vangelo e per tutti noi verso i quali ha mostrato una cura paterna. A lui il nostro sentitissimo ringraziamento, unito al ringraziamento al Signore che ci ha permesso di seguire don Vito in questa proposta di pellegrinaggio. |
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Le mura orientali della città, verso il lato Nord |
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Pendici del monte Sion |
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Il monte Sion con la Chiesa del Gallicantu |
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Cimitero musulmano |
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Il lato sud del muro orientale e il muro che guarda verso Sud si incontrano in uno spigolo all'angolo Sud-Est della costruzione del Tempio. Questo spigolo è noto come il pinnacolo (spigolo appunto) del Tempio. E' ricordato nel racconto delle tentazioni messianiche di Gesù e anche come il luogo del martirio di San Giacomo, il Minore, primo vescovo di Gerusalemme. |
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Il monte Sion con in cima la chiesa della Dormizione di Maria. |
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La Valle della Genna |
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La collina su cui è costruita la Casa Mamre |
Ore 14:30 - Punto panoramico sul monte Sion -
Scatto delle foto da est a ovest. Sono scatti consecutivi che seguono il percorso della Valle della Genna che piano piano scende da est a ovest per congiungersi con la valle del Cedron.
Se si clicca sulle foto si ingrandiscono e si possono vedere in sequenza una dopo l'altra sullo schermo intero così da poter vedere le foto come seguendo il declinare delle colline con lo sguardo in presenza.
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Valle della Genna da Est a Ovest verso il punto di Confluenza con la valle del Cedron - 1 |
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Valle della Genna da Est a Ovest verso il punto di Confluenza con la valle del Cedron - 2 |
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Valle della Genna da Est a Ovest verso il punto di Confluenza con la valle del Cedron - 3 |
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Valle della Genna da Est a Ovest verso il punto di Confluenza con la valle del Cedron - 4 |
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Valle della Genna da Est a Ovest verso il punto di Confluenza con la valle del Cedron - 5 |
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Valle della Genna da Est a Ovest verso il punto di Confluenza con la valle del Cedron - 6 |
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Valle della Genna da Est a Ovest verso il punto di Confluenza con la valle del Cedron - 7 |
Ho poi scattato un'altra sequenza di fotografie dal punto di congiunzione delle due valli, della Genna e del Cedron, da Sud a Nord arrivano al Monte degli Ulivi e poi andando ancora più a Nord al Monte Scopus che è il monte più a Nord di Gerusalemme.
( Se clicchi su una foto, questa occupa l'intero schermo e poi con le frecce puoi spostarti a destra e sinistra per apprezzare le foto in sequenza)
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Dalla confluenza della Valle della Genna con la Valle del Cedron risalendo da sud a Nord verso il Monte del Ulivi e poi verso il Monte Scopus - 1 |
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Dalla confluenza della Valle della Genna con la Valle del Cedron risalendo da sud a Nord verso il Monte del Ulivi e poi verso il Monte Scopus - 2 |
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Dalla confluenza della Valle della Genna con la Valle del Cedron risalendo da sud a Nord verso il Monte del Ulivi e poi verso il Monte Scopus - 3 |
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Dalla confluenza della Valle della Genna con la Valle del Cedron risalendo da sud a Nord verso il Monte del Ulivi e poi verso il Monte Scopus - 4 |
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Dalla confluenza della Valle della Genna con la Valle del Cedron risalendo da sud a Nord verso il Monte del Ulivi e poi verso il Monte Scopus - 5 |
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Dalla confluenza della Valle della Genna con la Valle del Cedron risalendo da sud a Nord verso il Monte del Ulivi e poi verso il Monte Scopus - 6 |
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Dalla confluenza della Valle della Genna con la Valle del Cedron risalendo da sud a Nord verso il Monte del Ulivi e poi verso il Monte Scopus - 7 |
Dal libretto di don Vito ( pagina 86)
Il Monte Scopus, per chi viene da Nord, è come il belvedere di Gerusalemme: vi si affacciò il re Nabucodonosor, Tito, Goffredo di Buglione. La prima vista di Gerusalemme era causa di grande esultanza, il monte della gioia per i pellegrini dopo mesi di stenti, come lo era Monte Mario per i Romei o Navi Samuil per chi veniva a Gerusalemme da sud.
