Stiamo purtroppo consumando i giorni che ci separano dalla Pentecoste quindi è un tempo dove ogni giorno c'è una parola particolarmente importante.
Barnaba aveva rifiutato di continuare con Paolo questa missione perché Paolo aveva rifiutato Giovanni, detto Marco, che era il cugino di Barnaba (Col 4,10) che era stato troppo debole nel primo viaggio missionario.
Poi sappiamo appunto che Paolo e Barnaba si separano a causa di questa differenza nel discernimento. Barnaba sparisce però riapparirà Giovanni detto anche Marco perché Paolo alla fine dei suoi giorni scriverà dicendo:"Tutti mi hanno abbandonato, ma è rimasto solo Giovanni detto anche Marco"( cfr Col 4,10-11) il quale è stato accanto a Pietro e ha scritto il vangelo e poi ha sostenuto Paolo.
L'esorcismo sulla donna indovina e il carcere
Quindi per tornare all'episodio, Paolo e Sila fanno un esorcismo nei riguardi di una donna che era posseduta da uno spirito di divinazione (Atti 16,16). E quindi coloro che sfruttavano questa donna venivano coinvolti da questo problema perché la donna non sarebbe più stata l'albero della cuccagna dal quale prendevano i soldi e quindi calunniano Paolo e Sila che vanno a finire in prigione.
In prigione cantavano.
Lì vivono un'altra eucarestia. Un mistero pasquale. Nel carcere, Dio li visita e li libera.
Gli Atti degli Apostoli sono lo spartito dello Spirito Santo
E allora è importate seguire passo passo gli Atti degli Apostoli perché gli Atti degli Apostoli sono il vero spartito dello Spirito Santo.
Per capire come funziona lo Spirito Santo. Lo Spirito Santo, è il nome di quella cosa stranissima, particolare che dovrebbe perfezionarci, per cui spesso sentiamo parlare dei doni dello Spirito che sono sette.
La Chiesa e lo Spirito sono sinonimi
Lo Spirito Santo, in primo luogo, si preoccupa sempre della missione, della Chiesa, della cura dei fratelli, della costruzione di una comunità. Di inventare, di inventare nel cambiamento rapido e repentino della storia dei modi concreti attraverso cui Gesù Cristo si fa presente nella sua Chiesa.
Quindi la Chiesa e lo Spirito e lo Spirito e la Chiesa sono sinonimi.
Impressionano i particolari descritti negli Atti
Ora quello che emoziona di questi testi non sono solamente i particolari che, se noi dovessimo spiegarli attraverso i testi, sarebbero una grande sorgente di spiritualità. La nostra conoscenza dello Spirito Santo nasce dai racconti di questi fatti, non nasce dai trattati successivi della Scolastica, della Teologia Spirituale, ma proprio viene fuori così come dalla sorgente più pura, che è quella della Scrittura.
Impressiona il tipo di persone descritte dagli Atti
E sto dicendo questo perché non è solamente la sceneggiatura di un film, quello degli Atti degli Apostoli, che si potrebbe realizzare. In realtà solamente Rossellini ha scritto e ha fatto un film sugli Atti degli Apostoli, ma è inguardabile perché è lento in una maniera che non si può reggere.
Quindi, se magari qualcuno è un regista, un produttore, potrebbe finanziare un film di questo genere.
Dio suscita questa gente
Ma quello che colpisce è il fatto che questa gente Dio la suscita. La incoraggia.
E di una di queste persone noi oggi festeggiamo l'anniversario, Mario Piola.
Io l'ho conosciuto anche se per poco tempo, ho sentito le sue catechesi.
E ancora mi ricordo quando lui spiegò un salmo (
Salmo 92, 11) di sabato mattina, parlando di questo bufalo, ".
..mi cospargi di olio splendente, mi doni la forza di un bufalo".
E' una cosa che mi sono ricordato e l'ho sentito forse quaranta anni fa è questa catechesi da parte di Mario, il quale era uno di questi uomini.
Io li ho visti gli uomini del Nuovo Testamento.
Il rischio che queste esperienze rimangano racconti
Certamente bisogna stare attenti che queste esperienze non rimangano dei racconti. Che è importantissimo. Il racconto è alla base della teologia. Di una riflessione teologica. Perché se poi il racconto diventa una specie di fioretto, funzionerà poco. Se il racconto invece è proprio la base di una teologia, di una Chiesa, quella di oggi, che vorrebbe assomigliare a quella degli Atti degli Apostoli, a quella che poi noi abbiamo visto nel Cammino Neocatecumenale, [è diverso]. Nella chiesa descritta dagli Atti c'era questa grande forza, grande intraprendenza, e dove Paolo ha voluto condividere questo carisma con tanti altri, nonostante lui avesse questo caratteraccio.
Un incendiario
Questo è un punto fondamentale per oggi dove troppa gente, dopo trentacinque anni di presbiterato, molti preti dicono: "Io ho iniziato come incendiario, finisco come un pompiere!" A me sembra che Mario abbia iniziato come incendiario e abbia finito come incendiario.
Ora è chiaro che un incendiario viene punito a volte, messo un pò da parte perché non si ammansisce e invece no. Noi abbiamo visto questo spirito vivo di quest'uomo che poi viene citato nella seconda lettura dove Gesù dice: guarda che io me ne andrò, ma arriverà il consolatore che vi insegnerà ogni cosa.