Ore 14:50 - Chiesa del Gallicantu -
Letture:
Marco 14, 53-54.66-72
Gesù davanti al tribunale ebraico
53Condussero Gesù dal sommo sacerdote, e là si riunirono tutti i capi dei sacerdoti, gli anziani e gli scribi. 54Pietro lo aveva seguito da lontano, fin dentro il cortile del palazzo del sommo sacerdote, e se ne stava seduto tra i servi, scaldandosi al fuoco.55I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano. 56Molti infatti testimoniavano il falso contro di lui e le loro testimonianze non erano concordi. 57Alcuni si alzarono a testimoniare il falso contro di lui, dicendo: 58«Lo abbiamo udito mentre diceva: «Io distruggerò questo tempio, fatto da mani d'uomo, e in tre giorni ne costruirò un altro, non fatto da mani d'uomo»». 59Ma nemmeno così la loro testimonianza era concorde. 60Il sommo sacerdote, alzatosi in mezzo all'assemblea, interrogò Gesù dicendo: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». 61Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: «Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?». 62Gesù rispose: «Io lo sono!
E vedrete il Figlio dell'uomo
seduto alla destra della Potenza
e venire con le nubi del cielo».
63Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: «Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? 64Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». Tutti sentenziarono che era reo di morte.
65Alcuni si misero a sputargli addosso, a bendargli il volto, a percuoterlo e a dirgli: «Fa' il profeta!». E i servi lo schiaffeggiavano.
Pietro rinnega Gesù
66Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una delle giovani serve del sommo sacerdote 67e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo guardò in faccia e gli disse: «Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù». 68Ma egli negò, dicendo: «Non so e non capisco che cosa dici». Poi uscì fuori verso l'ingresso e un gallo cantò. 69E la serva, vedendolo, ricominciò a dire ai presenti: «Costui è uno di loro». 70Ma egli di nuovo negava. Poco dopo i presenti dicevano di nuovo a Pietro: «È vero, tu certo sei uno di loro; infatti sei Galileo». 71Ma egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quest'uomo di cui parlate». 72E subito, per la seconda volta, un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola che Gesù gli aveva detto: «Prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai». E scoppiò in pianto.
( Dalla Guida Turistica e bibblica della Terra Santa. Pagina 259)
Si suppone che la chiesa sorga nei presso del luogo dove era la casa di Caifa, dove Gesù fu condotto subito dopo il suo arresto. Essa è tenuta dai padri Assunzionisti i quali hanno compiuto anche lavori di ricerca portando alla luce le parti del quartiere erodiamo e romano racchiuse nelle loro proprietà.
...
Al tempio di Gesù, l'attuale Sion era il quartiere residenziale della città e il luogo dove sorge la chiesa, era appunto collegato con tale quartiere. Non è improbabile che qui vi fossero le dipendenze dei palazzi vicini. Questa supposizione dà attendibilità alla tradizione che localizza qui il pianto di Pietro presso una casa di Caifa, il cui palazzo sorgeva nella zona residenziale.
All'epoca bizantina ( 313-614 dC) sul luogo vi era una chiesa dedicata alle lacrime di pentimento versate da Pietro dopo il suo tradimento. Furono rinvenuti resti di mosaici appartenenti alla chiesa e all'annesso monastero. Nel sec. XII ( periodo Crociato) vi sorgeva una chiesa denominata S. Pietro in Gallicantu.
Nei dintorni della chiesa furono rinvenute ceramiche, grotte, macine e soprattutto una lunga scalinata di epoca romana che dal quartiere alto della città scendeva alla città bassa, verso la Valle del Cedron.
La scalinata esisteva già all'epoca di Cristo; è bello pensare che su di essa sia passato Gesù la sera del giovedì santo, dopo l'ultima cena, quando con i suoi apostoli scende verso l'orto del Getsemani.
E' veramente una scala santa che i pellegrini percorrono con fede e pietà, uniti spiritualmente al Maestro che si avviava, su questa scala, verso la sua ora.
Dal libro di don Vito ( Pag. 77)
Gli assunzionisti hanno ricostruito la chiesa nuova su quella antica del VI sec. e su quella dei Crociati del XII sec. detta appunto di San Pietro.
Ci sono tre livelli con in basso la grotta-prigione nella quale Gesù passo la notte della passione.
E' bello soffermarsi sulla porta di entrata.
Dall'opuscolo per i pellegrini preso nella chiesa
Guardando i mosaici della Chiesa è possibile fare un percorso nelle ultime ore di Gesù, nella coscienza di Pietro. Si tratta di una visita orante. E' piuttosto lungo da leggere. Prendetevi del tempo in un momento di pace e fate insieme a me questo percorso.
Si parte dal portone.
Durante l'ultima cena, Gesù annunzia il triplice rinnegamento di Pietro. Pietro disse:"Signore co te sono pronto ad andare anche in prigione e alla morte" Gesù gli rispose"Pietro, io ti dico: oggi il gallo non canterà prima che tu, per tre volte, abbia negato di conoscermi. ( Luca 22, 33-34)
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Porta di entrata in bronzo alla chiesa di S. Pietro in Gallicantu. |
Sopra l'architrave della porta vi è inciso il Salmo 121, versetto 8, cantato durante i pellegrinaggi e non solo:"Il Signore veglia su di te, quando esci e quando entri"
Poi soffermarsi a contemplare la prima chiesa, quella del livello superiore.
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Veduta dal fondo della Chiesa.
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Coro
Nel coro vediamo il mosaico di Gesù interrogato.
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Coro: Gesù interrogato e condannato a morte
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Cupola con la sua grande vetrata
Nel momento in cui è interrogato e giudicato Gesù sostanzialmente dice che lui verrà come giudice di tutta l'umanità.
Matteo 19, 28-29
28E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d'Israele. 29Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna.
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Gesù tornerà a giudicare che significa "salvare" tutta l'umanità |
Come Pietro pentito sono mostrati in esempio alcuni celebri penitenti.
Abside di sinistra:
San Disma, il buon ladrone del Calvario. S. Doziteo, giovane mondano del 5° secolo convertito al Getsemani si ritirò in un convento presso Gaza. San Guido l'eremita duca di Aquitania e persecutore della Chiesa: convertito da S. Bernardo venne a Gerusalemme per 9 anni di penitenza.: Morì in Italia l'11 febbraio del 1157.
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Abside di sinistra: San Disma, san Doziteo, San Guido l'eremita
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Commento di don Vito durante la visita:
San Disma, il buon ladrone.
In quel momento di croce gli apostoli si disperdono.
Ikona della piccola abside di sinistra
Professione di fede di Pietro dopo il discorso di Gesù sul Pane di Vita.
Giovanni 6,66-69
66Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui.
La confessione di Pietro
67Disse allora Gesù ai Dodici: «Forse anche voi volete andarvene?». 68Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; 69noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».
Signore Gesù anche noi crediamo che tu solo hai parole di vita eterna
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Ikona della piccola abside di sinistra "Signore da chi andremo..." ( Giovanni 6, 68-69) |
Abside di destra
Commento di don Vito:
- Maria Maddalena.
- Santa Maria l'egiziaca. Era una prostituta. Dall'Egitto arriva con una nave per visitare il Santo Sepolcro. Tutti entrano nel Santo Sepolcro. Lei si era imbarcata con gli altri pellegrini probabilmente con pensieri non troppo buoni. Fà per entrare con loro, ma non riesce, qualcosa glielo impedisce e lei non riesce ad entrare nel Santo Sepolcro. Niente. Dopo varie prove fallite, pensa. Ci pensa.
Scoppia a piangere. Si converte e dopo questo pianto entra nel Santo Sepolcro.
- I peccatori che si convertono sul serio sono molto più bravi di noi.
- Anche Pietro è uno che ha rinnegato tre volte.
- tutti i peccatori possono trovare perdono, grazia e comprensione.