Continuare a tramandarci il DNA del Cammino Neocatecumenale
Cioè la cosa importante è continuare a tramandarci il DNA, di una esperienza carismatica come il Cammino che ha incontrato e affascinato persone esigenti come Mario Piola.
Perché se poi questo DNA viene trasformato in una lettera e smette di fare il suo mestiere che è quello dello Spirito, allora tutto si invecchia, tutto si blocca, tutto si intristisce.
Io ho visto come in questi anni il Signore mi ha dato di poter non più ricopiare a destra e a sinistra. Perché la realtà di una parrocchia come quella di San Bernardo esige delle risposte che sono assolutamente personalizzate alla situazione concreta in cui si vive.
Custodire questo Spirito attraverso il ricordo e la conoscenza
E credo che è questo Spirito che oggi noi dobbiamo custodire con grandissima sapienza tramite la nostra esperienza di conoscenza con una persona come Mario. Certamente ci sono tanti altri. Però, spesso, alcuni si sono come imborghesiti. Questo è il pericolo mio, è il pericolo di tutti quanti. Di imborghesirci. E quindi mantenere il ricordo di una persona che ha pagato, a volte con la solitudine, diciamo, una statura che è quella di continuare ad inventare, a proporre, a predicare con parresia.
Questa credo che sia la grande eredità che ci lascia Mario, lo spirito profetico, che ama la Chiesa e che ama praticamente e esclusivamente Cristo.
(Fine dell'omelia)
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Un momento della messa |
Piccola aggiunta mia personale, scritta la sera del 24 maggio sul blog
Ringrazio di cuore, a nome anche di mia madre Francesca e di mia sorella Sara, don Fabio Pieroni per averci permesso di celebrare il Trigesimo nella sua parrocchia e per la cura avuta con noi.
Prima della benedizione finale don Fabio ha voluto ringraziare Francesca e Rufo e Carmen, specificando di aver conosciuto Rufo quando aveva i capelli un pò più scuri, dicendo che una parte, una buona parte della sua vocazione era stata dovuto anche a loro.
Si è poi fermato dopo il canto finale a salutare i presenti, alcuni conosciuti molti anni prima nella Parrocchia di Santa Francesca Cabrini e rivisti a distanza di venti, trenta anni. Il tempo e gli anni sono passati.
Ringraziamo tutti coloro che hanno partecipato con la loro presenza sfidando forse la scomodità dell'ora, il caldo e il traffico di Roma.
Ringrazio tutti coloro che sarebbero voluti venire e non hanno potuto per vari motivi e che ci accompagnano con la preghiera. Eravate tutti presenti.
Dettagli per noi importanti
Il trigesimo sarebbe stato il 16 maggio. Papà infatti è morto il 16 aprile. Ma il 16 aprile io ero in Israele e ho avuto il dono di poter celebrare il Trigesimo davanti alla casa di Maria a Nazaret. Lì ho pregato per papà, per suo fratello, mio zio Bruno deceduto a distanza di tre settimane, per tutte le persone che hanno pregato per noi e ci sostengono con la loro preghiera. E anche per tutti coloro che hanno perso da poco persone molto care, perché fossero confortati dalla la speranza della Resurrezione.
Abbiamo poi fissato il 24 maggio come data per le persone di Roma. Io non ho fatto caso alla particolarità del giorno scelto. Da ex allievo salesiano a papà non sarebbe sfuggito. Ce ne siamo accorti solo ieri. Oggi ricorre infatti la festa di Maria Ausiliatrice, una festa che è ben presente nel cuore dei salesiani e sempre cara anche a papà che si affidava alla mamma celeste per le cose più o meno gravi.
Tutti gli amici salesiani di Torino ci hanno assicurato di ricordare papà durante la celebrazione della messa e tutti gli amici di ricordarlo nel giorno della festa di Maria Ausiliatrice.
Oggi la nostra famiglia ha ricevuto una notizia positiva per la risoluzione di un problema per noi fonte di preoccupazione se non l'avessimo affidato fiduciosamente nelle mani del Signore.
Abbiamo legato queste coincidenze alla presenza materna di Maria e alla mano provvidente di Dio che ha fatto cielo e terra.
Abbiamo legato questa buona notizia alla presenza operosa di papà, piccoli segnali della sua incessante cura che ha sempre mostrato verso di noi durante la sua vita sulla terra e che adesso continua ad avere nella sua nuova vita celeste.
Continuate a pregare per noi che siamo un pò doloranti.
Siamo come Pietro che cammina sulle acque verso il Signore.
Se guardiamo le acque affondiamo.
Per questo continuiamo a guardare Gesù.
Alla fine abbiamo distribuito il ricordino di papà fatto per i presenti e per chi lo richieda.
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Una delle due foto scelte da tutti noi per il ricordino di Mario Piola, mio papà. La hanno scelta soprattutto le nipoti, figlie di Sara mia sorella, perché papà indossa il maglioncino rosso che riservava per le feste in famiglia. |
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Una delle due foto scelte da tutti noi per il ricordino di Mario Piola, mio papà. In questa foto posava sul balcone di casa accanto a mia madre Francesca Ricci. Era il giorno del 45° anniversario di matrimonio. |
Il retro del ricordino
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