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Abside di destra: Maria Maddalena, S. Maria l'egiziaca, Santa Pelagia
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Dall'opuscolo per pellegrini preso nella chiesa
La peccatrice S. Maria Maddalena che pianse i suoi peccati ai piedi di Gesù ( Luca 7,38). S. Maria l'egiziaca morta nel 421, che fece 47 anni di penitenza dopo una vita dissoluta e S. Pelagia, cortigiana convertita, morta nel 460, che si ritirò sul Monte degli Ulivi dove fece penitenza per 4 anni sotto il nome del monaco Pelagio.
Mosaico di sinistra
Voltatosi Gesù guardò Pietro. Uno sguardo che lo salvò dalla disperazione e dal pentimento. Pensiamo alla disperazione di Giuda che Gesù aveva chiamato al Getzemani:
Matteo 27, 3-5
3Allora Giuda - colui che lo tradì -, vedendo che Gesù era stato condannato, preso dal rimorso, riportò le trenta monete d'argento ai capi dei sacerdoti e agli anziani, 4dicendo: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente». Ma quelli dissero: «A noi che importa? Pensaci tu!». 5Egli allora, gettate le monete d'argento nel tempio, si allontanò e andò a impiccarsi.
Sull'opuscolo per pellegrini suggerisce questa preghiera:
Signore fammi passare dal rimorso al pentimento. Posa su di me uno sguardo di misericordia, non di rigetto o indifferenza. Che io non cerchi di farmi giustizia, ma che mi rimetta alla tua, che è perdono. Aiutami a non giudicare e condannare i peccatori, perché anche io non sia giudicato.
Pietro principe degli apostoli, vestito da Papa come è rappresentato in S. Pietro a Roma.
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Mosaico di sinistra - Voltandosi Gesù guardò Pietro. |
Ore 15:00 - Gallicantu cappella inferiore
( Dalla Guida Turistica e bibblica della Terra Santa. Pagina 259)
( Dal libretto di don Vito pag. 77)
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Chiesa del Gallicantu - Cappella inferiore |
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Le rocce su cui è costruita la chiesa |
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Un pozzo permette uno sguardo dall'alto sui livelli inferiori |
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Don Vito Vacca spiega le icone |
Nell'abside di sinistra
Ikona del tradimento di Pietro, con riferimento alla frase: "Non lo conosco!" (Luca 22,37)
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Il tradimento di Pietro |
Abside centrale:
Ikona riferita al "Pianse amaramente" ( Luca 22,62)
Contempliamo il piano di Pietro dopo il tradimento.
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Abside centrale: "E uscito fuori pianse amaramente!" |
Abside di destra:
Icona con l'episodio della pesca dei: "153 grossi pesci" e del " Signore su sai tutto, tu sai che ti amo" (Giovanni 21, 17)
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Abside di destra:"Signore tu sai che ti amo!" |
Don Vito ci invita a questo:
Domandasi: "Ma io lo amo veramente Gesù?"
Ore 15:00 Gallicantu prigione di Gesù
(Dal libretto di don Vito Vacca pag. 77)
Nella grotta vediamo i ceppi o anelli per legare il condannato. Qui facciamo memoria non solo del rinnegamento di Pietro e del perdono di Cristo ma anche del rifiuto del figlio di Dio da parte del Sinedrio e la sua discesa nella fossa. La prigione sotto la cripta della chiesa è un luogo commuovente dove dovremmo proclamare gridando e piangendo il Salmo 87 o il Salmo 21.
Leggo le spiegazioni su queste mattonelle e nelle foto ( appena riesco le traduco)
Tutti scendiamo nella grotta e una volta sistemati proclamiamo il Salmo 88
Salmo 88
Preghiera a Dio dal profondo dell'angoscia
1 Canto. Salmo. Dei figli di Core. Al maestro del coro.
Sull'aria di «Macalàt leannòt». Maskil. Di Eman, l'Ezraita.
2 Signore, Dio della mia salvezza,
davanti a te grido giorno e notte.
3 Giunga fino a te la mia preghiera,
tendi l'orecchio alla mia supplica.
4 Io sono sazio di sventure,
la mia vita è sull'orlo degli inferi.
5 Sono annoverato fra quelli che scendono nella fossa,
sono come un uomo ormai senza forze.
6 Sono libero, ma tra i morti,
come gli uccisi stesi nel sepolcro,
dei quali non conservi più il ricordo,
recisi dalla tua mano.
7 Mi hai gettato nella fossa più profonda,
negli abissi tenebrosi.
8 Pesa su di me il tuo furore
e mi opprimi con tutti i tuoi flutti.
9 Hai allontanato da me i miei compagni,
mi hai reso per loro un orrore.
Sono prigioniero senza scampo,
10 si consumano i miei occhi nel patire.
Tutto il giorno ti chiamo, Signore,
verso di te protendo le mie mani.
11 Compi forse prodigi per i morti?
O si alzano le ombre a darti lode?
12 Si narra forse la tua bontà nel sepolcro,
la tua fedeltà nel regno della morte?
13 Si conoscono forse nelle tenebre i tuoi prodigi,
la tua giustizia nella terra dell'oblio?
14 Ma io, Signore, a te grido aiuto
e al mattino viene incontro a te la mia preghiera.
15 Perché, Signore, mi respingi?
Perché mi nascondi il tuo volto?
16 Sin dall'infanzia sono povero e vicino alla morte,
sfinito sotto il peso dei tuoi terrori.
17 Sopra di me è passata la tua collera,
i tuoi spaventi mi hanno annientato,
18 mi circondano come acqua tutto il giorno,
tutti insieme mi avvolgono.
19 Hai allontanato da me amici e conoscenti,
mi fanno compagnia soltanto le tenebre.
Il silenzio che segue parla da sé: non c'è bisogno di grandi spiegazioni. Tutti capiscono l'importanza del luogo in cui ci troviamo.
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Tutti nella cava-prigione. Proclamiamo il Salmo 88 |
Le cisterne all'esterno e le strutture (stalle) scavate nella roccia sono del periodo bizantino ( 313-638 dC).
E' qui che si trova la Scala Santa, cioè un sentiero con gradini del periodo romano ( I sec. aC) che collega il Sion cristiano con la valle del Cedron, che Gesù ha sicuramente percorso dal Getsemani alla casa di Haifa.
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La scala santa perché molto probabilmente percorsa da Gesù la sera del giovedì per andare dal cenacolo al Getsemani |
(Cfr dal libretto di don Vito Vacca Pag. 78)
L'evento:
Il tradimento
Pietro rinnega tre volte Gesù: come Giuda. Alla Chiesa del Primato di Pietro sul lago di Tiberiade si ricorda l'episodio in cui Gesù risorto chiederà a Pietro per tre volte: "Pietro mi ami tu?".
Gesù guarda Pietro dopo il tradimento e lo sguardo di Gesù non gli permette di dubitare del suo amore. Versa lacrime di pentimento e di amore.
Sono rappresentate immagine di peccatori convertiti: come Maria l'egiziaca, la prostituta che tutto il giorno non riesce ad entrare nel S. Sepolcro con gli altri pellegrini fino a quando non scoppia in pianto e si converte: si farà manca presso il Giordano.
Si vive la prigionia e l'esperienza della fossa della morte.
La conversione
Pietro che fa affidamento sulle proprie risorse ha fallito in tutto, e ritrova solo nella misericordia di Cristo il riposo e la pace. Sarà Santo per questo!
Diceva un convertito, Oscar Wilde, che "la chiesa anglicana ( aggiunge don Vito che è lo stesso per la chiesa cattolica) è per i santi e i peccatori; per le brave persone va bene qualsiasi Chiesa!"
Diceva Sant Agostino ( altro convertito) che "Siamo fatti per la Felicità. Cioè Dio. E il nostro cuore è inquieto finché non Lo raggiunge. Il convertito è coliche che ha capito questo". Molti si sono convertiti proprio perché avevano provato tutto e si erano accorti di essere vuoti. E' il figlio prodigo che cerca il vero senso della vita e lo trova, perché Dio stesso si fa trovare. Ma è appunto qui il discrimine: se uno con tutto il cuore cerca la Verità, Dio prima o poi lo converte. Se uno, sotto sotto, cerca in realtà se stesso, troverà anche lui quel che cerca: niente.
Quante volte pensiamo di essere convertiti e non lo siamo!
Un padre del deserto sta per morire e diviene splendente. Gli dicono: "Che vedi?" "Vedo i cieli aperti e gli angeli in festa". Poi diviene più splendente. Gli dicono: "E ora che vedi?", "Vedo la madonna nella sua gloria". Poi inizia a muovere le labbra. "Cosa vuoi?" Dice:"Prego la Donna perché mi dia la grazia di vivere ancora su questa terra per iniziare a convertirmi sul serio!"
Don Vito Vacca cita nel suo libretto a pag. 78-79 il seguente testo:
Il tradimento di Pietro e di Giuda: non eravamo degli eroi (tratto dal testo dell'opera teatrale Processo a Gesù di Diego Fabbri)
Pietro (dolorosamente): E' vero: non morimmo... anni lo rinnegammo, chi apertamente, come me, chi con la fuga o rinchiudendosi in casa... Io dissi:"Non lo conosco... non l'ho visto mai... Non sono dei suoi!". Disprezzatemi pure. ma quel che non volete capire e che purtroppo io non riuscirò a farvi intendere, è che si può nello stesso tempo credere e tradire, amare e rinnegare... Si! Si! Ve lo dico io che si può! L'amavo, io, mentre dicevo nel cortile del palazzo di Anna: "Non l'ho mai visto... non lo conosco"... l'amavo sempre!
Davide ( un pò sconvolto): Ma perché allora?
Pietro: Perché? E' così... Senza alcun perché. Eravamo deboli: perché non volete tenere conto di questo: che fummo deboli... tremanti... che avemmo paura. Vili. Dei discepoli vili, d'accordo. Che volete farci se siamo fatti così. Non eravamo degli eroi. Lui lo sapeva. Ci scelse tra la gente comune. Disse: Tu, tu e t - venitemi dietro, seguitemi... così come siete. Si... ed eravamo niente. - Poi vedendo quel che faceva ci gonfiammo un pò. ci pareva di essere anche noi un pò gli autori di quei prodigi, o, per lo meno, dei collaboratori; ci sentivamo appartenente al "gruppo dei fedeli", mk capite? E quando lo vedemmo preso, picchiato, sanguinante, sconfitto... aspettammo da lui il gesto... una luce, una voce che venisse dal cielo e umiliasse i suoi nemici... - ma questo miracolo non venne. Fu allora che ci prese la paura. L'abbandonai. Eppure - dovete credermi- gli volevo ancora bene; credevo che era il messia.
Giuda: Io invece non credevo più a lui. Quando lo consegnai in mano sl Sinedrio, non avevo più alcun dubbio: Gesù di Nazareth non era il messia che aspettavamo; non era lui che avrebbe liberato il nostro popolo. Tutti mi considerano il più mostruoso dei traditori, lo so bene. Ma ci si sbaglia sul mio conto. Non sono stato un volgare traditore: sono stato soltanto un uomo coerente.
Sara: Come? Ripetete!
Giuda: Coerente ho detto. Quando non ebbi più fede in lui, sentii che era mio dovere darlo in mano alla giustizia. E lo feci. Perché se Gesù non era coliche avrebbe liberato il nostro popolo dalla servitù, diventava all'improvviso, ai miei occhi, il più tenace oppositore di questa riscossa...
Sara: io credo che la vera, profonda, sotterranea ragione comune a tutti sia un'altra. - Una ragione che era una speranza, la speranza che questo Gesù che si proclama orgogliosamente Figlio di Dio dimostrasse di esserlo veramente, lì, davanti a tutti, compiendo un miracolo!
Tutti, in fondo, aspettavamo, chiedevamo, volevamo un segno straordinario per poterci gettare in ginocchio e dire finalmente: "Ecco, è veramente il messia!". Tutti lo mettono alla prova!
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